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Cronaca

Zuppi ricorda il cardinale Lercaro: 'Superare le rigidità e abbandonare i luoghi comuni"

"Il conferimento della cittadinanza a Lercaro fu un passaggio simbolico. Lui e il sindaco Fanti uomini veri che hanno saputo interpretare in profondità, le aspirazioni e le richieste della città"

Una giornata e un convegno per ricordare il Cardinale Lercaro, che fu arcivescovo di Bologna dal '52 al '68: è stato l'attuale arcivescovo Matteo Zuppi a trattare alcune tematiche profonde, ma molto concrete come il rapporto fra Chiesa e Istituzioni, la solitudine e l'alienazione, l'umiltà di stare fra la gente e soprattutto del dialogo. 

Il cardinale e il sindaco comunista, accomunati dalla capacità di dare, a decenni di distanza dal loro operato, "una spinta ad aprire gli occhi", e ad approfondire "le possibilità che abbiamo oggi di guardare al futuro". Il cardinale è Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968. Il sindaco è Guido Fanti, che guidò la città dal 1996 al 1970.

A riflettere sull'attualità delle due figure e sul legame tra loro è l'attuale arcivescovo, Matteo Zuppi, che ieri mattina ha partecipato al convegno "Così lontane, così vicine. Il rapporto fra la diocesi e la città di Bologna", organizzato dal Comune e dall'associazione Il mosaico per ricordare il 50esimo anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria a Lercaro da parte di Fanti.

"Di questi tempi vanno molto di moda i revival" - ha detto Zuppi -  ma in questo caso c'è molto di più. Nelle parole ricordate oggi e soprattutto nella testimonianza di Lercaro e anche di Fanti, sento tutt'altro che un'operazione nostalgia ma una spinta ad aprire gli occhi", sottolinea l'arcivescovo.

Zuppi non si sottrae all'opportunità di commentare non solo la figura di Lercaro, ma anche quella del sindaco del Pci: "Anche per lui non dev'essere stato proprio facilissimo - dice il vescovo, ricordando che nel suo discorso di allora fu lo stesso Fanti a parlare della necessità di superare certe rigidità e abbandonare i luoghi comuni - E il conferimento della cittadinanza a Lercaro fu un passaggio veramente simbolico, che oggi ancora spinge a ricordare l'operato di "uomini veri che hanno saputo interpretare, non in apparenza ma in profondità, le aspirazioni e le richieste della città"

Questo grazie alla "grande umiltà" di saper "stare con la gente, capirla, esprimerla e non usarla, non andare con i sondaggi, non allisciarla: ma l'umiltà vera, quella di capire", riflette Zuppi. Nel cammino di Lercaro c'è stata un'evoluzione perchè ha "continuato ad ascoltare il vangelo e ad ascoltare la gente", continua il prelato: "Qualche volta questo dà fastidio, come se mettesse in discussione la fedeltà totale di Lercaro alla Chiesa. Certo che c'èstata fedeltàtotale e proprio per questo motivo c'è stato anche un itinerario".

Temi più che mai attuali. "Andare incontro a tutti, questo è quanto ci chiede Papa Francesco: metterci a parlare con tutti, quindi passare dallo scontro al dialogo, continua Zuppi, riconoscendo la "capacita'' di Dozza e poi di Fanti, con posizioni e con sensibilità evidentemente di verse, di cercare comunque un dialogo".

E se su Lercaro non sono mancate le "accuse" e le "resistenze", fino ad arrivare alla "denigrazione" perchè al cardinale è stato imputato di "perdere l'identità, in questi casi c'è un'incomprensione profonda dello sguardo evangelico di Lercaro che credo l'Evangelii Gaudium (la prima esortazione apostolica di Papa Francesco, ndr) ci propone di nuovo a 50 anni" di distanza da quegli eventi. Nella lezione di Lercaro lo spirito cristiano deve "formare i nuovi quartieri per evitare il rischio di una città alienata", continua Zuppi: "Nei miei anni giovanili questo termine andava molto di moda, mentre oggi l'alienazione è così invisibile che non ce ne accorgiamo nemmeno e la combattiamo così poco": eppure, è pericolosa come "quei gas invisibili e inodoro che poi ci intossicano". 

Il cardinale, poi, desiderava "una città a misura d'uomo che per lui era un canone molto cristiano, che lo spingeva ad affrontare in maniera molto realistica i problemi: un esempio è la costruzione del Villaggio per i giovani sposi, testimonianza di un problema casa tutt'altro che rimandato e lasciato ad una dimensione solo spirituale".

"Il cardinale Lercaro ha saputo portare la Chiesa ovunque e la città si è sentita capita, per questo credo che ricordarlo ci aiuti anche oggi a credere in una Chiesa che rivive quella stagione del Concilio, quella stagione di apertura, di pentecoste in cui la città non era un mero teatro, ma era il luogo dove vivere ed incarnare il vangelo e quindi dove farsi interrogare".

Da allora è cambiato molto, ma per Zuppi i temi sono gli stessi: periferie, poveri e pace. Su questo sfondo: "Noi dobbiamo costruire delle comunità - continua il suo discorso - riempire i luoghi che Lercaro ci ha lasciato con comunità aperte alle domande umane, che sono anche queste cambiate. Si è molto più soli, metà dei nuclei familiari a Bologna sono composti da una persona e quindi quella umanizzazione della città che voleva Lercaro, oggi, ci impegna per esempio a contrastare la solitudine e l'isolamento". 

(agenzia Dire)

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