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Cronaca

Poco cibo e di scarsa qualità: 'Meglio quello dei detenuti', la Polpen diserta la mensa della Dozza

Il problema sarebbe il tipo di gara d’appalto "al ribasso, si rischia di riprendere il servizio a stomaco vuoto"

La Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale “Rocco D’Amato” (il carcere della Dozza - ndr) contro la Ditta Appaltatrice del Servizio Mensa. 

A darne comunicazione sono i Segretari locali delle OO.SS. rappresentative del Corpo SAPPE, UIL PA Polizia Penitenziaria, SINAPPE, FNS CISL CNPP E CGIL che, in una nota, annunciano una "protesta per Giovedì 12 Aprile disertando la Mensa Ordinaria di Servizio. Chiediamo il rispetto delle norme e del Capitolato d’appalto e per la pessima qualità del cibo”, si legge nella nota. 

Alle pessime condizioni della struttura e di igiene dei locali, riferiscono i sindacati, si è aggiunto un nuovo motivo di disagio: l’esiguità e la scarsa qualità dei pasti serviti dalla mensa interna alla Casa Circondariale. “Finché non risolveranno la situazione — spiegano i sindacalisti — ci asterremo dalla mensa ordinaria di servizio, anche senza darne preavviso. Chiediamo il rispetto della normativa vigente e la corretta applicazione tabellare sulla qualità e sulla quantità dei generi alimentari". 

Il problema sarebbe il tipo di gara d’appalto: “È stata fatta al ribasso — sottolineano i rappresentanti degli Agenti - col risultato finale di creare malcontento e difficoltà in tutte le carceri italiane”. “Le razioni - denunciano gli agenti - sono così scarse che chi prima arriva meglio alloggia”, ossia, lamentano i sindacati, gli ultimi che si presentano in mensa corrono il rischio di doversi accontentare di ciò che è rimasto o, peggio ancora, di riprendere il servizio a stomaco vuoto e, nel turno serale, si mangerebbe cibo confezionato al mattino poiché in tale fascia oraria vi sarebbe la presenza di un solo addetto con mansioni di cuoco, lavapiatti e refezione nonché pulizia locali (?). 

“A questo punto tanto vale chiudere la mensa e riconoscere agli Agenti un buono pasto o addirittura – chiosano i sindacati – ci accontenteremmo di mangiare cibi della stessa qualità e quantità di quello che ricevono i detenuti, sicuramente di gran lunga migliori". 

Per concludere i sindacalisti ci tengono a specificare che tale protesta non è certamente riconducibile, in alcun modo, all’attività lavorativa prestata dagli addetti/e alla mensa. 

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