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Lo Stato Sociale manda "in vacanza" la violenza contro le donne / VIDEO

La band testimonial della campagna Chiama ChiAMA dell'associazione Mondo Donna

La Onlus ha presentato le sue iniziative per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, dedicate al servizio Chiama ChiAma.

In primo piano la campagna di raccolta fondi #sportelliaperti, che vede come testimonial la pop band bolognese, e la mostra "Il senso del corpo" inserita nel calendario del Festival La violenza Illustrata.

Chiama ChiAma è uno dei presìdi a tutela delle donne più diffusi sul territorio, un centro antiviolenza "di prossimità". Con i suoi nove sportelli antiviolenza in sette Comuni della Città Metropolitana di Bologna e nel distretto socio-sanitario di Riccione (Bologna, Granarolo, San Benedetto Val di Sambro, Argelato, Funo, Bazzano, Castello di Serravalle, San Giovanni in Persiceto, Cattolica).

La campagna ricorda che un servizio è tanto più efficace quanto più è vicino a chi ne ha bisogno. E i dati sulla violenza di genere descrivono un fenomeno grave, anche vicino a noi.

In Emilia-Romagna, nel solo 2016, si contano 11 femminicidi e più di 3.500 donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza. Nello stesso anno, da qui sono arrivate 870 chiamate al 1522, numero nazionale antiviolenza (il 4,8 per cento del totale). Tra il 2013 e il 2016, sono stati denunciati 3.200 casi di violenze a Bologna.

Ma secondo le stime, solo il 12 per cento delle vittime sporge denuncia: per questo, i dati raccolti dai centri antiviolenza sono particolarmente indicativi. Le sei associazioni firmatarie dell'accordo della Città Metropolitana di Bologna nel 2016 hanno accolto 1.031 nuove utenti.

Da dove vengono? Al 65 per cento sono italiane. Una proporzione che si ribalta nel caso di Chiama ChiAma: delle 95 donne che si sono rivolte allo sportello nel centro del capoluogo, 75 sono cittadine di altri paesi. Una differenza data dallo storico impegno della "casa madre" MondoDonna Onlus in favore delle donne migranti. E una conferma del fatto che la violenza maschile non fa discriminazioni.

Attraverso gli sportelli antiviolenza, una donna in difficoltà entra in contatto con un team specializzato che offre ascolto e orientamento, sostegno psicologico e consulenza legale. In modo del tutto gratuito per le utenti. Uno sportello Chiama ChiAma ha un costo complessivo di circa 220 euro per giorno di apertura, finanziato dalle istituzioni locali (Comune e Città Metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna). Per garantire la continuità del servizio sul territorio senza interruzioni e per potenziarlo, nasce la campagna #sportelliaperti.

La raccolta fondi è l'obiettivo principale della campagna, ma #sportelliaperti vuole anche contribuire a sensibilizzare il pubblico, specie quello più giovane. Ed ecco spiegate le frasi teaser sulle t-shirt dei ragazzi de Lo Stato Sociale, che lanciano spunti di riflessione sul sito e sui social.

Carota: "Voglio aprire gli sportelli. Vogliamo tenere aperti gli sportelli antiviolenza Chiama Chiama, perché chi è chiusa in una relazione violenta ha bisogno di una via d'uscita"; Lodo: "Voglio una psicologa. E anche un'avvocata, un'antropologa... perché per aiutare chi subisce violenza ci vogliono delle professioniste preparate"; Albi: "Voglio mettere il dito. Tra moglie e marito, fidanzato e fidanzata... se c'è violenza, non è amore. E non possiamo rimanere lì senza muovere un dito"; Bebo: "Voglio fare il testimonial. E anche tu puoi metterti nei nostri panni: per diffondere #sportelliaperti non ti serve neanche la t-shirt. Basta dirlo agli amici"; Checco: "Voglio darti un Iban. Ma puoi donare anche con la carta di credito su www.chiamachiama.org . Sembra un messaggio poco romantico, ma è un vero gesto d’amore".

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