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Cronaca

Latitanti, catturata a Bologna: era tra i 10 criminali più ricercati al mondo

Su di lei, Lucia Kanisova, pendeva un mandato di cattura internazionale. Il suo nome figurava, accanto a quello di Bin Laden, tra una èlite di ricercati da parte delle Corti di giustizia Americane

Ricercata dal gennaio 2005, sulla slovacca Lucia Kanisova, arrestata lo scorso 20 maggio a Bologna, pendeva un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Distrettuale di Miami. La latitante, che figura tra i 10 criminali più ricercati al mondo, doveva scontare una condanna a 20 anni di reclusione per reati di frode e riciclaggio commessi in U.S.A. tra il 1995 ed il 2003.
 
Lucia è un personaggio di notevole spessore criminale, almeno per la giustizia statunitense. Il suo nome figura infatti tra una èlite di ricercati da parte delle Corti di giustizia Americane, tra cui era annoverato, almeno fino alla sua morte anche il capo di Al Qaeda, Osama Bin Laden.
Lo attesta anche il censimento dei maggiori latitanti effettuato dalla rivista “Parade” e tuttora rinvenibile sul suo sito internet, come sulle pagine web dell’Interpol.
 
L’ARRIVO A BOLOGNA- La donna, ricercata per estradizione dal gennaio 2005, era arrivata la sera prima dal paese di origine insieme ad una connazionale, titolare di un negozio di abbigliamento in Slovacchia. Le due alloggiavano in un lussuoso albergo della città ed avrebbero dovuto acquistare uno stock di abiti in Italia. L’arrivo delle due donne, sole e particolarmente appariscenti, non è però passato inosservato ed è stato segnalato per le verifiche del caso.
 
I REATI COMMESSI - A seguito degli accertamenti eseguiti alle banche dati delle Forze di Polizia è emerso che la Kanisova era latitante e ricercata perché tra il 1995 ed il 2003, in concorso con altre persone, aveva favorito l’ingresso clandestino negli Stati Uniti di 550 cittadini stranieri (ungheresi, cechi, polacchi e slovacchi) omettendo di pagare le tasse federali per un totale di circa 6 milioni di dollari, agevolando poi l’impiego dei clandestini come braccianti in aziende agricole americane nella zona centro occidentale e sud orientale degli U.S.A., favorendo il “lavoro nero” e l’evasione del pagamento dell’assicurazione obbligatoria per i lavoratori.
 
La donna inoltre è accusata di aver riciclato la somma di denaro, dovuta allo Stato, mediante operazioni bancarie su diversi conti correnti americani, arrivando a guadagnare circa 20 milioni di dollari.
Adesso la fuggitiva è stata momentaneamente assicurata alla Giustizia italiana, in attesa dell’estradizione per gli Stati Uniti, ove dovrà scontare la pena di 20 anni di carcere. 
 

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