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Cronaca

Vittime di amianto, salta aumento in manovra: 'Beffa per i familiari'

I soldi sono già accantonati da un fondo apposito, ma serve un decreto per sbloccarli

Il 2019 è iniziato con cattive notizie per i malati per patologie connesse all'esposizione all'amianto: nella legge di bilancio, infatti, non ci sono i soldi promessi. E questo è un bel problema per parecchia gente fra i familiari delle vittime amianto e fra gli ex esposti amianto: "Centinaia di migliaia di persone coinvolte, senza considerare che il problema amianto riguarda tutta la cittadinanza a causa della perdurante diffusa presenza di amianto sui territori che mette a rischio la salute di tutti", segnala l'associazione familiari e vittime di amianto in Emilia-Romagna (Afeva).

Solo in Emilia-Romagna ogni anno oltre 150 persone si ammalano di mesotelioma pleurico, la malattia mortale derivata dall'inalazione di fibre d'amianto e tra queste una sessantina la contrae a causa di familiari che 'trasportano' frammenti di amianto negli abiti o perché si vive vicino a un deposito non smaltito.

C'è dunque "rabbia e frustrazione". Per dirla con le parole dell'associazione: "La vicenda della Legge di Bilancio 2019 approvata con voto di fiducia dal parlamento è una pagina nera per le vittime dell'amianto e gli ex esposti amianto".

E' successo che "l'8 novembre scorso ci avevano promesso- afferma Andrea Caselli, presidente dell'Afeva, parlando alla 'Dire'- di alzare da 5.600 euro una tantum a 12mila euro l'indennizzo per le vittime familiari e ambientali d'amianto, ma non c'è traccia di ciò nella legge di bilancio". E dire che sarebbe stata una operazione "a costo zero in quanto i soldi in realtà ci sono già poiché provengono dai risparmi di gestione del fondo vittime d'amianto, ma serve un atto legislativo che li sblocchi".

L'unica misura che, nella manovra, cita l'amianto è la conferma per il 2019 degli sgravi del 65% sui lavori di ristrutturazione che comportano la bonifica dell'amianto. Per chi si ammala sul lavoro a causa dell'amianto è prevista una rendita Inaip e un'indennità mensile; una una tantum da 5.600 euro per chi invece contrae la malattia a causa di una esposizione in altri contesti.

Troppo poco per l'Afeva e le altre assiciazioni che si battono contro l'amianto: "Nessuna delle richieste presentate al Governo ed al Parlamento da Cgil-Cisl-Uil e dalle associazioni è stata accolta, nemmeno quelle a costo zero". Le richieste, in particolare, erano due: una cabina di regia sul problema amianto fra Governo e sindacati ed associazioni e, appunto, gli emendamenti alla manovra per la rivalutazione dell'indennità del Fondo vittime amianto alle vittime familiari ed ambientali (da 5.600 a 12mila euro) e sulla riapertura della presentazione della domanda per i benefici previdenziali per gli ex-esposti.

Invece è saltato tutto per colpa dei "tempi stretti della discussione parlamentare ed i ripetuti voti di fiducia che hanno cancellato gli emendamenti presentati dai parlamentari". E' mancato, insiste l'Afeva, anche quel "piccolo atto di sensibilità da parte della maggioranza parlamentare" che poteva aggiustare tutto. Ma "torneremo alla carica- promette Caselli- in quanto è necessaria una riforma complessiva del Fondo vittime d'amianto, anche solo per adeguarsi agli standard di altri paesi europei. In Francia ad esempio per i malati d'amianto sono stanziati oltre 380 milioni di euro l'anno, in Italia appena il 10%". (Ola/DIre)

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