Ragazzino cinese aggredito e picchiato nel campo di basket: "Vai via, ci porti il virus"
È successo domenica scorsa a Borgo Panigale: lo hanno aggredito in quattro colpendolo a calci e pugni in faccia
Bullismo, razzismo, psicosi da coronavirus. C'è un po' di tutto in questo brutale episodio di violenza che ha coinvolto un ragazzino cinese di 15 anni. È accaduto domenica 2 febbraio, intorno alle 18, nel campo di basket del centro sociale Il Parco, a Borgo Panigale.
Lui, che ha un ritardo cognitivo e non parla bene, in quel campetto ci va tutti i giorni, da solo, per fare due palleggi e starsene tranquillo. Ma domenica scorsa quattro ragazzi lo hanno prima insultato, poi accerchiato e aggredito con calci e pugni in faccia, facendolo finire in ospedale con una prognosi di 15 giorni.
"Cosa fai in italia? Ci porti le malattie? Te ne devi andare, tu e il tuo virus", gli urlavano, prima di buttarlo per terra e cominciare a malmenarlo. Uno contro quattro: calci, pugni, tanto sangue. Ma per fortuna, ad aiutare il ragazzo, è arrivato un uomo, 40enne marocchino, che era seduto su una panchina e ha visto tutta la scena.
"Lo conosciamo bene – racconta il presidente del centro sociale, Giuseppe Borgia – frequenta il nostro centro, e ci ha raccontato tutto: appena si è buttato nella mischia per difendere il ragazzo, gli aggressori sono scappati. Ha provato a fermarli, ma sono riusciti a fuggire. Era freddo, buio, e loro avevano il cappuccio della felpa in testa".
Inizialmente soccorso e medicato nel bar del circolo, il ragazzino è stato poi portato in ospedale dal padre: punti in faccia, rabbia e spavento. Ma il giorno dopo, sempre accompagnato dal padre, è ritornato al circolo per ringraziare chi lo ha soccorso.
"Ma come si fa a prendersela con un ragazzo in queste condizioni – dice amareggiato Borgia, – è tornato con la faccia piena di cerotti, un po' frastornato, con il terrore di essere aggredito di nuovo. Non vorremmo succedesse ancora – continua – noi faremo tutto il possibile per aiutare la polizia a identificare i quattro aggressori".
Secondo il testimone, che sarà sentito dalla polizia per le indagini, nel gruppetto c'era anche qualche maggiorenne. La vittima e la famiglia hanno denunciato l'accaduto qualche giorno dopo; la polizia è al lavoro per chiarire la dinamica dei fatti e sta visionando i video delle telecamere di sorveglianza presenti nei dintorni del campo. Anche se al momento esclude si tratti di un episodio discriminatorio legato al fenomeno coronavirus.