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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Legge regionale, è stretta sugli alloggi popolari: 'Solo a chi ne ha bisogno'

Approvata la riforma sugli alloggi pubblici nella regione: reupero dell'esistente e stretta sull'accesso. Attualmente a Bologna 834 persone abitano in case alle quali non avrebbero più diritto

L'Emilia-Romagna ha riformato "al ribasso" l'accesso agli alloggi pubblici per accogliere "solo chi ne ha davvero bisogno", ma non è stato facile.

Tra limiti di reddito e modifiche ai diritti dei figli o degli 'over 65', è stato quantificato che solo ''a Bologna 834 persone abitano in case alle quali non avrebbero più diritto''. Con “l’obiettivo dell’edilizia residenziale sociale è quello di fare accedere ai servizi abitativi i soggetti che non sarebbero in grado di farlo alle condizioni ordinarie di mercato, grazie alla presenza di una contribuzione pubblica”, la Regione Emilia Romagna vara la nuova legge sugli alloggi pubblici.

Bagarre di maggioranza, spaccata, invece sugli emendamenti presentati in favore delle coppie omosessuali: il Pd si è astenuto, provocando la reazione immediata del consigliere Fracno Grillini e dell'Idv. "Non possiamo introdurre in una legge regionale sugli alloggi pubblici - ha spiegato Monica Donini - una modifica costituzionale come lo è il matrimonio gay. Non perchè siamo contrari, anzi, ma perchè le leggi devono essere precise e non si fanno così". In ogni modo ci sono volute due sedute per superare i 145 emendamenti ai 36 articoli della riforma, 120 dei quali presentati da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), che chiedeva anche di favorire "le famiglie tradizionalmente intese" e le forze dell' ordine, per l'insediamento dei familiari che seguono agenti e militari nei trasferimenti

L’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale "va aumentata soprattutto attraverso il recupero del patrimonio esistente, contenendo in tal modo il consumo del suolo, e anche attraverso la realizzazione di nuovi interventi localizzati”, perché “l’intervento pubblico deve contribuire a eliminare il degrado urbano ed edilizio e deve incentivare interventi che promuovono tecnologie innovative, materiali che rispettino l’ambiente, la bioarchitettura e l’applicazione di tecnologie che riducono il consumo di combustibile ed accrescono gli standard energetici degli edifici”.

Dato il processo di riordino territoriale ancora in corso, che potrebbe portare all’abolizione delle Province, la legge “concentra le funzioni di coordinamento delle politiche sul territorio nel Tavolo territoriale di concertazione delle politiche abitative”, che “si configura quale interlocutore della Regione nella definizione e valutazione dei fabbisogni abitativi e nella indicazione delle priorità da perseguire con le politiche regionali abitative”. Viene inoltre potenziato “il ruolo delle Acer, che nel panorama dei soggetti coinvolti nel settore delle politiche abitative, si configura quale strumento operativo del Comune nel realizzare le politiche e gli interventi nel settore abitativo”.

La legge si pone infine l’obiettivo di “realizzare una migliore gestione ed utilizzazione degli alloggi Erp”: un obiettivo da perseguire attraverso “il rafforzamento e la valorizzazione della partecipazione degli assegnatari alle scelte relative agli alloggi in modo da ottenere una maggiore responsabilizzazione degli stessi”, “l’incentivazione della mobilità d’ufficio per evitare la sottoutilizzazione degli alloggi”, anche “aumentando il canone di affitto o dichiarando la decadenza se i rifiuti sono ingiustificati e ripetuti”.

Giro di vite anche nei confronti dei “comportamenti degli assegnatari che possono danneggiare il patrimonio, ad esempio non acconsentendo all’esecuzione di opere di manutenzione”. Novità anche per quanto riguarda il “diritto al subentro”: si tende a limitarlo “solo a coloro che vengono a far parte del nucleo originario per matrimonio, per convivenza stabile e per sopravvenienza di figli”. Di pari passo “viene rafforzato il profilo sanzionatorio, dettando una disciplina organica, ponendo in capo al Comune la possibilità di prevedere con apposito regolamento sanzioni da applicare nei casi in cui gli assegnatari mettano in atto comportamenti in violazione dei regolamenti d’uso degli alloggi e delle parti comuni”.

Oltre alla legge di modifica della Disciplina dell’intervento pubblico nel settore abitativo, è stato approvato anche un ordine del giorno,  per chiedere alla Giunta di sottoporre all’Assemblea legislativa un atto che contenga alcuni impegni, tra cui, in sintesi, quello che nessun alloggio resti sfitto, che si persegua l’equità, che si definiscano modalità più semplici di calcolo dei canoni e si mantenga una fascia di protezione per le fasce di maggior disagio.

In totale sono stati esaminati dall’Aula 145 emendamenti, 5 a firma del relatore Mario Mazzotti (Pd), 120 di Galeazzo Bignami (Fi-Pdl), 6 di Manes Bernardini (Lega Nord), 5 di Giovanni Favia (Misto), 4 di Monica Donini e Roberto Sconciaforni (Fds), 3 di Silvia Noè (Udc) , uno di Franco Grillini (Misto), Liana Barbati (Idv) e Giovanni Favia (Misto), uno di Grillini (Misto) e Barbati (Idv): di questi solo i 5 a firma del relatore sono stati approvati, insieme a tre del gruppo Fds e un quarto emendamento di Donini subemendato però da Mazzotti. Nel complesso, gli emendamenti Fds provvedono alla riscrittura dell’articolo della legge riguardante l’alienazione degli alloggi, chiedendo soluzioni favorevoli al reinvestimento nella stessa Erp dei proventi, mentre tra le modifiche di Mazzotti una va a stabilire che “l’Assemblea legislativa, con apposita delibera, specifica i requisiti del nucleo avente diritto per conseguire l’assegnazione degli alloggi di Erp e per la permanenza negli stessi” e che “i limiti di reddito definiti in tale ambito sono aggiornati periodicamente dalla Giunta regionale, sulla base dell’andamento dei prezzi al consumo, quale risulta dalle determinazioni Istat”.

“Ampliare l’ambito di intervento delle politiche abitative”, anche aggiornando “il sistema di edilizia residenziale sociale”, “accrescere l’offerta di alloggi, anche attraverso interventi di recupero del patrimonio esistente”, “ridefinire compiti e ruoli dei soggetti interessati alle politiche abitative”, dagli amministratori agli inquilini, e “rispondere alle questioni relative alle gestione degli alloggi”: ecco le quattro linee guida di intervento della nuova legge regionale che modifica, dopo 12 anni, la 'Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo', e che l’Assemblea legislativa ha approvato questo pomeriggio con il voto favorevole di Pd, Fds e Sel-Verdi e il parere negativo di Pdl, Lega Nord, Udc, Mov5stelle e Mauro Malaguti (Misto).

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