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Cronaca Borgo Panigale / Via Marco Emilio Lepido

Ha minacciato il "fratello ricco" con una pistola: voleva 4 mila euro

Un 40enne pregiudicato ha tentato un'estorsione ai danni del fratello imprenditore: "Dammi 4 mila euro o sparo!". Rifugiatosi da parenti è stato poi tratto in arresto

Nel pomeriggio di sabato i carabinieri della Stazione di Granarolo dell’Emilia e del NOR della Compagnia di Medicina, al termine di un'indagine, hanno localizzato in  via Marco Emilio Lepido e sottoposto a fermo di indiziato di delitto un pregiudicato sassarese ritenuto responsabile di estorsione e lesioni personali aggravate. P.A. 40enne che vanta numerosi precedenti per reati contro la persona ed il patrimonio, è stato rintracciato nell’abitazione di un parente, dove si era rifugiato dopo aver minacciato il fratello imprenditore per farsi dare dei soldi.

LA MINACCIA ARMATA CONTRO IL FRATELLO. Le indagini erano scattate la mattina precedente, quando i Carabinieri di Granarolo Emilia hanno acquisito la denuncia da parte del fratello del fermato (P.L. 30enne residente a Bologna), titolare di una ditta specializzata nella costruzione di impianti industriali. L’imprenditore aveva raccontato agli investigatori che, qualche ora prima, aveva ricevuto la visita del fratello maggiore col quale aveva avuto un’animata discussione. Quest’ultimo, dopo aver estratto una pistola, lo aveva minacciato chiedendogli del denaro per far fronte ad esigenze personali (4mila euro).

CONTINUA RICHIESTA DI DENARO. Era intervenuto anche il padre dei due (P.F. 62enne residente a Bologna) che, nel tentativo di bloccare il figlio maggiore, veniva colpito al capo da quest’ultimo col calcio dell’arma, riportando lievi lesioni medicate presso il pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Orsola. A quel punto l’aggressore si era allontanato a bordo di una Mini Cooper. Già il giorno prima l’aggressore aveva richiesto denaro al fratello, tenendo un comportamento simile ma limitandosi a danneggiare solo alcuni computer e arredi dell’ufficio.

AMMISSIONE DI COLPA E ARRESTO. Quando i Carabinieri lo hanno bloccato, P.A. non ha taciuto le proprie responsabilità nell’episodio e li ha condotti nel luogo dove aveva nascosto l’arma usata: una pistola a salve marca “Bruni”, copia esatta di quella in uso alle forze di polizia, occultata dietro un cassonetto della raccolta di indumenti usati ubicato in via Croce Coperta. Dopo aver sequestrato l’arma, i Carabinieri hanno così sottoposto a fermo l'uomo, conducendolo presso la locale casa circondariale a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.

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