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Cronaca

Affitti brevi, dalla parte dell'host: "Niente lavoro, con Airbnb mi sono reinventata"

Se la 'moda' degli affitti brevi porta con sè problematiche e lamentele, c'è anche il rovescio della medaglia. Ecco la storia di un host, ovvero il padrone di casa degli affitti turistici, che non trovava lavoro, e ora invece ...

Storie di matricole che gettano la spugna e cambiano città universitaria, o studenti che per trovare casa devono sostenere casting e aste al rialzo, e ancora proteste con tanto di accampamento davanti a Palazzo d'Accursio per chiedere una soluzione all'emergenza abitativa attribuendo parte del problema al boom degli affitti turistici e di Airbnb.

Ma di storie da raccontare ne hanno anche gli host (così si chiamano gli ospitanti sulla più famosa piattaforma che mette in relazione richiesta e offerta, appunto host e guest) perchè molti di loro, affittando una stanza della loro casa o un appartamento rimesso in ordine e personalizzato, hanno colto un'opportunità e si sono creati un'occupazione.

Come Annalisa per esempio: bolognese, 39 anni, mamma e superhost su Airbnb da 4 anni: «Per me questa è stata un'opportunità e mi ha consentito di reinventarmi. Nonostante i titoli di studio nel campo dei Beni Culturali infatti non trovavo un lavoro decente e nessuno sbocco professionale valido. L'idea di rendere adeguato per la locazione turistica  il mio spazio inutilizzato mi ha trasformato in un host e ad oggi è questa la mia professione: pulire e preparare casa ogni due o tre giorni, occuparmi della burocrazia, seguire i miei ospiti durante il loro soggiorno supportandoli (ricerca di un taxi, consigli sulle cose da vedere e dove mangiare...). Raggiunta una certa tranquillità economica ho avuto la possibilità di chiudere il cerchio: studiare per diventare guida turistica e acquisire il patentino». 

Che significa "superhost"? «I superhost sono quegli host esperti che rappresentano un modello per gli altri ospitanti e per diventarlo bisogna accumulare diversi requisiti che sono una media fra l'esperienza complessiva dei guest, la qualità del servizio, l'efficienza e la velocità della comunicazione, la pulizia dell'appartamento e il riscontro oggettivo di quello che si è visto online». 

Affitti una stanza o un intero appartamento? Prima dell'affitto breve a cosa era adibito? «Il mio è un appartamento intero, una mansarda appena fuori dalle mura. Prima era inutilizzato e disabitato, poi ho deciso di rimetterlo a posto e svoltare provando a dargli un senso. Il mio target sono turisti, per la maggiore stranieri, fra i 30 e i 70 anni che si fermano in città fra i due e i tre giorni». 

Quando in città ci sono delle grandi fiere anche tu come molti hotel e strutture ricettive modifichi il costo delle stanze aumentando la tariffa? «Assolutamente no. La tariffa per il mio appartamento resta invariata a prescindere dell'alta o della bassa stagione, degli eventi e delle fiere in città e della richiesta per quei giorni. Penso che sia giusto così». 

Come risponderesti alla polemica che si scaglia contro il boom degli Airbnb in città? «Intanto ho un dato dell'associazione di turismo responsabile e home sharing Local Pal (della quale faccio parte) che era fra l'altro presente all'istruttoria pubblica dell'altro giorno: la percentuale del patrimonio immobiliare bolognese destinato alle locazioni turistiche è il 3%. Consideriamo che a Firenze è il 17%. Direi che questa è già una buona risposta».

E a chi accusa il sistema di non essere in regola? «Il problema di fondo delle regole è che c'è sempre chi non le rispetta e tende all'illegalità: noi di Pal cerchiamo appunto di fare la guerra a chi non si comporta per bene. Detto questo, sulla piattaforma Airbnb è tutto tracciabile, non c'è scambio di contanti». 



 

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