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Bio-on: il Tribunale ne dichiara il fallimento

L'azienda lo scorso ottobre è finita in una bufera giudiziaria

Per l'azienda Bio-On il Tribunale di Bologna ha dichiarato il fallimento. L'azienda specializzata nel settore delle bioplastiche  lo scorso  ottobre era finita al centro di una tempesta giudiziaria, che ha portato all'arresto, tra gli altri, del presidente Marco Astorri per falso in bilancio e manipolazione del mercato.

Il Tribunale bolognese, si legge in una nota del collegio dei curatori fallimentari, così come riporta la Dire,  ha "nominato giudice delegato Fabio Florini e curatore fallimentare un collegio composto da Antonio Gaiani e da Luca Mandrioli, già amministratore giudiziario" dell'azienda. Con la stessa sentenza, inoltre, il Tribunale "ha disposto la continuazione temporanea dell'attivita' economica d'impresa, autorizzando l'esercizio provvisorio per preservare la continuita' aziendale".

Questo con l'obiettivo di "evitare che venga dissolta l'organizzazione produttiva nelle sue componenti di occupazione, tecnologiche e di avviamento". Tuttavia, i curatori precisano che "stante, a tutt'oggi, la mancata disponibilitaà da parte del sistema bancario a concedere nuova finanza sebbene assistita dalla garanzia della prededuzione, il pagamento delle retribuzioni dei dipendenti di prossima scadenza potrà essere reso possibile solo a seguito dell'incasso dei crediti di futura esigibilita'".

Sul punto, concludono Mandrioli e Gaiani, "sarà compito della curatela fallimentare attivarsi quanto prima per presentare la domanda di Intervento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale". 

L'inchiesta

L'operazione delle Fiamme Gialle era partita lo scorso luglio dal monitoraggio sull’andamento delle contrattazioni in Borsa relative ai principali titoli azionari di aziende operanti nell’area bolognese. Dopo la denuncia di un fondo con sede a New York, Quintessential, che aveva avanzato dubbi sulla solidità dell'architettura societaria. Accuse alle quali l'azienda aveva replicato, e alla questione si erano interessate anche la Procura e la Consob.

Nel dettaglio, le indagini avrebbero rilevato che gran parte dei ricavi iscritti nei bilanci della società dal 2015 al 2018 fosse non veritiera, con riguardo alle tempistiche e modalità di effettiva realizzazione, mentre parte dei ricavi generati da cessioni di licenze nei confronti di due joint venture contabilizzate nel 2018, sarebbe frutto di operazioni fittizie
 

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