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Bicicletta: ricerca dell'Alma Mater per ridurre gli incidenti

20 volontari con occhiali dotati di due telecamere: la prima punta alla strada, la seconda, a infrarossi, registra i movimenti degli occhi di chi va in bicicletta

Oltre alle auto, sono i pedoni che camminano nei pressi della pista ciclabile pa preoccupazione degli amanti delle due ruote, così l'Alma Mater da un anno è alle prese con alcuni test su ciclisti volontari per capire quali sono le principali distrazioni per chi va in bicicletta e, di conseguenza, quali sono i rischi maggiori che possono causare incidenti.

Il team del Dipartimento di ingegneria civile (Dicam), guidato dal professor Federico Rupi, ha fornito 20 persone di occhiali dotati di due telecamere: la prima punta alla strada, riprendendo la visuale del ciclista; la seconda, a infrarossi, registra i movimenti degli occhi di chi va in bicicletta (si tratta degli stessi visori usati nei supermercati per capire il comportamento del cliente e distribuire meglio sugli scaffali i prodotti da vendere).

Così i 20 volontari hanno fatto un percorso di due-tre chilometri sia in strada, con le auto, sia sulle piste tracciate sui marciapiedi che sulle ciclabili protette. "Attraverso lo sguardo del ciclista possiamo individuare gli elementi di disturbo e quelli su cui si concentra", spiega Rupi all'agenzia Dire. E dai primi risultati emerge appunto che chi va in bicicletta "fissa con molta attenzione e a lungo il pedone a lato della pista ciclabile, perché è considerato più imprevedibile". Un altro ciclista che arriva in senso opposto, invece, "è osservato solo una volta da lontano e poi non viene più considerato".

Su strada, invece, i ciclisti prestano attenzione soprattutto "alle intersezioni- spiega ancora Rupi- in particolare se sono presenti dei veicoli", ma anche alla segnaletica stradale e allo stato dell’asfalto. Sempre il Dicam, ogni anno fa un'indagine sulla mobilità ciclabile a Bologna, misurando i flussi delle biciclette nel periodo settembre-ottobre sia con operatori sul campo sia con strumentazioni tipo radar.

La ricerca è stata presentata ieri sera alla Velostazione di Bologna, in un incontro organizzato da Comune e Ateneo sulla mobilità sostenibile, alla presenza dell’assessore alla Mobilità Andrea Colombo e del prorettore vicario Mirko Degli Esposti. L’Alma Mater ha diversi i progetti di ricerca in corso sulle biciclette, tra cui uno curato dal Dipartimento di Sociologia e uno, finanziato per tre anni dalla Ue ("Xcycle"), guidato da Luca Pietrantoni del Dipartimento di Psicologia, che punta a capire i fattori che causano gli incidenti su due ruote. Saranno fatte osservazioni sul campo, con biciclette dotate di sensori.

Si è scoperto che dal 2009 a oggi i ciclisti sono aumentati del 60% a Bologna e che sulle piste ciclabili circola il 40% in più di persone (che si sono quindi spostate dalle strade). È stata rilevata anche una tendenza ad aumentare anche del 15% la lunghezza del percorso pur di fare piste ciclabili sicure o evitare strade trafficate.

Molti ciclisti però "scelgono ancora la strada perchè vanno più veloci- spiega Rupi- pur correndo rischi maggiori. Il tempo di percorrenza è un fattore molto considerato. La bicicletta è più rapida del trasporto pubblico in città, in molti casi anche delle auto". I ricercatori hanno misurato una velocità media di 12 chilometri orari sui pedali, contro ad esempio i 10 chilometri orari di velocità commerciale degli autobus.
 

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