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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Via Marconi

Sciopero Generale: 'Ingiustizia senza precedenti, il 12 dicembre è solo l'inizio'

CGIL e UIL hanno illustrato lo svolgimento della giornata di sciopero generale: "Manovra velenosa, se solo il 37,7% degli elettori di questa regione è andata a votare a novembre, l'astensione è tutta politica"

"Non è un periodo facile per le famiglie e otto ore di sciopero pesano sulla busta paga". Questa la premessa di Vincenzo Colla, segretario regionale CGIL, che oggi ha convocato un incontro con la stampa alla Camera del Lavoro di via Marconi, insieme alla Uil Bologna, per illustrare lo svolgimento della giornata di sciopero generale, il 12 dicembre: "Contro un governo che sta solo dalla parte degli imprenditori, che vuole stravolgere lo statuto dei lavoratori e che, nonostante tutto, non ci porterà a uscire dalla crisi", ha aggiunto.

12 DICEMBRE. A Bologna, ore 9 concentramento in Piazza Azzarita e nella Piazzetta del Teatro Teastoni, via Matteotti 16. Seguirà corteo in via Rizzoli e sotto le due Torri con comizio conclusivo di Franco Martini, segretario CGIL nazionale e Giuliano Zignani, segretario generale UIl Bologna e Emilia Romagna. A Imola, ore 9 concentramento nel Piazzale G. dalle Bande Nere (Rocca), corteo e manifestazione in Piazza Matteotti, con Giuseppe Rago, segretario UIl Imola, e Paolo Stefani, segretario CGIL Imola.

Critiche agli 8 miliardi di euro di sgravi alle aziende in modo lineare: "Verranno dati anche a quelle che licenziano o evadono - e  sul ventilato taglio dei patronati - Metterli a pagamento? Sono soldi che vengono tolti ai lavoratori e alla povera gentZignani_Colla_Lunghie che ne usufruiscono. Nessun rinnovo del contratto del pubblico impiego, si faranno saltare i precari degli enti locali". Non accadrà in Emilia Romagna, spiega Colla, visto che è stato stipulato un "accordo di clausola sociale" per i lavoratori del pubblico. E' una politica vecchia per il segretario CGIL: "Si insegna alle imprese e alle newco come licenziare e guadagnarci, quindi si tratta di tutele DE-crescenti. Il Governo utilizza gli appunti di Confindustria, in pratica se un lavoratore subisce un'ingiustizia, decide l'impresa. Non è altro che lo smantellamento dei diritti nel paese". "Lo sciopero del 12 dicembre è solo l'inizio di una nuova fase", dichiara Colla. I sindacati poteranno avanti tre punti: la discussione dei decreti delegati del Jobs Act "Se non si convocano i sindacati, non si convocano i lavoratori", parità di diritti a partità di lavoro "se tolti dall'alto verranno reinseriti dal basso".

"La Regione si fermi e le fabbriche chiudano i battenti", è l'auspicio di Giuliano Zignani, segretario Uil Bologna e Emilia Romagna per il 12 dicembre "nell'arco di 15 anni, il lavoro in questo paese non avrà nè regole, nè diritti, il Governo ha deciso di mettere in difficoltà i lavoratori e i pensionati e copia in toto le proposte di Confindustria, sia nella Legge di Stabilità che nella riforma del mercato del lavoro". Secondo i dati forniti "chi assume e poi licenzia guadagna 5.843 euro all'anno, mentre licenziando un lavoratore assunto dopo tre anni, ne guadagna 16.449, è un saldo più che positivo". Non si placa la polemica dell'incontro-lampo con le parti sociali in ottobre: "Non dialogheremo più con ministri senza delega".

DATI EMILIA ROMAGNA. Sono state 10milioni e 500mila le ore di Cassa Integrazione in Emilia Romagna (dati aggiornati a ottobre), più della metà in deroga, pari a 70mila lavoratori coperti da ammortizzatori sociali. "Se solo il 37,7% degli elettori di questa regione è andata a votare a novembre, l'astensione è tutta politica e Renzi non può offendere sindacati e lavoratori, non escludiamo il ricorso alla Corte Europea per i diritti minati da questo Governo" conclude Zignani.

INIZIATIVE NON TRADIZIONALI. "Se il Governo non rivede alcuni punti, valuteremo iniziative diverse da quelle tradizionali" tuona Maurizio Lunghi, segretario della Camera del Lavoro di Bologna "scelte giudicate scellerate anche dai lavoratori vicini e iscritti al PD.

LICENZIAMENTO COLLETTIVO. "Senza commesse, si licenzia in blocco" continua Lunghi "il nostro mestiere è contrattare per correggere una manovra velenosa. I lavoratori sono imbestialiti, quindi ci aspettiamo una grande partecipazione e adesione a Bologna".

DEMANSIONAMENTO. "Nei processi di crisi" continua Colla "si toglie la possibilità di farsi assistere dai sindacati e anche in questo caso decide l'impresa, si perchè lo statuto dei lavoratori è un ferro vecchio, risale al 1970, mentre in Germania, paese al quale spesso ci rifacciamo, è del '51" dunque "i precari restano precari e chi ha l'articolo 18 è a rischio precarietà". L'82% dell'Ipef viene pagata in Italia da pensionati e dipendenti, ma per loro non ci sarebbe nulla.

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