Coronavirus, niente stipendio-niente affitto: sciopero in Bolognina | VIDEO
Si sono chiamati RentStrike Bolognina e, dopo aver scritto una lettera alla proprietà, una società immobiliare, hanno deciso di scioperare. "Siamo maestre, siamo partite iva, musicisti, giardinieri: tutte e tutti precari senza reddito"
Niente stipendio, niente affitto. A Bologna, gli inquilini di 14 appartamenti hanno deciso di scioperare, saltando il pagamento del canone mensile a causa delle difficoltà economiche per via dell'emergenza Coronavirus, che ha amplificato problemi come la precarietà lavorativa.
Dopo aver scritto una lettera al proprietario di casa, una società immobiliare e senza aver ricevuto alcuna risposta, gli inquilini di via Serlio, in Bolognina, hanno avviato lo sciopero dell'affitto dando vita a quello che hanno chiamato il comitato RentStrike Bolognina.
Il comitato
"Siamo gli inquilini di via Serlio 6 e siamo in sciopero dell'affitto. Ciò che ci accomuna – scrivono – è vivere casualmente nello stesso palazzo ed appartenere tutte e tutti ad una generazione precaria, cresciuta tra la richiesta di un'alta qualificazione professionale, la flessibilità del lavoro, la creatività e la quasi totale assenza di tutele sociali e contrattuali. Per sopravvivere abbiamo imparato a fare mille lavori: siamo maestre, siamo giovani partite iva, siamo lavoratori dei call center, siamo facchini, siamo operai, siamo operatori delle cooperative sociali, siamo giardinieri, siamo lavoratori dello spettacolo, siamo musicisti, tutte e tutti precari".
"La nostra vita è da sempre scandita dall'incertezza, 'oggi lavoro, domani non si sa'. Da inizio febbraio, però, questa incertezza è diventata 'la nostra unica stabilità', perché a causa dell'emergenza sanitaria non abbiamo più un reddito per pagare l'affitto, né per pagare le bollette. Il nostro proprietario di casa è una società immobiliare che possiede 15 milioni di euro di patrimonio – continuano – ogni mese, senza muovere un dito, incassa 15 mila euro di affitto, privandoci dei nostri pochi averi".
"Abbiamo sempre pagato l'affitto ma ad aprile, per questioni di necessità, siamo stati costretti ad inviare una lettera alla società, chiedendo la sospensione o la riduzione dei canoni di locazione; lettera a cui non abbiamo mai ricevuto risposta. Neppure in questa situazione senza precedenti i grandi proprietari di immobili hanno voluto riconoscere il diritto ad avere una casa. Oggi però non è un giorno qualunque, perché chi fino adesso ha pagato tutto ha deciso di voltare pagina, di non essere più spettatore ma protagonista, di mettersi in gioco per abbattere il sistema e conquistare diritti".
(Fonte:Dire)