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Cronaca Stazione / Via Mario de Maria

Acqua agli occupanti, archiviazione per sindaco e Assessori: "No reato, c'erano bimbi"

Il Gip ha deciso di archiviare le accuse nei confronti di Merola, Frascaroli e Malagoli per aver allacciato l'acqua agli occupanti di via De Maria. Sindaco: "Sapevo di aver rispettato la legge"

Il Gip di Bologna ha deciso di archiviare le accuse nei confronti del sindaco Virginio Merola e dei suoi assessori di allora Amelia Frascaroli e Riccardo Malagoli per aver allacciato l'acqua agli occupanti di via De Maria.  C'è dunque la parola fine sull'inchiesta sull'ipotesi di abuso d'ufficio a carico dei tre amministratori. Dopo che anche il pm aveva chiesto l'archiviazione, è  ora arrivata la pronuncia definitiva da parte del giudice.

"Sapevo di aver agito secondo coscienza e nel rispetto della legge". E' stato il lapidario commento del sindaco, soddisfatto dell'epilogo della vicenda.

Il Gip in sostanza accoglie le tesi della difesa di palazzo D'Accursio. Dalla verifica fatta dal Comune risultava infatti la "presenza di un rilevante numero di minori all'interno delle strutture occupate, il che aveva giustificato la decisione del Comune di procedere alla somministrazione di acqua in favore degli occupanti, data la condizione di urgenza e di rischio che si era venuta a creare". Anche se la verifica del municipio era stata "informale" quel controllo "aveva preceduto le successive decisioni, che non possono quindi dirsi basate su inesistenti presupposti di fatto".

Occupanti sfollati in via De Maria

Quanto a sistemazioni alternative che potevano essere trovate, "sicuramente il reperimento di alloggi pubblici in cui collocare gli occupanti era collegato ad un'attività istruttoria non rapida, che coinvolgeva più enti, a più e diversi livelli". Quindi una soluzione di quel tipo non era una reale alternativa alla fornitura d'acqua. Oltretutto, il dolo nella fattispecie dell'abuso d'ufficio "è destinato a sfumare quando nell'intenzione dei pubblici ufficiali alberghi una (fondata) intenzione di perseguire scopi di natura non egoistica e di curare interessi pubblici come quelli in gioco nella vicenda in disamina", cioè "salute, tutela dei minori e delle persone in difficoltà, ordine ed igiene pubblici"

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