Claudia, una bolognese a Parigi: 'Ci sentiamo in guerra contro un nemico interno'
Il racconto delle ore drammatiche nella capitale francese: "Sono venuta in Francia proprio perchè multietnica e multireligiosa, penso a tutte le famiglie a doppia cultura che vivono in pace nel rispetto delle regole repubblicane"
Claudia Bartolomei, bolognese, vive a Parigi dal marzo 1989. Ha frequentato a Bologna il liceo linguistico internazionale e la scuola superiore per interpreti e traduttori, ora è capo cabina in Airfrance. "Sono venuta in Francia proprio per la sua cultura multietnica, multireligiosa. Nel 1989 in Italia c'erano solo italiani, bianchi e cattolici. Volevo nuovi orizzonti e, grazie alĺ'opportunità offertami da Airfrance, vivere a Parigi, città colorata e in un paese patria della liberté, égalité et fraternité".
Come tutto il mondo, e in Francia in particolare, contattiamo Claudia mentre da ore sta seguendo l'evoluzione l'evoluzione, e poi il drammatico epilogo, dell'attacco a Charlie Hebdo e al market ebraico, che infine ha fatto 20 morti, killer compresi. E' in contatto continuo con marito e figli perché rientrino al piú presto a casa.
Claudia ha vissuto per 10 anni, proprio nell'XI arrondissement, dove c'é la sede di Charlie Hebdo, quartiere che conosce bene. "Ironia della sorte da 16 anni vivo nell'Oise, ad appena 20 km da Dammartin en Goêle", dove i terroristi si sono barricati con gli ostaggi. Una bella zona di campagna, non lontano da Villers-cotterêts "dove i terroristi hanno fatto il braquage al distributore di benzina. Inutile raccontare la paura e la tensione provata in questi giorni, perché sapevamo che i terroristi erano vicini, armati e pericolosi. Mio marito lavora a Parigi nel Marais, quartiere ebreo, i miei figli sono al liceo e all'università a Meaux, che rientra nel perimetro a rischio in Seine et Marne, e mia figlia in un paese qui vicino".
"Da quando vivo in Francia ho vissuto indirettamente (fortunatamente), ma con grande emozione la presa in ostaggio di un intero equipaggio Airfrance durante la prima Guerra del Golfo (1991), poi di un altro equipaggio ad Algeri il 24 dicembre 1993 e gli attentati nella metro di Parigi nel 1995, episodi drammatici che lasciano il segno. E in questi giorni, tutti i francesi pensano a questi momenti. E il sentimento generale e che ci sentiamo in guerra contro un nemico interno che la Francia ha accolto, certo non bisogna mettere tutti i mussulmani sullo stesso piano, ma la tensione fra le comunità sale. Tante manifestazioni spontanee si sono organizzate in tutta la Francia: il messaggio nous sommes tous Charlie é molto forte. I francesi aspettano che il governo prenda una posizione dura per eliminare tutti gli estremisti sul territorio. La Francia accoglie tutte le religioni rispettose della vita umana! Una cosa é sicura ci sarà un dopo attentato....."
L'EPILOGO. "Tutto é finito: i terroristi sono stati uccisi ma ci sono ancora minacce di nuovi attentati" ci scrive Claudia "ma i francesi non vogliono arrendersi e vogliono combattere assieme per la libertà di opinione e il rispetto delle differenze religiose. Domenica ci saranno delle manifestazioni in tutta la Francia e a Parigi anche Renzi, ho saputo, verrà à sfilare con Hollande assieme ad altri politici europei. Tutti i francesi sono sinceramente colpiti dalla solidarietà dimostrata in tutto il mondo e questo ci rende piú forti per continuare la guerra contro ogni forma di estremismo fanatico. W LA FRANCE et LA LIBERTÉ".
Ormai Claudia considera la Francia il suo paese: "Sono sposata da 20 anni con un francese, abbiamo tre figli e viviamo la doppia cultura con molta naturalezza. I miei figli sono bilingue e anche mio marito parla italiano, veniamo spesso in Italia, ma siamo sempre contenti di tornare a casa in Francia. Tante sono le famiglie biculturali come la nostra; penso a tutte le famiglie franco-algerine, tunisine, marocchine, ivoriane, camerunesi che vivono in pace e nel rispetto delle regole repubblicane". Non vogliono, quindi, arrendersi di fronte a una minoranza di fanatici integralisti "Che vogliono creare il caos - dice - questo é il messaggio della maggior parte della popolazione francese!"