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Nasce una nuova associazione per il futuro della Staveco

Aperta nel 1880 come Laboratorio Pirotecnico, è stata per decenni una delle più grandi fabbriche di Bologna, sia per estensione che come forza lavoro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Il 14 giugno 2017 è stata fondata a Bologna l'associazione di promozione sociale Laboratorio Staveco, con l'obiettivo di proporre il recupero dell'ex stabilimento militare STAVECO situato ai piedi dei colli bolognesi come centro per la cultura dell'artigianato.

Laboratorio STAVECO è stata fondata da: - Sebastiano Curci (Presidente), giornalista ed educatore sociale; - Agnese Casadio (Vicepresidente), architetto; - Andrea Cucinotta, architetto; - Jacopo Ibello, geografo e archeologo industriale; - Luca Naldi, artigiano; - Gianmaria Socci, architetto. L'associazione rappresenta il punto di arrivo di un lavoro iniziato diversi mesi fa ​​​​da questo gruppo interdisciplinare di giovani professionisti, che si è unito per rilanciare un monumento dell'archeologia industriale da anni in preda al degrado. La STAVECO, aperta nel 1880 come Laboratorio Pirotecnico, è stata per decenni una delle più grandi fabbriche di Bologna, sia per estensione che come forza lavoro impiegata. Il complesso presenta architetture industriali di grande pregio, che sono riconosciute come degne di salvaguardia da parte della Soprintendenza. Dismessa dagli anni '90, la STAVECO è stata protagonista negli ultimi anni di un tentativo di recupero come campus dell'Università di Bologna. Un tentativo purtroppo fallito, e ora questa grande area abbandonata è di nuovo senza una destinazione. A fine 2016 il gruppo fondatore di Laboratorio STAVECO, seguendo l'idea sviluppata da Sebastiano Curci di realizzare lì dentro una "cittadella dell'artigianato", si è messo al lavoro per presentare al Comune di Bologna, all'Università e a numerose realtà artigianali locali una proposta di recupero del complesso. Mantenendo la vocazione produttiva storica del luogo, il team propone di realizzare un luogo dove gli artigiani e le loro organizzazioni in città possano trovare spazi non solo di lavoro, ma anche di trasmissione del proprio saper fare alle generazioni future. Una "cittadella dell'artigianato" con aree per la produzione, l'apprendimento, l'esposizione dei prodotti e l'avvio di nuove imprese. In seguito al successo riscontrato dalla proposta sia tra gli attori coinvolti nel recupero della STAVECO (Comune, Università) che tra le organizzazioni artigianali (CNA) e alcune realtà del settore, il gruppo ha deciso di fondare Laboratorio STAVECO per formalizzare l'intenzione di portare a termine il suo progetto, attraverso la collaborazione con gli attori interessati nel processo e la ricerca di finanziamenti pubblici e privati. L'associazione si propone inoltre di "esportare" il modello di recuperare ex spazi industriali per destinarli di nuovo ad attività produttive, per mantenere l'identità di questi luoghi e valorizzare le potenzialità economiche e culturali del settore manifatturiero e artigianale.

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