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Cronaca

Case Acer, crescono le occupazioni abusive: dal Comune via a sgomberi

Fenomeno in crescita: 100 occupazioni abusive nel 2014, contro le 35 del 2013. Sono 32 oggi gli appartamenti occupati con azioni 'forzose', 54 quelli abitati "senza titolo". Malagoli: "Stiamo programmando diverse azioni da svolgere, secondo un calendario ben definito di sgomberi

I numeri restano contenuti, ma la crescita è evidente: ad oggi sono 32 gli alloggi Acer che a Bologna risultano occupati abusivamente, contro i 22 conteggiati a dicembre 2014. Il dato aggiornato è stato fornito oggi in commissione da Chiara Caselgrandi, vicepresidente di Acer, che ha fatto il punto sulla situazione assieme all'assessore comunale alla Casa, Riccardo Malagoli.

Le 32 occupazioni citate sono quelle attuate con un vero e proprio ingresso forzoso all'interno degli alloggi; ci sono, poi, 54 casi di appartamenti abitati "senza titolo": si tratta, ad esempio, di assegnatari che hanno superato i limiti di reddito o di casi in cui all'interno resta qualcuno che era ospitato da chi aveva la titolarità dell'alloggio, la sua badante e via così. Ma ci sono anche episodi all'inverso: 56 alloggi in cui l'assegnatario risulta in decadenza per aver abbandonato l'appartamento. Caselgrandi, comunque, si sofferma in particolare sulle 32 occupazioni "tout court". Un numero che è indicativo di un quadro che si sta facendo più "problematico", commenta la vicepresidente: "Per due anni siamo stati tra i dieci e i venti e ora i casi sono nettamente aumentati".

Le statistiche fatte su base annuale confermano il trend: 100 le occupazioni abusive conteggiate in tutto il 2014 dopo le 35 del 2013, le 30 del 2012, le 45 del 2011 e le 34 del 2010. Praticamente in tutti i casi, spiega la vicepresidente, ad essere stati occupati sono appartamenti che non erano utilizzati.

SGOMBERI IN VISTA. "Monitoriamo le situazioni più critiche provvedendo, poi- spiega Caselgrandi- alle operazioni di muratura degli accessi", in alcuni casi aggiungendo anche l'asportazione dei sanitari. In teoria sarebbero disponibili anche "nuove tecnologie per bloccare le porte" senza murare, continua la manager di Acer, "ma c'è un problema di costi: sono talmente elevati che è preferibile murare". Una volta che l'occupazione c'è, il tema diventa quello della liberazione degli alloggi.
Sulle 32 situazioni citate, in 29 casi Acer dispone già del "titolo esecutivo" per procedere con lo sgombero, riferisce la vicepresidente. Con il passaggio della gestione di queste procedure direttamente all'Azienda, "abbiamo abbattuto i tempi di elaborazione amministrativo-burocratica": quando tutto fila liscio nelle notifiche, spiega Caselgrandi, "in tre mesi gli estremi per lo sgombero ci sono".

I rallentamenti, continua la vicepresidente, si hanno altrove: "Probabilmente il personale degli uffici giudiziari preposti è insufficiente". Ma non è solo questo, precisa Malagoli. "Negli ultimi mesi ci sono state diverse e significative occupazioni e l'amministrazione è intenzionata ad arrivare alla soluzione di tutte le 32 situazioni", afferma l'assessore: "avevamo iniziato qualche settimana fa, ma siamo stati bloccati da una manifestazione con diverse persone che ha fatto dire alle Forze dell'ordine che forse era meglio posticipare". Il riferimento, spiega l'assessore, è al corteo organizzato lo scorso 31 gennaio dal collettivo Social Log, protagonista di diverse occupazioni abitative in città (via Fioravanti, via de Maria, via Mura di porta Galliera) e di numerosi "picchetti" anti-sfratto. Ad ogni modo, "nei prossimi giorni e nelle prossime settimane abbiamo intenzione di proseguire con questa azione", manda a dire Malagoli, perchè "le case popolari devono andare a chi è in graduatoria e ne ha diritto". Di conseguenza, "stiamo programmando diverse azioni da svolgere, secondo un calendario ben definito di sgomberi che è stato secretato", riferisce l'assessore: dunque "sono poche le persone che sanno quando e dove ci attiveremo", per rischiare di non dare vantaggi agli occupanti. L'aumento delle occupazioni, intanto, preoccupa il Pd: si sta prendendo "una bruttissima piega", dichiara il consigliere comunale Claudio Mazzanti, che sollecita l'amministrazione "ad uscire da questa storia, se non vogliamo ritrovarci nella situazione di Milano o di altre realtà".

(AGENZIA DIRE)

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