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Cronaca San Donato / Via Ferruccio Benini

Bimbo morto in casa Acer, il giudice non archivia Merola: 'Altri accertamenti'

Sul caso del bambino di otto anni, morto dissanguato dopo aver rotto un vetro, da tempo è braccio di ferro tra Procura e giudici

Serviranno altri accertamenti tecnici prima di decidere se archiviare o meno le sette persone, tra cui il sindaco di Bologna, Virginio Merola, e l'ex presidente di Acer, Claudio Felicani, indagate a vario titolo per cooperazione in omicidio colposo e per falso nell'inchiesta sulla morte del bambino di nove anni che, nell'agosto del 2016, morì dissanguato dopo essersi ferito con il vetro di una porta finestra in una casa Acer.

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Il gip bolognese Gianluca Petragnani Gelosi ha infatti rigettato la richiesta di archiviazione presentata dal pm Antonello Gustapane, disponendo un supplemento di verifiche tecniche sulla porta-finestra. Nel dettaglio, Merola, Felicani, l'ex presidente di Acer Promos, Chiara Caselgrandi e due operai intervenuti per le manutenzioni nella casa in cui morì il bambino sono indagati per cooperazione in omicidio colposo, mentre due consulenti tecnici della Procura sono sotto inchiesta per falso.

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Per tutti e sette il pm aveva chiesto l'archiviazione 48 ore dopo averli iscritti nel registro degli indagati, non ravvisando comportamenti penalmente rilevanti, ma il gip ha deciso di non disporre l'archiviazione, indicando alla Procura la strada dell'incidente probatorio per gli ulteriori accertamenti che dovranno essere svolti. A questo punto la stessa Procura ha sei mesi di tempo per richiedere l'incidente probatorio, nell'ambito del quale il giudice nominerà un perito e tutte le parti in causa dei consulenti.

In sostanza, scrive il giudice, è necessario fare chiarezza sulla dinamica dei fatti che "hanno preceduto l'evento", non sufficientemente chiarita dalla consulenza tecnica disposta dalla Procura e già in atti. Quel giorno il bambino si trovava in casa assieme al fratello minore e la porta finestra "non era chiusa con la maniglia-serratura, ma due delle tre ante si sono chiuse, probabilmente per una folata di vento, bloccandosi e separando i due bambini".

La consulenza tecnica disposta dal pm, si legge nel provvedimento, "ha accertato che la maniglia-serratura non funzionava perché presentava dei difetti all'ingranaggio, documentati e fotografati dai consulenti". Occorre quindi accertare, secondo il gip, se le ante si siano bloccate "a causa (o anche a causa) di quel guasto, oppure per un lieve cedimento delle 'cerniere', tanto che le ante non erano più perfettamente parallele al piano di calpestio. O ancora se il blocco sia attribuibile a una terza causa" non meglio identificata.(SEGUE)

Se dovesse essere accertato che il blocco è collegato al malfunzionamento della maniglia o a un altro difetto strutturale, prosegue Petragnani Gelosi, "occorrerà anche stabilire se il malfunzionamento o il difetto strutturale derivino dalla vetustà del dispositivo o dalla sua usura, e se siano eventualmente attribuibili ad un uso improprio da parte degli occupanti". E se "fossero verificate la vetustà del dispositivo o un difetto della struttura", e di conseguenza "spettava al locatore provvedere alla manutenzione", bisognerà chiarire, conclude il gip, "se l'attività di ripristino avrebbe comportato o doveva comportare la sostituzione del vetro della porta finestra".

Per queste ragioni, quindi, il giudice ha deciso di rigettare la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, restituendo gli atti al pm "affinché provveda, entro tre mesi, ad approfondire" i temi di indagine indicati nel provvedimento. In questo lasso di tempo la Procura stessa dovrà quindi richiedere l'incidente probatorio, nell'ambito del quale il giudice nominerà un perito, mentre le parti in causa incaricheranno dei consulenti. (Ama/ Dire)

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