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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Gli effetti dell'alimentazione sulla salute mentale: "Mens sana in corpore sano. Importante affrontare il tema"

Cibo per la mente: consigli per alleviare depressione, attacchi di panico, insonnia, disturbi sessuali e problemi educativi dei bambini. Ce ne parla il direttore del Dipartimento di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche dell'Ausl di Bologna

In Italia c'è una città invisibile, più grande di Milano, popolata da due milioni di persone. I suoi abitanti sono le persone direttamente interessate dalla salute mentale, 800mila quelle in cura.

Terra sommersa, sconosciuta, non raccontata; spesso ancora a causa dei pregiudizi che soffocano la città con una cappa di mistero e vergogna. 

I numeri Istat dicono che, presso i soli servizi pubblici di salute mentale, nel 2018 erano 800mila le persone in cura in Italia. Tra queste, più di 30mila vivono in provincia di Bologna. Così, se si aggiungono i familiari e tutti i lavoratori del settore si arriva a due milioni di abitanti. La città sommersa.

A Bologna però c'è chi vuole respirare, e prova a uscire da quel manto insopportabile. È la rete di cinque associazioni della Salute Mentale aderenti al Cufo (Comitato Utenti, Famigliari ed Operatori dell’Ausl) che dal 2016 ha avviato un progetto di sperimentazione sul cibo e la salute mentale.

Come ci dice direttore del Dipartimento di Salute Mentale/Dipendenze Patologiche della Ausl di Bologna, Angelo Fioritti, con un'alimentazione sana e corretta è più facile sviluppare benessere e, più che curare una malattia, che ha sintomi e percorsi patologici, può aiutare a fare il modo che l'organismo sviluppi benessere e salute, allievando, dunque, anche la malattia. Del resto, Mens sana in corpore sano. 

Oltre gli psicofarmaci

Il risultato di questo progetto di formazione e sperimentazione – finanziato nell’ambito del programma Prisma (Promuovere e Realizzare Insieme Salute Mentale Attiva-mente) del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Bologna – è un libro, "Alimentazione e Salute Mentale", edito da Pendragon. Le autrici sono Marie Francois Delatour, presidente del Cufo, e la nutrizionista Anna di Muzio.

Oltre gli psicofarmaci, il sottotitolo. Lo spunto principale del libro è stata proprio la preoccupazione dei familiari e dei pazienti rispetto agli effetti collaterali di molti psicofarmaci. E così nel 2016 è partito un percorso con l’Azienda Usl di Bologna, proprio per migliorare il benessere fisico delle persone con disagio psichico, attraverso piani alimentari, diete personalizzate, attività fisica e un continuo monitoraggio degli obiettivi raggiunti dai singoli pazienti.

"C'è stata una parte di studio e formazione, con eventi e numerosi incontri molto partecipati. Il programma ha coinvolto famiglie, utenti accolti in gruppi appartamento o in altre strutture accreditate  – prosegue Fioritti –  per un anno si è studiato tantissimo, poi si è passati alla parte più pratica e sono state preparate e applicate delle sessioni di cucina che hanno coinvolto circa 80 persone tra familiari, utenti e operatori. Il libro ci racconta quello che è stato scoperto – continua – ma si parla di sperimentazione, attenzione, non lo leggerei come un manuale ma come un'ottima integrazione ai percorsi di cura, vuole ispirare percorsi indviduali o di gruppo".

Cibo per la mente

Depressione. Stimolare il fegato, separare i carboidrati dalle proteine nei pasti, cosa che facilita il recupero energetico e della vitalità; valutare se la persona tollera il glutine o comunque ridurlo; garantire buoni apporti di vitamina D, di pesce e di Omega 3. Importanti, poi, secondo le autrici, l’attività fisica e l’esposizione al sole, oltre a esercizi e tecniche per la mente, dalla psicoterapia alle tecniche meditative fino allo yoga. 

Insonnia. Il pasto della sera non dovrà essere ricco di proteine ma è comunque necessario avere un minimo di proteine alla sera, meglio se con carni bianche o pesce. Gli alimenti che conciliano il sonno sono: latte, noci e nocciole, lattuga, semi di zucca, ciliegie, pollame, banane, miele, avena e pane, pasta, riso, dolci fatti in casa. 

Crisi di panico.  Attenzione all’equilibrio glicemico dei pasti.

Iperattività e problemi educativi dei bambini. Eliminare tutti i carboidrati raffinati e gli additivi chimici, nonché diminuire i latticini. 

Disturbi sessuali. Alcune disfunzioni sessuali accompagnano spesso i disturbi mentali, e possono essere rafforzate dall’assunzione di certi  tipi di psicofarmaci, nonché dal fumo. Mangiare: asparago, avocado, grano saraceno, sedano, formaggi duri, cacao, uova crude, frutti di mare, ostriche, uova di pesce, olio di pesce, quasi tutte le carni, le olive, quasi tutti i semi, il ginseng, la cipolla, molte spezie ed erbe (chiodi di garofano, liquirizia, pepe, noce moscata, menta piperita, timo).

I numeri del progetto

In totale, in tre anni sono state formate 78 persone, 40 utenti hanno potuto sperimentare percorsi personalizzati di diete, nove strutture pubbliche e accreditate hanno aderito e hanno collaborato al progetto, 220 persone hanno partecipato direttamente alle conferenze e 70 utenti hanno frequentato i percorsi di integrazione corpomente, il laboratorio del gusto e il corso di cucina basica. 

"L'alimentazione è uno degli aspetti più importanti perché spesso i pazienti psichiatrici con disturbi gravi hanno malattie cardiometaboliche legate a sedentarietà, psicofarmaci, alimentazione scorretta – prosegue il direttore Fioritti – quindi è molto importante affrontare il tema e studiare, stiamo cercando di fare entrare il progetto nei percorsi integrati".

"È un unicum, siamo di fronte ad un gruppo di utenti e familiari che cerca di capire come sviluppare salute e benessere attraverso l'alimentazione. Materiale sperimentale, prezioso, soprattutto perché la scienza su questo non ci dice molto. Alcuni anni fa – continua – nelle cure psichiatriche non si prestava molto attenzione, per esempio, al peso e ai parametri metabolici. Ora invece si sta cambiando rotta e avere anche una base sulla quale orientarsi, come questo libro, è molto utile". 

"Ci vorrà il suo tempo – conclude il direttore – ma stiamo programmando anche il progetto per il 2020 perché è un terreno molto fertile che non si vuole abbandonare e i risultati sono più che soddisfacenti".

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