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Cronaca

Blu via da Bologna "finchè i magnati magneranno": la città si divide

"Grave organizzare questa mostra senza coinvolgere la comunità degli artisti" per l'Assessore al turismo. Martelloni: "Danno irreparabile alla città in termini di perdita di opere d'arte e di immagine nel mondo". Assessore alla cultura positivo: "Cade quel ''muro di Berlino'' che separava l'arte dalla città'

"A Bologna non c’è più Blu e non ci sarà più finchè i magnati magneranno. Per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi". Così l'artista spiega la  decisione di cancellare le sue opere in città. A farlo arrabbiare è stata la mostra sulla Street Art  organizzata da Genus Bononiae. 

Il colpo di 'pennello' del writer ha diviso la città. Gli estimatori sono dispiaciuti e soddisfatti al tempo stesso: sui social network i commenti si moltiplicano. C'è chi ad esempio come Paola scrive, "La cosa che più mi dispiace è che ad ogni tuo capolavoro che cancellavi, ti scendeva anche una lacrima. Hai avuto le palle anche in questo! Per un artista non è per niente facile fare quello che hai fatto. Massimo rispetto". C'è chi come Gio  il  scelta di Blu dimostra che è un "coraggioso Artista,  coraggioso Uomo. Aspettavamo la reazione di Blu, c'è stata! Unica, magistrale, giusta. Chi è intelligente non può che capire l'onestà intellettuale del gesto, gli altri non importa". Cè chi ringrazia Blu, come Marco, che scrive: "Grazie per aver distrutto le tue opere a Bologna. Era l'unico modo per impedire la privatizzazione e la musealizzazione. Sto piangendo. E' terribile che per difenderci dai nostri nemici non ci resta che il suicidio. D'altronde il samurai quando non aveva piu scampo faceva seppuku, pur di non farsi fare prigioniero".

Poi c'è anche chi crede che sia una scelta che punisce più la gente comune non i destinatari della protesta, come Edoardo, che si interroga così: "A chi mancheranno le tue opere? ai magnati magnoni che sradicano graffiti per goderseli comodamente in galleria attraverso il loro monocolo di cristallo o forse a chi, la mattina, intirizzito dal freddo sulla strada per il lavoro ne traeva la forza per andare avanti, la forza di amare ed odiare ancora? Bologna è da oggi molto più grigia, ma a farne le spese, temo, non sarà l'establishment".
Osservazione che riprende le parole del presidente di Quartiere Navile Daniele Ara, che ha boccia invece la scelta dell'artista, ricordando ad esempio che il grosso murales all'XM24 "era il simbolo della rinascita della Bolognina", quindi "un bene comune", e toglierlo sarà "un danno per tutti".  Non nasconde il proprio dispiacere nemmeno Amelia Frascaroli, titolare al Welfare nella giunta Merola, per la cancellazione delle opere. "Blu ha dato e Blu ha tolto. Una grande perdita per Bologna".

Guarda invece la cosa al positivo l'assessore alla Cultura Davide Conte. 'Forse oggi- scrive sul Facebook- cade in modo metaforico quel ''muro di Berlino'' bolognese che separava l'arte dalla città'. La funzione di stimolo e critica che l'arte deve sempre avere, senza paludi politiche locali e approfittatori senza argomenti, dice che ogni attacco politico è strumentale e fuori luogo". "La grande provocazione di Blu che interroga sul futuro che vogliamo attribuire alla bellezza, alla cultura e in altre parole all'anima di questa città è già un pezzo di storia della nostra città, afferma Conte.

Il caso Blu irrompe anche nella campagna elettorale per le amministrative di Bologna. Il candidato sindaco del Movimento 5 stelle, Massimo Bugani, si schiera con il writer ("Io sto con Blu!") e critica duramente la mostra di Genus Bononiae. "Questa mostra è veramente una violenza nei confronti degli artisti di strada, come fare una cena in un grande ristorante rubando i piatti cucinati a casa dalle persone", scrive Bugani su Facebook. "Se si vuole valorizzare la Street art- scrive Bugani su Facebook- si organizzano percorsi guidati nelle strade e si interagisce con gli artisti. Prendere opere di strada e congelarle in un museo uccide l''arte di strada e valorizza solo le casse dei soliti noti".

Murales Blu cancellato

Attacca anche un altro candidato sindaco, Federico Martelloni, che sul caso Blu tira in ballo l'assessore alla Cultura Davide Conte. "In una qualsiasi altra città europea, davanti a un evento di questa portata, l'organizzatore della mostra (Roversi Monaco) e l'assessore alla cultura (Davide Conte) si sarebbero dimessi immediatamente, con tanto di scuse pubbliche, per palese inadeguatezza", ha scritto il candidato di Coalizione civica via Facebook. "Il danno alla città in termini di perdita di opere d'arte e di immagine nel mondo, è irreparabile. Blu ci ha privato delle sue opere. Ma da oggi non siamo più poveri, siamo più svegli, perchè Blu ha suonato la sveglia per tutte e tutti noi. Questo gesto non ci parla solo di arte, ma dell'idea che abbiamo di città". Le critiche che la mostra organizzata da Genus Bononiae aveva ricevuto, sottolinea Martelloni, "non erano bastate a far desistere dal tentativo di privatizzare, museificare, ridurre a merce nel mercato dell'arte quelle strabilianti opere. Opere che trovano nel contesto dove sono state realizzate larga parte del loro significato. Opere che sono state pensate e realizzate per una fruizione comune e non privata, urbana e non galleristica, gratuita e non mercificata".

Anche Matteo Lepore sta con Blu: "musealizzare la creatività nel presente credo non sia la scelta giusta per la nostra città", scandisce l'assessore al Turismo Matteo Lepore, braccio destro del sindaco Virginio Merola. Quello dell''artista, che ha deciso di cancellare le sue opere a Bologna per protestare contro la mostra sulla street art organizzata da Genus Bononiae, "credo sia un gesto da rispettare", dice Lepore arrivando alla convention dai giovani dem di Better Bologna. Blu, sottolinea l'assessore, "è un grande artista e come tale l'abbiamo sempre accolto in questa città. Credo che con questo urlo, peraltro non da solo, lui voglia dirci quanto per lui sia stato grave organizzare questa mostra in queste modalità senza coinvolgere la comunità degli artisti. Credo che dobbiamo tutti meditare su questo gesto e nelle prossime ore e nei prossimi giorni aprire un dibattito vero sulla street art, perchè l'arte non si puo' strappare e va rispettata".

Parole di critica dunque alla mostra di Genus Bononiae che aprirà i battenti nei prossimi giorni. Lepore non nega la perdita per la città, che aveva puntato molto sulla street art con diverse iniziative. "Da assessore al turismo- ricorda- ho cercato di promuovere Bologna come destinazione legata all'arte contemporanea e alla street art. E' stato e sarà ancora uno dei motivi per visitare Bologna". Dunque "è chiaro che per la città la rimozione delle opere è un danno- sottolinea Lepore- però chi parla di street art deve sapere che l'arte urbana non è per sempre. Che un graffito su un muro ad un certo punto venga tolto è quasi nel codice genetico dell'arte urbana. Quindi non mi scandalizza quello che ha fatto Blu. Non ci dobbiamo in questo momento soffermare sul danno economico o il fatto che non ci sarà più un itinerario turistico. Penso che dobbiamo rispettare Blu e gli altri artisti che hanno fatto questa scelta e riflettere su quello che la città vuol essere nel proprio futuro, se ancora vuole essere uno spazio per l'avanguardia e la creatività".

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