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Cronaca

'BullBan', ferma il bullo: un portale contro le 'prepotenze' in città, ecco l'idea di un giovane medico

Un medico con la passione per l'informatica. Non una ghettizzazione dei luoghi più problematici, ma "trasformare la partecipazione in protezione"

L'idea è di Fabio Muriana, 29 anni, medico siciliano, a Bologna per motivi lavorativi. Ha sempre avuto la passione per l'informatica e ha deciso di creare il portale "osservando i quotidiani e le notizie italiane, le quali spesso citavano aggressioni o semplici prepotenze a scapito dei cittadini e talvolta raccoglievano direttamente le loro segnalazioni" dice a Bologna Today.

Il portale si occupa dunque di bullismo... Inizialmente l'idea si era concentrata sul bullismo (da cui il nome BullBan - ovvero, Bandisci il Bullo), poiché, sebbene gli strumenti per prevenire il fenomeno in Italia ci siano (c'è anche un apposito numero verde), sembra che manchi una reale comunicazione tra i ragazzi, uno scambio di informazioni che li possa in qualche modo tutelare in un ambiente con dinamiche totalmente diverse rispetto a quelle domestiche, dove talvolta si consumano atti malsani che possono avere gravi ripercussioni su psiche e corpo delle vittime. Senza dimenticare il fenomeno quanto mai attuale del cyber-bullismo.Sono infatti rimasto particolarmente colpito dopo aver letto del suicidio di una ragazzina avvenuto a seguito di pesanti insulti sul portale ask.fm.

Dal mio progetto non voglio che scaturisca una forma di "ghettizzazione" dei luoghi più "malfamati" anzi sono convinto che, con l'adeguata attenzione e un lavoro dedicato, si potrà fare uso delle informazioni raccolte per migliorare e risolvere i conflitti (unendo insieme molti più dati sarà persino possibile visualizzare tutte le recensioni su una grande mappa dell'Italia).

Ma non era soddisfatto... In seguito l'idea si è allargata alle aziende, al mobbing, e ai luoghi che attraversiamo e che viviamo ogni giorno nelle nostre città.Mi sono chiesto come poter favorire i più deboli senza farli necessariamente esporre. Come usare la forza della condivisione della nostra quotidianità e trasformarla in protezione. Da qui ho creato le recensioni di sicurezza sociale.Lo scopo del sito web è dunque quello di creare una vera e propria rete di mutuo aiuto sulla base di semplici recensioni dei luoghi visitati (reali o anche virtuali).

Come funziona? Il primo e fondamentale strumento che ho messo a disposizione è la Scheda, dove si può inserire la descrizione di un luogo (scegliendo tra diverse categorie) e la propria opinione con uno stile moderno che strizza l'occhio ai famosissimi siti di recensioni di viaggi e cucina.
Si può esprimere il proprio giudizio (da 1 a 5 stelline) su determinati parametri, si può arricchire la scheda rispondendo ad alcune semplici domande (es. gli orari più sicuri per passeggiare in una determinata strada) ed inoltre si può lasciare il proprio importante commento. Si possono giudicare le opinioni degli altri, aggiungere foto e visualizzare anche una mappa stradale grazie all'integrazione con Google Maps. Naturalmente non potevano mancare le piattaforme per mettere in comunicazione gli utenti (forum, gruppi, foto, etc.) e ottenere conforto, amicizia o consiglio laddove non si sappia come comportarsi.

'Bullban', il sito contro il bullismo e gli abusi



Lo gestisce da solo o con un team? Purtroppo, sono al momento l'unico amministratore e il cammino per espandersi si mostra più difficile del previsto in quanto io ho i miei limiti nella programmazione e negli investimenti. Il mio primo auspicio sarebbe quello di poter crescere sempre più come bacino d'utenza, saprà benissimo quanto sia difficile emergere su internet, anche se l'idea è buona e gratuita, per poi lanciare una start-up qui a Bologna con un team dedicato, che realizzi anche un'applicazione per smartphones, dei badges virtuali "di sicurezza" da apporre come garanzia su siti certificati contro il cyberbullismo, strumenti di allerta "in tempo reale" e, perché no, una collaborazione diretta con gli organi di pubblica sicurezza al fine di garantire una reale denuncia sociale ad integrazione del loro già ottimo e incessante lavoro sul territorio.

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