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Cronaca Navile

Bambino bengalese rifiutato da una scuola al Navile: 'Non abbiamo posto'

Un caso che sta facendo discutere quello del rifiuto causa aule piene di una scuola media pubblica. Il presidente del quartiere: 'Chiederò chiarimenti al dirigente scolastico, a scuola e provveditorato'

A un bambino bengalese è stata rifiutata l'iscrizione alla scuola media. Il caso sta facendo molto discutere ed è stato reso noto dalla Scuola d'Italiano per Migranti di Xm24.

Ad aprile il padre si era rivolto ad una scuola del quartiere Navile, ma la risposta è stata "non abbiamo posto". Tuttora il bambino attende una risposta, anche se le procedure sono state attivate, ma "solo dopo le nostre pressioni" riferisce la nota del centro che denuncia una sorta di "razzismo istituzionale e dispersione scolastica indotta anche nella rossa Emilia che si vanta di avere il welfare più all'avanguardia d'Italia".

"Mi sto occupando del caso" ha detto Daniele Ara, presidente del quartiere Navile, a Bologna Today "posso chiedere allo stato e al provveditore di dare una risposta poichè mi occupo di nidi e materne, ma posso dire la mia. La scuola media non è di mía competenza. Chiederò al dirigente e al provveditore chiarimenti".

NON E' L'UNICO CASO. Anche dall'Ufficio Stranieri dalla Cgil confermano ai microfoni di Radio Città Fujiko che, in caso di ricongiungimenti famigliari, non è insolito che le scuole tentino di rifiutare l'iscrizione e non prendano in carico la domanda. Il sindacato consiglia a tutti i migranti di presentare la domanda di iscrizione scolastica accompagnati da un italiano, di rivolgersi all'Ufficio Scuola del Comune di Bologna o comunque di pretendere una risposta scritta.

In altre parole: è molto difficile che un migrante riesca autonomamente a iscrivere a scuola il proprio figlio, perlomeno se questo è arrivato ad anno iniziato.

"In casi del genere, quando i migranti si rivolgono a noi - spiega Annarosa Rossi dell'Ufficio Stranieri - spesso accompagnamo la famiglia. Se la scuola dice di no, facciamo due righe in cui chiediamo l'iscrizione e chiediamo la risposta scritta".

Un altro percorso che il sindacato consiglia è quello che passa per l'Ufficio Scuola del Comune e per l'accompagnamento dei servizi sociali. In ogni caso Rossi sottolinea che, "se un migrante va da solo, incontra comunque delle difficoltà". Difficoltà che potrebbero essere risolte con un regolamento od una prassi. "La prassi dell'ufficio comunale è piuttosto consolidata - spiega la sindacalista - Se vai da solo dipende chi incontri: potrebbe essere un bidello, un professore o il dirigente scolastico". In quest'ultimo caso, proprio perché consapevole delle proprie responsabilità, è difficile incontrare un rifiuto.

"Non è detto però - precisa la responsabile dello Sportello Stranieri - che nel giro di un giorno la questione si risolva. I tempi medi vanno da 10 giorni a due settimane". Un tempo accettabile, dunque, che non ha nulla a che vedere con gli 8 mesi trascorsi dal tentativo di iscrizione della famiglia del ragazzino bengalese.
 "È una cosa gravissima - osserva Rossi - Se fosse capitato a me un caso del genere avrei ribaltato la città. La scuola ha l'obbligo della presa in carico, poi può non esserci posto, ma intanto la presa in carico e la ricerca di una collocazione devono esserci, visto che vige l'obbligo formativo. Qui siamo fuori da ogni norma".
 

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