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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

'Aemilia', incassava denaro dai beni sequestrati: arrestato figlio di un imprenditore

Si tratta di una delle prime applicazioni in Italia dell'articolo 76 del codice antimafia

Una delle prime applicazioni in Italia dell'articolo 76 del codice antimafia ha portato ai domiciliari il figlio di un imprenditore calabrese nell'ambito dell'indagine 'Aemilia' sulle infiltrazioni 'ndranghetiste in Emilia Romagna. 

La nuova inchiesta ha coinvolto i parenti di due imputati nel maxi-processo, Palmo e Giuseppe Vertinelli, imprenditori di origine calabrese, operanti in Emilia-Romagna, e ora entrambi in carcere.

Per Antonio Vertinelli, figlio 31enne di Giuseppe, il Gip Alberto Ziroldi ha convalidato l'arresto, chiesto dai pm bolognesi Beatrice Ronchi e Marco Mescolini, eseguito dai Carabinieri del Ros di Roma e del comando provinciale di Reggio Emilia, ma sono sottoposti a indagine anche il fratello e un cugino dell'arrestato. Per la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna continuavano a incassare denaro da conti correnti e immobili sequestrati e dunque destinati all'amministrazione giudiziaria, con l'aggravante di aver favorito il sodalizio 'ndranghetistico in Emilia. 

ART. 76 CODICE ANTIMAFIA (comma 5). La persona a cui è stata applicata l’amministrazione giudiziaria dei beni personali, la quale con qualsiasi mezzo, anche simulato, elude o tenta di eludere l’esecuzione del provvedimento è punita con la reclusione da tre a cinque anni. La stessa pena si applica a chiunque anche fuori dei casi di concorso nel reato, aiuta la persona indicata a sottrarsi all’esecuzione del provvedimento. Per il reato di cui al comma precedente si procede in ogni caso con giudizio direttissimo.

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