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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza di Porta Santo Stefano

Sgombero Atlantide: ultimatum scaduto, 100 in presidio davanti al centro sociale

Oggi alle 8 è scaduto il termine ultimo dettato dal sindaco per lasciare i locali. Un centinaio di persone in sit-in davanti al Cassero di Porta Santo Stefano, tra cartelli, striscioni, canzoni e invettive contro Merola

Ultimatum scaduto per gli attivisti del centro sociale lgbt "Atlantide", che oggi, entro le 8, avrebbero dovuto sgomberare i locali del Cassero di Porta Santo Stefano, come da ordinanza del sindaco.  A metà mattinata,  le forze dell'ordine non si però sono viste. Pronte, invece, le 'atlantidee': un centinaio di persone sta comunque dando vita a un presidio davanti ai locali di  Porta Santo Stefano, brandendo cartelli, e intonando canzoni e invettive contro il sindaco Virginio Merola e  che li vuole fuori, 'perchè il Quartiere ha bisogno di questi spazi'.

Il presidio si svolge di fronte all'ingresso di Atlantide, davanti al circolo anarchico "Berneri". Davanti alla porta di Atlantide, infatti, sono stati piazzati dei bicchieri pieni di liquido rosa. "Così - dicono i manifestanti- se vorranno sgomberarci dovranno sporcarsi le mani". Anche se il tono del presidio è prevalentemente ironico, con i manifestanti che cantano alcune canzoni famose modificando i testi in chiave lgbt, non mancano slogan come "Contro Merola e Giorgetti (Ilaria, presidente del Quartiere Santo Stefano, ndr) orde di lesbiche e frocetti" e accuse contro il Comune, che sarebbe ormai "commissariato dalla Procura".

Nel mirino dei manifestanti c'è soprattutto il sindaco, che secondo i manifestanti "con le sue parole di ieri sulla ''lobby gay'' ha fatto suo il linguaggio dei razzisti e degli estremisti di destra".

Anche se per ora lo sgombero sembra scongiurato, da Atlantide fanno sapere che "la nostra resistenza continuerà". Beatrice, rappresentante del collettivo lgbt, afferma infatti che "non c'è ancora un piano preciso di iniziative, ma di sicuro nei prossimi giorni lanceremo una campagna caratterizzata dall'hashtag #atlantideovunque", per far capire che "anche se ci cacceranno dalla nostra sede, noi non scompariremo".

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