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Cronaca

Meningite fulminante, bimbo di due anni morto in ospedale

Il piccolo al Pronto soccorso, poi il peggioramento in poche ore. Sottoposte a profilassi 34 persone. Il bimbo non sarebbe iscritto all'asilo

Un bambino di due anni è morto l'altra sera all'ospedale Maggiore, colpito da una infezione fulminante da meningococco. Il bimbo sarebbe spirato nella notte tra venerdì e sabato, quando già era stato ricoverato passando dal Pronto soccorso del nosocomio. Sono stati i genitori a portare il bambino in ospedale, trovando anomala una febbre molto alta che aveva colto il piccolo già dalla mattinata.

L'Ausl ha specificato in una nota che sono state Immediate le misure di profilassi, "volte secondo i protocolli internazionali e nazionali, nei confronti degli operatori sanitari e dell’intero nucleo famigliare residente a Bologna, 34 persone".

Dall’indagine epidemiologica è emerso che il bambino non frequentava l’asilo né altre comunità al di fuori dei contatti famigliari stretti. Sono in corso ulteriori interventi preventivi rivolti ai contatti stretti e agli operatori sanitari coinvolti.

Il bambino era stato condotto presso il Pronto Soccorso Pediatrico dell’Ospedale Maggiore la mattina di venerdì 18 gennaio, alle ore 11.46, per comparsa di febbre da qualche ora.

Alla valutazione clinica il bambino, in buone condizioni generali, presentava una infiammazione alle alte vie respiratorie e rispondeva alla terapia di paracetamolo, condizioni comuni in periodo di picco influenzale che non hanno richiesto ulteriori provvedimenti.

Il bambino veniva quindi dimesso alle 12.53 con terapia antipiretica e antiinfiammatoria.
In serata, alle 20.01, il bambino veniva nuovamente portato presso il medesimo Pronto Soccorso per peggioramento clinico.

Alla immediata valutazione le condizioni generali apparivano molto gravi, con segni evidenti di shock settico in atto. Immediate le terapie di supporto vitale, alle quali tuttavia il bambino non ha risposto. Ricoverato in Rianimazione, il bimbo è quindi deceduto nella notte tra il 18 e il 19 gennaio 2019.

Gli accertamenti microbiologici hanno identificato la presenza di Neisseria mengitidis, ceppo del meningococco di tipo B, confermando la diagnosi clinica di shock settico che, quando provocato da tale batterio, ha esito infausto in elevata percentuale.
 

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