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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Piazzetta Marco Biagi

Marco Biagi, Merola: Bologna garantirà sempre libertà di pensiero e di opinione'

A 14 anni dall'uccisione del professor Marco Biagi, il sindaco di Bologna celebra la ricorrenza: "interpretato il suo lavoro come un forte impegno civico a favore della nostra Repubblica e della nostra comunità. Marco è stato un esempio in questo, oltre che un esempio di coraggio civico"

Era il 19 marzo del 2002. "A 14 anni di distanza dal suo barbaro assassinio, ricordiamo Marco Biagi per l'attualità del suo esempio. La libertà della ricerca e dell'espressione delle proprie opinioni politiche oggi rischia di essere messa in discussione in tutta Europa. Non dobbiamo mai sottovalutare l'importanza di valori come la libertà di espressione e di opinione. Riaffermare questi valori democratici della nostra comunità è quindi un tema che ci coinvolge direttamente come Paese e come Europa. Ricordiamo oggi Marco Biagi in una città che orgogliosamente posso dire non smetterà mai di garantire libertà di pensiero e libertà di opinione". Con queste parole il sindaco di Bologna Virginio Merola ha accompagnato la deposizione di una corona in ricordo del professore ucciso sotto casa sua, in via Valdonica. 

"E' un ricordo che si fa di anno in anno più partecipato e approfondito - ha detto il sindaco in sede di consiglio - E' un ricordo non solo incentrato sull'opera e sugli studi di Marco Biagi, ma emerge sempre di più anche la memoria del suo esempio, cioè avere interpretato il suo lavoro come un forte impegno civico a favore della nostra Repubblica e della nostra comunità. Marco è stato un esempio in questo, oltre che un esempio di coraggio civico.

"Come ci ha ricordato la signora Marina Biagi pochi giorni fa, la situazione difficile e rischiosa e l'assurda revoca della scorta hanno visto in Marco Biagi - benché consapevole della situazione – la determinazione a continuare e a lavorare con l'idea di attuare le riforme che l'Italia aspettava da anni. E per questo è stato barbaramente ucciso".

UN EVENTO INDIMENTICABILE, NON SOLO PER BOLOGNA. "Questo terribile assassinio ha scosso profondamente la nostra città e l'intero Paese, ha portato a un dibattito serio e approfondito sulle proposte e sulle idee di Marco. In tanti hanno cercato di fare riferimento per dare forza alle proprie leggi, a questi studi, ed è certo che non è possibile sui temi della riforma del mercato del lavoro non tenere presente il contributo prezioso del lavoro di Marco. Una verità crudele, in realtà, è che noi non sappiamo quali sarebbero oggi le idee di Marco, né le sapremmo mai perché i terroristi hanno deciso che non poteva più esprimerle. Siamo a un fermo immagine. Questa è la ferita insanabile di una persona che ancora tanto avrebbe potuto dare al suo Paese, all'Europa e che tanto avrebbe potuto dare al servizio del Paese indipendentemente dal Governo in carica".

"Voglio aggiungere che oggi molte delle idee di Marco trovano attuazione nel dibattito politico, nelle riforme che si stanno portando avanti, che forse - per quanto mi riguarda - credo potremmo mettere a fuoco alcune cose, alcuni concetti di fondo che mi lascia, e me ne assumo la responsabilità, il lavoro di Marco".

"Innanzitutto ricordare che è stato un riformista socialista, che fa i conti con la realtà ma il lascito più prezioso, non solo di Marco ma di tutta la storia della nostra città se parliamo di riformisti socialisti, è che la volontà di cambiare le cose giorno per giorno, di farle sapendo quali sono i contesti in cui si lavora, di affrontare queste difficoltà e promuovere su questo una ricerca costante con la fatica del cambiamento quotidiano. Quello che credo di sapere è che ha cercato una terza via tra l'individualismo e lo statalismo, i mali antichi del nostro Paese. Una via in cui la prima tutela va alla persona, secondo un'idea di libertà responsabile che si deve esprimere anche nel lavoro e non può essere negata. Una libertà che passa anche per i diritti dei disoccupati, dei precari e per una buona e piena occupazione".

"Voglio ricordarlo assieme a voi a 14 anni di distanza, non solo per un dovere istituzionale e civico, ma per l'attualità del suo esempio. La libertà della ricerca, di esprimere le proprie opinioni politiche è un tema che oggi rischia di essere messo in discussione in tutta Europa, per quanto sta avvenendo con il terrorismo internazionale, con l'idea di sopprimere chi ha opinioni diverse e quindi è importante anche per il nostro Paese non sottovalutare questi valori, la libertà di espressione, di opinione e la nostra capacità insieme di comprendere che questo terreno della lotta per i diritti democratici e per riaffermare i valori democratici della nostra comunità è oggi un tema che ci coinvolge come Paese e come intera Europa. Da questo punto di vista niente deve essere sottovalutato, così come non devono essere sottovalutate nelle nostre città minacce alla libertà di insegnamento dei nostri professori, e questo è il luogo giusto dove dare la nostra solidarietà al professore Panebianco. Su questo non dobbiamo accettare sottovalutazioni improprie, né essere accondiscendenti.

L'INTERVENTO DI SIMONA LEMBI. "Signor Sindaco, signore consigliere e signori consiglieri, colleghi di Giunta, autorità civili e militari tutte. Anche quest'anno apro il Consiglio comunale ricordando che siamo riuniti per ricordare la figura del professor Biagi, in occasione dell'anniversario esatto del suo assassinio. Questo è il XIV anniversario ed è anche l'ultimo celebrato in questo mandato, e penso quindi che sia mio dovere, più di quanto non abbia fatto negli scorsi anni, sottolineare l'impegno, onorato, di aver voluto ricordare sempre, a Bologna a partire dal Consiglio comunale, la scomparsa di un grande figlio di Bologna, che ha pagato con la vita l'aver scelto di proseguire i suoi studi, di averli messi a disposizione della collettività tutta e del non essersi piegato a logiche di parte".


 

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