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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico

Coronavirus, l'appello della cultura: "Non disdite abbonamenti"

L'assessore Matteo Lepore: "Può essere un piccolo segnale, che magari non tutti possono permettersi e non è obbligatorio. Ma se qualcuno ha voglia di tendere la mano agli operatori culturali, è il momento"

Chi ama la cultura, mandi un segnale di sostegno in questa fase così critica causata dal coronavirus: non disdica gli abbonamenti. E' l'invito firmato dall'assessore alla Cultura del Comune di Bologna, Matteo Lepore, che ieri ha affrontato il tema in commissione: "Può essere un piccolo segnale, che magari non tutti possono permettersi e non è obbligatorio. Ma se qualcuno ha voglia di tendere la mano agli operatori culturali, è il momento".

Il decreto del Governo "dice che tutti hanno diritto al rimborso dei biglietti - continua l'assessore - ma penso ci sia una parte della popolazione che oggi può donare agli altri": se si è abbonati per esempio ad un teatro, "è il momento di dimostrare che si ama davvero la cultura".

Lepore, inoltre, segnala che continua ad incassare firme l'appello lanciato nei giorni scorsi insieme agli assessori alla Cultura di altre nove grandi città italiane, per chiedere al Governo di dichiarare lo stato di crisi del settore e mettere in campo misure di sostegno specifiche: "Abbiamo già raccolto oltre 1.500 adesioni fra operatori culturali, intellettuali, artisti e tanti altri nostri colleghi di Comuni piccoli e medi sparsi in tutto il Paese". I contenuti di quel documento "hanno già trovato segnali di risposta importanti nel Cura Italia e nelle dichiarazioni di alcuni ministri", aggiunge l'assessore ma dopo l'emergenza bisognerà affrontare anche le "carenze strutturali" che già prima caratterizzavano il comparto culturale. Al momento tra i lavoratori dello spettacolo "a risentire maggiormente della crisi è il comparto degli scritturati artistici e tecnici", spiega Claudio Longhi, direttore della Fondazione Emilia-Romagna teatro (Ert).

I dipendenti della Fondazione Ert "attualmente sono tutti tutelati - continua Longhi - nel senso che non abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione". Su 43 dipendenti a Bologna, 21 impiegati sono in smart working e 11 tecnici in ferie o permesso.

"Chi soffre di più sono le maschere", segnala Longhi, perché sono senza paga e quindi si sta lavorando verificare la possibilità di accesso alla cassa in deroga". Poi c'è il nodo date annullate: "Bisognerà capire come smaltire la congestione che si creerà tra la volontà di recuperare e quella di dare spazio alla nuova programmazione", conclude Longhi.

Su ferie e permessi il Teatro comunale sta lavorando già dal 6 marzo, riferisce il direttore del personale, Maurizio Boschini, sottolineando che l'obiettivo è "mantenere le buste paga ai migliori livelli possibili" per i dipendenti a tempo indeterminato e determinato: è in corso uno "studio sui conti" per capire come utilizzare il Cura Italia. Ci sono circa 15 amministrativi in smart working e cresceranno, "ma chiaramente non possono farlo le masse artistiche", continua Boschini.

Mentre per gli intermittenti (dalle maschere ai costumisti) "stiamo cercando di capire l'ammortizzatore giusto", riferisce il manager che, poi, sollecita un intervento normativo per estendere la possibilità di donare le ferie a chi ne ha meno (la pensa così anche l'assessore al Lavoro, Marco Lombardo): oggi si può fare solo verso genitori con figli che hanno problemi di salute, ma allargare "darebbe un po' di respiro in più". Infine, la programmazione: finora il Teatro ha ricalendarizzato gli spettacoli nella stagione in corso (che per il Comunale si basa sull'anno solare), ma "da adesso in poi è molto più facile che si passi alla successiva", spiega Boschini. (Dire)

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