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Coronavirus: si passa da epidemia a pandemia, cosa cambia

L'estensione dell'epidemia di coronavirus nel mondo già da qualche settimana era tale da corrispondere alla definizione di pandemia secondo molti scienziati

E' stata ufficialmente dichiarata la pandemia da coronavirus dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.  L'ultima, in ordine di tempo risale al 2009, con il virus H1N1 che aveva causato nel mondo circa 600mila morti. Fino ad allora l'Oms utilizzava una scala di misura per la gravità di un'epidemia/pandemia di tipo influenzale articolata su sei livelli. Dopo il 2009 - e dopo alcune critiche su una presunta esagerazione della gravità dell'epidemia - l'Oms non ha più adottato alcuna definizione ufficiale di pandemia, sottolineando come le precauzioni da adottare da parte dei singoli Paesi per frenare i contagi non siano sostanzialmente differenti dal caso di una grave epidemia come quella attuale.

Coronavirus, l'epidemia diventa pandemia: che cosa succede

La decisione di ieri tuttavia sembra indicare un cambiamento di strategia, nel senso che il "contenimento" vero e proprio - ovvero in ultima analisi l'isolamento e l'eradicazione - del virus non sembra oggi più possibile e si è passati a quella di "mitigazione", vale a dire di limitare il più possibile le conseguenze per la salute pubblica in attesa di un vaccino o di un'altra terapia efficace nei prossimi mesi.

Procediamo con ordine. La pandemia è la diffusione in tutto il mondo di una malattia epidemica (un virus sconosciuto fino a due mesi fa, in questo caso) che si diffonde in più continenti e contro il quale la maggioranza della popolazione mondiale non ha difese immunitarie, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo.

L'estensione dell'epidemia di coronavirus nel mondo già da qualche settimana era tale da corrispondere alla definizione di pandemia secondo molti scienziati. L'Oms ha atteso nel definire quella di coronavirus una pandemia. Non è chiaro il motivo. Secondo qualcuno per non "far passare" il messaggio ai governi nazionali che le misure di contenimento potessero essere ormai inutili e tutti gli sforzi da mettere in campo vani. Non è così perché l'obiettivo del contenimento dell'epidemia - lo dimostra ciò che è successo a Wuhan - è realizzabile, difficile ma possibile. La crescita esponenziale dei contagi ha reso inevitabile la definizione di pandemia. Per l'Italia non cambia nulla nel concreto, perché stavamo già mettendo in atto e predisponendo tutte le strategie per gestire l'organizzazione di ospedali e terapie possibili, come in caso di pandemia. L'Italia è stata tra i primi a dover gestire un focolaio molto importante sul suo territorio e ha già preso misure drastiche.

All'estero qualcosa cambia invece. Adesso infatti ogni Paese (e molti sono in clamoroso ritardo) da oggi deve mettere a punto un piano pandemico e deve aggiornarlo costantemente sulla base delle specifiche linee guida dell'Oms. I piani pandemici possono prevedere misure per riorganizzare i posti letto negli ospedali, comprese le strutture di terapia intensiva, e percorsi per alleggerire le strutture dei pronto soccorso. Vent'anni fa l'Oms aveva pubblicato una guida su come prepararsi alle pandemie, guida aggiornata nel 2005. Da allora si è continuato a lavorare sulla messa a punto dei piani di risposta e l'Oms ha più volte rilevato come ci sia ora una maggiore consapevolezza del fatto che prepararsi a una pandemia deve prevedere un ruolo attivo non solo del settore sanitario, ma di tutta la società. 

"Pandemia non è una parola che usiamo con leggerezza o incautamente"

Come riporta Today.it, "Pandemia non è una parola che usiamo con leggerezza o incautamente. È una parola che, se usata male, può causare paura irragionevole, o un'accettazione ingiustificata che la battaglia sia finita", ha spiegato  Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità. "Descrivere la situazione come pandemica non cambia quello che stiamo facendo e quello che i Paesi dovrebbero fare". La battaglia contro il coronavirus si può vincere, ma siamo soltanto all'inizio. Da oggi per arginare la pandemia ci saranno una maggiore collaborazione e coordinamento tra l'Oms e le altre organizzazioni internazionali, e l'Oms avrà un potere più riconosciuto e chiaro di moral suasion nei confronti dei governi nazionali affinché si attivino per contenere i contagi. Fino a oggi le Nazioni Unite potevano semplicemente indicare e consigliare misure non vincolanti. Ora si cambia passo.

Da non sottovalutare il fatto che la dichiarazione di pandemia ha un effetto finanziario pressoché immediato, poiché libera l'utilizzo dei CatBond, i fondi di emergenza destinati ai paesi colpiti con i sistemi sanitari più deboli o che necessitano di particolari risorse per fare fronte alla malattia. Ultima annotazione: gli Stati Uniti hanno un proprio sistema di valutazione della gravità di una pandemia, basato sulla letalità della malattia: si va dalla categoria 1 (meno dello 0,1% dei casi confermati, come la normale influenza stagionale) alla 5 (il 2% e oltre, come appunto il nuovo coronavirus). Proprio gli Usa, che hanno un sistema di sanità pubblica limitato, potrebbero presto ritrovarsi ad affrontare grosse difficoltà: finora non testano il patogeno se non in pochissimi casi, e un eventuale focolaio sarebbe molto complesso da contenere.

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