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Cronaca Centro Storico / Piazza Maggiore

Case in affitto, protesta durante la commissione: "Rivedere il canone concordato"

Durante la discussione i membri del comitato "Pensare Urbano" hanno mostrato dei cartelli con degli slogan, tra cui "abitare a Bologna é diventato un lusso" e "stop Airbnb"

I rusultati della ricerca 'HousingBo', commissionata da Comune e Ateneo e a cui hanno risposto 12.000 studenti, fa il punto sui tempi e sui costi che si devono affrontare per trovare casa a Bologna. Alcuni dei dati emersi sono stati spiegati dal professor Raffaele Laudani durante una commissione a Palazzo D'Accursio. 

"Ci vogliono circa otto settimane per trovare casa" e, quando ci si riesce, "spesso ci si 'adatta' accettando anche condizioni economiche svantaggiose", continua l'esperto. La categoria che subisce di piu' questo problema sono gli studenti internazionali. Ma anche avere un orientamento sessuale 'diverso' o arrivare da una regione piuttosto che un'altra e' un elemento di discriminazione, e questo "si divide al 50% tra proprietari ma anche gli stessi inquilini che fanno veri e propri 'colloqui di selezione'".

L'87,4% degli studenti a Bologna vive in un appartamento in affitto, l'8,5% ha un posto in studentato. Quindi, "e' evidente che bisogna cambiare le politiche di locazione per agevolare le fasce di reddito medio-basse", continua il professore. Come? Una leva puo' essere rivedere gli affitti con canone concordato.

"Pensare Urbano": la VIDEOINTERVISTA sul tema casa

Dice l'assessore comunale alla Casa, Virginia Gieri: "Vogliamo creare uno strumento per incentivare il privato ad investire su alloggi per studenti creando canoni con convenzioni agevolate". Obiettivo ora anche nero su bianco in un ordine del giorno della maggioranza di 18 punti per risolvere la questione abitativa a Bologna. Il terzo step invita a a rinnovare le regole degli affitti a canone concordato mettendo "a sistema le nuove domande emergenti di affitti a breve periodo (turismo e studenti)" per "rilanciare 'l'attrattivita' della citta' per le giovani famiglie, lavoratori anche a basso reddito e i 'cittadini temporanei'". Ma e' sul 12esimo punto che insiste il Comune perche' parla proprio di integrare "nelle politiche di sviluppo e sostegno all'abitabilita' della citta' le esigenze della popolazione studentesca 'fuorisede', prevedendo interventi di sostegno e di regolazione verso le imprese che intendano sviluppare strutture specificatamente dedicate agli studenti universitari".

I 18 punti non accontentano però tutti. Per Dora Palumbo (ex M5s) sembrano un po' "filosofici". Emily Clancy, di Coalizione Civica, sottolinea come in tutto l'elenco non vengano mai citate le piattaforme di prenotazione online come Airbnb e un'eventuale regolamentazione del sistema.

"Non possiamo legiferare sulle piattaforme digitali e ricordo che vige ancora una legge regionale vecchia 15 anni", segnala l'assessore Matteo Lepore, aggiungendo che non puo' essere una sola citta' a cambiare tutto il sistema e azioni di questo tipo dovrebbero partire ad esempio dalla Regione o dal Governo.

Dubbiosi anche i rappresentanti del comitato Pensare urbano, che nei mesi scorsi hanno raccolto oltre 2.000 firme per 'portare' il tema in Comune: "Ci sono punti su cui e' possibile lavorare e ragionare insieme ma anche altri elementi insufficienti perche' non considerano i problemi da noi avanzati- dice Fabio D'Alfonso, promotore del comitato- vorremmo, per questo, un momento di condivisione tecnica delle conoscenze per fare di piu' tutti insieme". Oltre alla regolamentazione delle piattaforme digitali, Pensare urbano ha sollevato anche il problema degli immobili sfitti che potrebbero venire riutilizzati. Nel dibattito alcuni esponenti di Pensare urbano hanno alzato dei cartelli in segno di protesta con scritte come "Questa citta' non e' un albergo" e "Airbnb bona le'", rischiando di far interrompere la commissione. 

(Dire) 

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