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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Bambino senza scuola, indignazione e 'scappellotti' al Ministero: così arriva la soluzione

La vicenda è approdata a Roma, attraverso interrogazioni urgenti al ministro Carrozza. Per l'Ufficio territoriale scolastico si è trattato di un'"incomprensione", infatti ora si è trovato posto in una scuola. Anzi, in due: alla famiglia non resta che scegliere

Dopo tutto il clamore sollevato intorno alla vicenda del bimbo bengalese che in otto mesi non è riuscito a trovare posto a scuola, la vicenda pare aver trovato soluzione. Come ha annunciato ieri la dirigente dell'Ufficio territoriale scolastico - Maria Luisa Martinez - si è finalmente individuato un'istituto che ha posto per accoglierlo - anzi due. Ora per la famiglia del giovane c'è "addirittura"l'imbarazzo della scelta: 'Potranno scegliere se iscriverlo in prima media nell'istituto comprensivo 7, oppure in seconda o terza nell'Ic 5", come rassicurazione il provveditore Martinez, spiegando che intorno alla vicenda non ci sarebbe stata "insensibilità, ma forse non c'è stata chiarezza nella esposizione alla famiglia, oppure non c'è stata comprensione di quanto era stato loro esposto  nelle nostre scuole, nella stessa scuola a cui si erano rivolti, sono stati accolti ragazzi in condizioni simili".

Il posto per lo studente è dunque saltato fuori. Ma ce n'è voluto di tempo e soprattutto di indignazione. La vicenda è addirittura giunta a Roma, visto che la senatrice Pd Francesca Puglisi, capogruppo in VII Commissione (Istruzione), ha presentato un'interrogazione urgente al ministro Maria Chiara Carrozza per chiedere "quali sono le sue intenzioni e porre la parola 'fine' ad una vicenda che ha del surreale", e che "deve essere risolta" al più presto.

Il problema, spiega la senatrice Pd, è che gli istituti devono rispettare un tetto di massimo affollamento stabilito dal Comune secondo le norme sulla sicurezza, e, il Miur non concede classi aggiuntive, con risorse e insegnanti. E siccome a Bologna in questo anno scolastico sono in arrivo, con i ricongiungimenti famigliari, circa 400 bambini e ragazzi stranieri dai 6 ai 18 anni, "ho chiesto al Ministero di chiarire quanto accaduto e di provvedere con urgenza attraverso i propri uffici scolastici provinciali a coordinare l'accoglienza dei minori stranieri che arrivano nel nostro Paese in corso d'anno". Affinché sia "assicurato a tutti i bambini e le bambine il diritto all'istruzione, senza scaricare sui singoli dirigenti scolastici" l'intera responsabilità e senza le risorse adeguate per risolvere i problemi. Il diritto all'istruzione è uno dei principali diritti umani e "la situazione di esclusione che si è verificata a Bologna è semplicemente intollerabile".

Sulla vicenda era intervenuto anche Giovanni Paglia, deputato di Sel,che ha pure presentato un'interrogazione al Ministero dell'Istruzione, per sapere quante siano state nell'ultimo anno scolastico le domande di inserimento respinte per mancanza di posti a Bologna e in Italia. La notizia per Paglia "lascia veramente di stucco e squarcia di nuovo il velo sulle precarie condizioni dei ragazzi stranieri giunti in Italia a seguito di ricongiungimenti familiari'.


 


 

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