Studio Unibo: anziani non autosufficienti a rischio maltrattamenti e abusi
Lo rivela uno studio del dipartimento di Medicina legale dell'Alma Mater, condotto intervistando i volontari dell'Auser. Pm Giovannini: 'Raccogliere denunce a domicilio'
Molti anziani non autosufficienti in città sono a rischio maltrattamenti o abusi. Lo rivela lo studio di Giancarlo Salsi, ricercatore del dipartimento di Medicina legale dell'Alma Mater di Bologna, condotto intervistando i volontari dell'Auser, l'associazione di volontari per l'autogestione dei servizi e la solidarietà, presentato al Baraccano questa mattina.
Sono 60 i questionari distribuiti nel 2016, modellati sull'esperienza anglosassone, individuando possibili indicatori di fragilità e di rischio nel rapporto tra l'anziano e il suo 'caregiver', parente o badante che sia.
QUESTIONARIO. Le domande vertono su eventuali episodi di maltrattamento, sulle condizioni igieniche, protesi (occhiali, dentiere o altro) di cui avrebbe bisogno, alimentazione o sonnolenza di giorno o se l'eventuale animale domestico è in cattive condizioni. I quesiti riguardano anche il 'caregiver': se rimprovera in continuazione, se ha difficoltà a cucinare o a fornire i farmaci, a capire o a parlare con l'anziano. Dallo studio emerge che solo il 20% circa sono badanti. Nella maggior parte si tratta di familiari o parenti stretti.
Il risultato è che nel 35% dei casi emerge una sospetta condizione di abuso che andrebbe approfondita, un altro 24% presenta una possibilità di maltrattamenti, mentre nel 41% dei casi non si registrano situazioni preoccupanti.
"Ci sono persone invalide o incapaci che purtroppo devono rimanere in casa - ha detto il Procuratore aggiunto Valter Giovannini, intervenuto al convegno - come si fa a fare la denuncia in caso di maltrattamenti?". Se da una parte, secondo il magrsitrato, è un dovere denunciare, lo Stato, dal canto suo "non ha il dovere di mettere in condizione queste persone di sporgere denuncia?" quindi forse è il caso di non lasciare più questo impegno "alla libera iniziativa o alla sensibilità dei rappresentanti delle Forze dell'ordine locali, che con sforzi encomiabili nel periodo estivo, sapendo che le persone anziane sono più sole, ogni tanto riescono a mandare il personale a raccogliere la denuncia a casa". Dunque, sottolinea Giovannini, "non sarebbe il caso che lo Stato, il Parlamento e gli enti locali si facessero promotori di stabilire una forma di finanziamento, affinchè queste attività occasionali diventino assolutamente abituali ogni volta che una persona telefona ai numeri di emergenza?". (dire)