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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sentenza Unipol, telefonata Fassino-Consorte: "Berlusconi ok alla pubblicazione, sinistra affarista"

Ascoltò la telefonata e la fece pubblicare su "Il Giornale", la motivazione della condanna a un anno per l'ex premier, ma ce n'è anche per Fassino e la sinistra

Non solo Silvio Berlusconi ha ascoltato la telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte nella l'ex leader Ds chiedeva "Allora abbiamo una banca?", ovvero il tentativo di scalata a Bnl da parte di Unipol. "La sua qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino rende logicamente necessario il suo benestare alla pubblicazione della famosa telefonata, non potendosi ritenere che, senza il suo assenso, quella telefonata, che era stata fatta per altro ascoltare a casa sua fosse poi pubblicata". Così si legge nelle motivazioni della sentenza dei giudici della quarta sezione penale, con la quale il 7 marzo scorso hanno condannato Silvio Berlusconi a un anno di reclusione per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio con il fratello Paolo.

L'incontro a cui fa riferimento la sentenza è quello del 24 dicembre 2005, quando Paolo Berlusconi vide il fratello ad Arcore insieme a due imprenditori Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli, quest'ultimo titolare della società che faceva le intercettazioni telefoniche per la procura di Milano.

LA DIFESA. Secondo la difesa, infatti, l'ex premier non avrebbe sentito la telefonata perché durante l'incontro si assopì e perché il computer con cui avrebbero dovuto sentire la telefonata non funzionò. In udienza preliminare, il leader del Pdl aveva dichiarato "di essere assolutamente contrario alle intercettazioni che considera barbarie perché contrarie al diritto di segretezza delle comunicazioni, sancito dalla Costituzione quale espressione del diritto di liberta dell'individuo", ricordano i giudici.

CE N'E' ANCHE PER PIERO FASSINO. La domanda "abbiamo una banca?" dell'allora segretario dei Ds Piero Fassino era "significativa della capacità della sinistra di 'fare affari' e mettersi a tavolino con i poteri forti, in aperto contrasto con la tradizione storica, se non di quel partito, quanto meno dell'orientamento del suo elettorato".

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