rotate-mobile

Anziani maltrattati, la stretta della Regione: "Più controlli e requisiti più stringenti"

No alle telecamere, garantire privacy. Legge regionale entro l'estate se Governo non agisce

Stretta su controlli, requisiti, apertura delle strutture non solo a parenti e conoscenti ma anche ad associazioni di volontariato del territorio. Fondi ai Comuni per aumentare i controlli su tutte le strutture e una task force dedicata.

Questo il piano della Regione Emilia-Romagna per evitare che si ripetano episodi di violenza nelle case famiglia, come avvenuto a San Benedetto e a San Lazzaro. Si parte dalla richiesta di cambiare la norma nazionale, come annunciato in conferenza stampa dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, che scriverà oggi stesso una lettera al governo.

"Manderò questo pomeriggio una lettera al governo e ai ministri competenti, se dovessero esserci tempi troppo lunghi - ha detto il presidente - faremo una nostra legge entro l'estate".

Più controlli

La Regione intende alzare la soglia attuale di controlli in almeno il 50% di queste strutture aggiungendo un 10% di controlli ulteriori, sempre fuori calendario e a sorpresa, anche ravvicinati rispetto agli ultimi fatti, verificando comunque tutte le strutture almeno una volta nell’arco dell’anno, già nel 2019. 

Per questo, sarà istituito un gruppo dedicato (task force) coordinato dall’assessorato regionale che veda la presenza di Ausl, Comuni, sindacati, associazioni di volontariato o comunque sigle del settore. I maggiori controlli riguarderanno anche i requisiti professionali e i contratti di lavoro applicati al personale impiegato.

Nel 2017 sulle strutture pubbliche e private, accreditate e autorizzate, sono stati realizzati quasi 400 controlli. Sulle case famiglia le verifiche sono state 263 (il 52%). Controlli che si sono focalizzati maggiormente su quelle per anziani, per le quali la percentuale è salita al 58% (233 esaminate).

In merito ai Comuni, a cui spetta il controllo, la Regione stanzierà dei fondi già a partire da quest’anno per la formazione professionale specifica degli agenti della Polizia locale.

Requisiti

D’intesa con Anci Emilia-Romagna, nei regolamenti comunali la Regione raccomanda di inserire verifiche prima dell'apertura, spazi adeguati e a norma, la presenza di personale qualificato, requisiti morali - come il certificato antimafia e fedina penale pultia per i titolari - e un' organizzazione strutturata delle attività con la presenza di un ‘diario di bordo’ dove vengano annotati ogni giorno le attività e gli eventi. 

Apertura

Sempre al fine di aumentare la vigilanza, la terza stretta della Regione riguarda l’apertura e la partecipazione: necessario rendere obbligatoria l’apertura delle strutture non solo a parenti e conoscenti, come già ora previsto, ma anche ad associazioni di volontariato del territorio o accreditate presso i Comuni e alle organizzazioni sindacali.

I Numeri

In Emilia-Romagna le case famiglia sono 505 (398 per anziani e 107 per persone con disabilità). Si tratta di piccole strutture totalmente private facili da aprire: basta presentare una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) ai Comuni, così come prevede l'attuale normativa.

Video popolari

Anziani maltrattati, la stretta della Regione: "Più controlli e requisiti più stringenti"

BolognaToday è in caricamento