Omicidio-suicidio a Marzabotto: Clara Comellini e il figlio Roberto Rizzi le vittime

Un omicidio seguito da un suicidio, dietro il gesto disperato che gli inquirenti ipotizzano forse il mostro nero della depressione. Queste le impressioni dopo i primi rilievi effettuati nell'appartamento di Bandinella di Marzabotto, dove questa mattina sono stati trovati due cadaveri, quello di Clara Comellini, 88 anni, e del figlio Roberto Rizzi, 57 anni. Lei era nata a Sasso Marconi e risiedeva nella casa di via Bandinella, lui ufficialmente risiedeva a Castel di Casio, sempre sull'Appennino bolognese, ma sembra che abitasse insieme all'anziana madre.
A trovare i corpi senza vita è stato un amico del figlio, di 62 anni: i due si erano trovati verso le 7.30 per tagliare della legna nei pressi dell'abitazione, e circa un'ora dopo l'amico si sarebbe allontanato per fare alcune commissioni. Quando è tornato, verso le 9.30, è entrato in casa e ha scoperto i due corpi senza vita.

DINAMICA. La prima ipotesi è che l'uomo abbia ucciso la madre con la pistola che deteneva legalmente, poi abbia rivolto l'arma verso se stesso. Dalle case vicine si sono sentiti come dei piccoli colpi. In casa sono stati trovati tre fucili, regolarmente detenuti e una baionetta antica.

DEPRESSIONE E ANSIE. Dalle prime informazioni raccolte dai carabinieri, avvertiti dall'amico, Rizzi gli avrebbe confidato che stava attraversando un brutto periodo e di sentirsi in qualche modo depresso.
I vicini di casa inoltre raccontano che Rizzi ultimamente avesse manifestato preoccupazioni per la situazione economica. Apparentemente non giustificate, visto che era benestante, proprietario di tre case e di una ferramenta nel vicino comune di Vergato, dove non lavorava di persona da anni. Tra le lamentele ripetute, quella di dover pagare molti soldi di Imu. Da quanto si apprende non aveva moglie, né figli e viveva con la madre, descritta come in buona salute e lucida, nonostante l'età. Pare che tra i due il legame fosse molto forte.