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Airbnb, il Comune chiama Roma: 'Limitare periodi e host pigliatutto'

Proposte al ministero per una regolamentazione nazionale sul tema. Chiesto un incontro con Centinaio

Un limite alle case messe in condivisione e un tetto ai giorni in cui gli appartamenti possono essere messi a disposizione sulle piattaforme online. Ma anche un codice identificativo per le licenze, in modo da avere dati trasparenti sugli 'host'.

Sono le proposte che il Comune di Bologna ha intenzione di portare al Governo, per mettere in freno all'espansione di AirBnb e altre piattaforme digitali per la condivisione delle case. L'assessore al Turismo, Matteo Lepore, ha chiesto un incontro al ministro Gian Marco Centinaio per discuterne.

"Noi siamo disponibili a mettere in campo una regolamentazione comunale- afferma Lepore- ma farlo città per città è difficile con queste piattaforme internazionali. Serve una legge almeno a livello nazionale, se non europeo".

Con altre 13 città, tra cui Barcellona, Amsterdam, Londra e Parigi, Bologna ha messo in piedi una rete che provera' a sollecitare in questo senso anche la Commissione Ue. Ma tornando a livello locale, Palazzo D'Accursio ha anche un altro obiettivo. "La Regione Emilia-Romagna potrebbe fare come la Lombardia- manda a dire Lepore- che ha introdotto i codici identificativi per le licenze. So che in Regione ci stanno guardando, si aspetta la sentenza del Consiglio di Stato".

Come Comune, invece, "possiamo concentrarci sull'offerta di alloggi in affitto, con incentivi per spostare le case ancora invendute dal mercato della vendita, e sulla riqualificazione di alloggi dismessi", spiega Lepore. E poi, si possono "snellire le procedure per chi affitta e portare avanti una gestione positiva insieme agli host", sostiene l'assessore, che non disdegnerebbe anche eventuali "penali per chi specula o è irregolare".


Lepore ha affrontato la questione oggi in commissione Politiche abitative di Palazzo D'Accursio, spiegando che ad oggi sulle piattaforme online risultano 3.349 affitti brevi attivi a Bologna negli ultimi 36 mesi, con un tasso di occupazione dal 46 di gennaio al 77% di ottobre.

"Il mercato alberghiero in città è congelato, mentre i turisti sono aumentati- sottolinea Lepore- la città quindi si è auto-organizzata perché la domanda c'è". Tra l'altro, cita l'assessore, "si stima che gli affitti brevi rendano 9mila euro all'anno in più rispetto a quelli lunghi", con un premio di prezzo maggiore in centro rispetto alla periferia, dove secondo Lepore il fenomeno è più che altro "una bolla". In ogni caso, afferma l'assessore, la mancanza di affitti per studenti e famiglie in città "non è dovuta a AirBnb, ma alle dinamiche di mercato", ovvero alla tendenza dei bolognesi di mettere in vendita le case vuote e non in locazione.

Caro affitti e studenti, collettivi piantano tende in piazza Verdi

Il capogruppo di Forza Italia, Marco Lisei, propone per questo di "investire una parte del gettito della tassa di soggiorno per incentivare il mercato dell'affitto ordinario, oggi meno competitivo". Emily Clancy (Coalizione civica), il cui ordine del giorno per il "contenimento degli affitti turistici" è stato licenziato dalla commissione, chiede invece al Comune "più coraggio. Non aspetti la normativa nazionale o regionale, faccia opera di moral suasion e sperimenti alcune proposte in città.
Non si limiti a parlare solo con gli host, ascolti anche studenti e famiglie in difficoltà per questa situazione".

Proprio alcuni collettivi universitari questa mattina hanno realizzato una sorta di flash mob in contemporanea alla seduta di commissione, attaccando contro il muro di Palazzo D'Accursio in piazza Maggiore alcune foto di giovani in cerca di casa a Bologna, con i racconti delle varie difficoltà incontrate e l'hashtag #stopAirBnb. (San/ Dire) 

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