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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

A Reggio l’anniversario del Tricolore, gli storici: "Falso, è nato a Bologna!"

Alcuni storici contestano a Reggio Emilia l'invenzione del vessillo nazionale. Sarebbe invece nato a Bologna con i primi moti rivoluzionari contro lo Stato Pontificio

Come ogni anno, il 7 gennaio a Reggio Emilia viene celebrata la Bandiera Italiana: oggi le celebrazioni vedono anche la partecipazione del Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e della Presidente del Consiglio Comunale Simona Lembi. Alcuni storici bolognesi però contestano: a Bologna si sono decisi i colori del vessillo verde, bianco e rosso, i documenti lo dimostrano.

Tricolore: documenti ufficiali di RadioMarconi

LA STORIA UFFICIALE. A Reggio Emilia il 27 dicembre 1796, si riunì un'assemblea di 110 delegati per decretare la costituzione della Repubblica Cispadana, comprendente i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. In quell’occasione venne avanzata la proposta di adozione di una bandiera verde, bianca e rossa. In una seduta del 7 gennaio 1797, il congresso la ratificò: un tricolore orizzontale, con strisce rosse, bianche e verdi, al centro, un emblema composto da una faretra, che si erge su trofei di guerra, con dentro quattro frecce che simboleggiavano le quattro province originali, all'interno di una corona di alloro.

GLI STORICI CONTESTANO. Dalle ricerche prodotte dal Comitato Guglielmo Marconi, non solo la prima Costituzione Repubblicana fu del Senato di Bologna, che si riuniva all’interno di San Petronio, ma anche il primo documento ufficiale, che definì il vessillo Nazionale, precisandone i colori, fu dello stesso Senato che lo decretò il 28 ottobre 1796. In effetti, all'Archivio di Stato di Piazza dei Celestini, sono conservati vari e importanti documenti, uno dei quali riporta il testo: "Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una Bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso".

I PRIMI MARTIRI DELLA LIBERTÀ. A Bologna furono attivi Luigi Zamboni e Giovanni Battista de Rolandis, di Asti, due studenti dell’Alma Mater, che per primi nel settembre 1794 tennero una riunione con lo scopo di sollevare i cittadini contro l'assolutismo del potere pontificio. Affiggono così nottetempo manifesti e distribuiscono coccarde “di cavadino verde, bianco e rosso” a simboleggiare i principi di giustizia, eguaglianza e libertà, simili a quelle della Rivoluzione Francese, ma come Zamboni spiegherà al Tribunale dell'Inquisizione, “è stato sostituito il turchino col verde per non far da scimia alla Francia”. I due “rivoluzionari” vengono arrestati dalle guardie pontificie a Covigliaio, nel Granducato di Toscana. Il 18 agosto 1795 Zamboni si “sarebbe ucciso” impiccandosi nel famigerato "carcere del Torrone" (nel Palazzo Comunale) e il 23 aprile 1796, dopo giorni di torture  Giovanni Battista De Rolandis viene impiccato alla Montagnola. 

L’ADOZIONE DEL TRICOLORE. Il 28 aprile 1796 Napoleone firma l'armistizio di Cherasco e il giorno dopo riconosce la coccarda bolognese come “consorella” del tricolore francese autorizzandone l'uso. Nel maggio 1796, a Milano Napoleone consegna alla Guardia Nazionale uno stendardo con i colori verde bianco e rosso e in giugno arriva in Romagna dove decreta la liberazione di tutti i prigionieri politici e ordina che le ceneri di De Rolandis e Zamboni vengano onorate. Dopo la cessione di Pio VI alla Francia di Bologna e Ferrara, il 17 ottobre 1796 si Costituisce a Modena la Confederazione Cispadana con Antonio Aldini (quello della Villa all’Osservanza) come presidente e il 28 ottobre, il Senato di Bologna delibera: «Bandiera coi colori Nazionali - Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una bandiera, si è risposto il VERDE, il BIANCO ed il ROSSO» (Archivio di Stato di Bologna, Archivio Napoleonico, I, Senato provvisorio -10 maggio 1796 - 30 ottobre 1796).  Il 4 dicembre 1796 nella Basilica di San Petronio, viene approvato il testo costituzionale della Repubblica. Il 7 gennaio 1797, a Reggio Emilia il segretario della Repubblica Cispadana Giuseppe Compagnoni presenta al Congresso il Tricolore, come vessillo del nuovo Stato libero. Il riconoscimento è siglato con voto unanime dai 100 parlamentari di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia guidati dall'avvocato Aldini, già difensore del De Rolandis, riuniti in Municipio in quella che sarà chiamata “Sala del Tricolore”.

I COLORI DELLA CITTA’ DI BOLOGNA. Una croce rossa in campo bianco o argento. L'immagine della croce era usata all'epoca delle Crociate: Cherubino Ghirardacci, storico vissuto nel Cinquecento, nella sua "Historia di Bologna" racconta, forse sulla base di antiche cronache oggi perdute, che molti bolognesi parteciparono alla Crociata indetta da Urbano II nel 1095. Questa è sicuramente la versione più affascinante, ma sono diverse le attribuzioni nel corso dei secoli (fonte: Comune di Bologna).

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