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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Vergato

Esercito di "badanti fantasma": scattano 200 denunce e un arresto

Falsi contratti per ottenere permessi di soggiorno per stranieri e l'indebita percezione della disoccupazione: "Agivano con disarmante semplicità, ma allo stesso tempo in modo subdolo e di difficile rilevazione"

234 denunce e un arresto. E’ il bilancio di un’operazione dei Carabinieri relativa ai falsi contratti di lavoro finalizzati all’ottenimento di permessi di soggiorno per stranieri e all’indebita percezione dell’indennità di disoccupazione.

Mare di denunce e un arresto

Nella mattinata odierna i militari della stazione di vado hanno arrestato un cinquantenne di origini campane, ritenuto responsabile di uso di atto falso e utilizzo di documenti contraffatti necessari per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno.

A conclusione dell'indagine, condotta dai Carabinieri di Vado e Vergato, sono inoltre state denunciate 234 persone, per lo più cittadini extracomunitari, perchè ritenuti responsabili di falsità ideologica commessa dal privato in atti pubblici, indebita percezione di erogazione a danno dello Stato, favoreggiamento alla permanenza in Italia di clandestini, utilizzo di documenti contraffatti necessari per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno. 

Centinai di contratti fittizi, spesso ignari i datori di lavoro

L'indagine è partita da un'attività informativa e ha portato ad un soggetto che, svolgendo l'attività di "consulente sindacale" per sbrigare le pratiche attinenti rapporti con l'Inps e il Fisco, aveva - in alcuni casi con l'appoggio di suoi clienti - comunicato fraudolentemente - attraverso canali informatici, l'avvenuta instaurazione di numerosi rapporti di lavoro subordinato, in realtà mai avvenuti. In pratica si fingevano assunzioni per l'ottenimento o il rinnovo di permessi di soggiorno in modo da regolarizzare la presenza sul territorio italiano di cittadini extracomunitari.

Il sistema utilizzato per mettere a punto l'imbroglio, sottolineano i militari, era "di una disarmante semplicità, ma al tempo stesso si è rivelato subdolo e di non facile rilevazione, perchè operato  da remoto", ovvero utilizzando la piattaforma informatica Inps, messa a disposizione dall'ente per accedere ai vari servizi.
"Proprio sfruttando indebitamente la piattaforma, il principale indagato avrebbe formalizzato le assunzioni di centinaia di soggetti - quali collaboratori domestici e badanti - in maggioranza stranieri, in alcuni casi con la complicità del finto datore di lavoro. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, si sarebbe operato all'oscuro dei fittizi datori di lavoro.

VIDEO: Imbroglio collaudato, così operavano

Tornaconto: permessi soggiorno e non solo

"La messa in scena dei contratti di lavoro non era fine a se stessa", spiegano i carabinieri, "aveva lo scopo di      consentire ai soggetti extracomunitari di poter ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso/carta di soggiorno, ovvero domandare l’ottenimento della cittadinanza". Non solo. Serviva anche per richiedere e ottenere un’ingiusta indennità di disoccupazione a cittadini italiani o extracomunitari; o per documentare fraudolentemente il possesso dei requisiti necessari per ottenere dei prestiti finanziari presto istituti di credito.

Questura e Inps gabbati

L’utilizzo dei finti contratti di lavoro, aggiungono gli investigatori, "ha indotto in errore alcuni uffici della Questura, che hanno rilasciato o rinnovato permessi/carta di soggiorno a soggetti che altrimenti non avrebbero riunito i requisiti, come lo stesso INPS che è stato tratto in inganno laddove ha erogato, per più soggetti, l’indennità di disoccupazione per un ammontare di circa 500.000,00 Euro. Situazioni già singolarmente segnalate per la risoluzione ad entrambe le Amministrazioni".

Quanto fruttava il raggiro?

Dall'indagine è emerso, infine, che il principale indagato intascava, da ogni finto lavoratore, fino a circa 1.000,00 Euro, e i 15 falsi datori di lavoro conniventi, qualche centinaia di Euro.

"Si è potuto accertare tali anomalie - chiosano i carabinieri - spie di irregolari assunzione, solo con accertamenti diretti, e ciò ha permesso agli indagati di passare inosservati, nelle loro illegali condotte, ai sistemi informatici dell’Istituto di previdenza."

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