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Cronaca

Ryanair, l'accusa del sindacato: 'Troppa pressione sul personale di volo'

Sentito dal consiglio comunale un delegato sindacale fa il punto sulle condizioni di lavoro degli equipaggi

"Il mobbing è presente nella nostra vita lavorativa quasi ogni giorno". Parola di un assistente di volo della Ryanair, delegato Uil, che oggi ha preso la parola nel corso di un'udienza conoscitiva convocata dal Consiglio comunale di Bologna.

Nel 2018 ha fatto notizia la sottoscrizione -dopo diversi scioperi estivi- di un accordo tra la compagnia guidata da Michael O'Leary e Fit-Cisl, Anpac e Anpav "ma tutto è assolutamente rimasto come prima", dichiara Laura Facchini della Uiltrasporti nazionale.

Per chi lavora per Ryanair, direttamente o tramite agenzia, come assistente o come pilota, "non è cambiato nulla. Ryanair non vuole cambiare nulla e lo dimostra il fatto che continua a non voler accettare un dialogo con le sigle più rappresentative, cioè Cgil e Uil".

Per la Uiltrasporti, quello siglato nel 2018 "non si può definire contratto", ma al massimo "accordo" e, in ogni caso, "al di là della grande pubblicità che c'è stata sul fatto che sarebbe stato basato sul diritto italiano- afferma Facchini- in realtà rimane all'interno del diritto irlandese".

Tant'è che "manca ancora la traduzione in italiano che sarebbe dovuta arrivare entro quattro settimane dalla sottoscrizione", riferisce la Uiltrasporti. Qualche novità, in realtà, per il sindacato c'è stata ma non ha portato conseguenze positive per le condizioni di lavoro.

Personale Ryanair 'sotto pressione': la denuncia

L'esempio riguarda le assistenti di volo che entrano in gravidanza. Non potendo volare, in precedenza Ryanair le lasciava a casa "ma ora dopo il nuovo accordo ha deciso di impiegarle a terra", riferisce Facchini: però con "mansioni non precisate" e in salette "non adeguate".

Un altro rappresentante della Uiltrasporti nazionale, Stefano Marinelli, segnala che pochi giorni fa il sindacato (insieme a Cgil e Ugl) ha inviato una segnalazione alle Ausl di competenza per gli aeroporti di Pisa, Bologna, Napoli e Ciampino.

La segnalazione, racconta Marinelli, riguarda il fatto che Ryanair "non ha uffici ma solo delle sale sosta", dove le lavoratrici in stato di gravidanza o in allattamento devono convivere "con inquinamento acustico e da carburante".

Personale Ryanair: la questione di permessi e assenze

Ma questo è solo uno dei problemi, assicura il delegato intervenuto in commissione. C'è "la mancanza di permessi", ad esempio: "Dobbiamo chiedere le ferie anche per andare in Tribunale per una testimonianza". E per le ferie "abbiamo 20 giorni contro i 28 minimi previsti dalla legge", continua il delegato.

Una giornata di sciopero, poi, "equivale ad un'assenza ingiustificata", afferma l'assistente di volo, segnalando anche i giorni di "aspettativa forzata non retribuita che vengono assegnati solitamente nei periodi invernali, quando c'è un calo delle operazioni".

C'è poi "l'assenza a bordo di pasti e acqua" per il personale, riferisce il delegato, aggiungendo che l'azienda "aggira l'obbligo di fornire l'acqua a bordo mettendo a disposizione dei distributori" a terra, però in molti casi questi "non sono adeguati, perché abbastanza sudici". Lo steward riferisce anche della difficoltà a potersi "astenere dal lavoro qualora si pensi di non essere nelle condizioni idonee", perché colpiti dalla cosiddetta "fatigue" fisica o ambientale.

Nel contempo, "le procedure disciplinare continuano e anzi sembrano cresciute di quantità nelle ultime settimane", afferma il delegato. "Nella maggior parte dei casi riguardano l'eccesso di malattie richieste secondo l'azienda", continua l'assistente di volo: scattano "veri e propri interrogatori, un'inquisizione, in cui il lavoratore è tenuto a giustificare ogni singola assenza e a entrare dettaglio, con enormi violazioni della privacy".

Personale Ryanair: il caso dei 'mistery passengers'

Il delegato Uil passa poi ai "mistery passengers", cioé personale aziendale che sale a bordo "in borghese": una "pratica segreta, visto che non veniamo avvertiti, che può essere usata contro di noi nelle procedure disciplinari. E' totalmente illegale".

Secondo il delegato, il personale in incognito serve "prevalentemente per monitorare le vendite" effettuate a bordo, dagli snack ai profumi e quant'altro. "Il mobbing è presente nella nostra vita lavorativa quasi ogni giorno, soprattutto sul discorso vendite- continua il delegato- che sembra sia la priorità dell'azienda, invece che l'offrire un buon customer service o garantire adeguati livelli sicurezza in cabina".

Il meccanismo che c'è dietro, racconta il delegato, funziona così: "Per ogni volo ci viene dato un target di vendite da raggiungere e in base al raggiungimento o meno veniamo classificati", poi questo "determina avanzamenti di carriera e trasferimenti, senza prendere minimamente in considerazione l'anzianità e le necessità familiari".

Per la Uiltrasporti, la soluzione è una: un contratto nazionale di settore esiste "e basterebbe che ogni operatore fosse chiamato ad applicarlo", afferma Facchini, perché "il biglietto democratico non può diventare una dittatura" a scapito dei lavoratori. Un tema che per la Uil chiama in causa anche gli enti locali. Visto che "Comuni e Regioni mettono a disposizione risorse importanti" sugli aeroporti, allora alle compagnie aeree vanno rivolti "bandi pubblici e trasparenti", nei quali ad esempio si preveda che le compagnie "paghino l'assicurazione dei dipendenti e versino i contributi in Italia". Va riattivata insomma "una sanza concorrenza", conclude Facchini. Alla commissione Ryanair non ha partecipato: a causa di "impegni precedentemente assunti", ha fatto sapere la compagnia. (Pam/ Dire)

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