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Cronaca Porretta Terme

Cinghiali in Appennino, non va bene neanche il via libera agli abbattimenti: cacciatori in sciopero

La Regione, dietro le richieste degli agricoltori, ha esteso la caccia a tutto l'anno, sollevando le critiche degli ambientalisti. Ora un nuovo 'No' che però arriva dalle doppiette

Non c'è pace per i cinghiali in Appennino. O meglio non per chi ne vuole gestire la popolazione. Questa volta a protestare sono i cacciatori che li dovrebbero abbattere. Il problema alla base della vicenda è la proliferazione degli ungulati nelle aree boschive della regione, soprattutto nel bolognese, e il modo per contenerla.

Lo scontro riguarda in particolare la possibilità di abbattere i cinghiali tutto l'anno e non solo nei tre mesi di prelievo invernale, una scelta fatta da viale Aldo Moro per ridurre, con il numero dei cinghiali, i danni all'agricoltura (nell'alta valle del Reno sono tra i più cospicui di tutta l'Emilia-Romagna) e gli incidenti stradali, spesso causati dagli animali selvatici. Una decisione seguita alle pressioni del mondo agricolo e contestata da animalisti e anche in passato da qualche ente parchi.

Cinghiale di 55 kg al Parco della Resistenza, abbattuto | VIDEO

Ma le 12 squadre di cacciatori al cinghiale dell'alto Appennino bolognese non ci stanno. Domani sera un "migliaio di aderenti" si incontreranno ad Alto Reno Terme con i capisquadra, le istituzioni locali, le associazioni venatorie e quelle agricole e ambientaliste "per dichiarare la sospensione delle attivita' gestionali del territorio". E spiegano: "Non essendo piu' coinvolti in prima persona con un legame collaborativo e territoriale verso il mondo agricolo- si legge in un documento firmato dai cacciatori- da oggi non presteremo piu' opere di prevenzione e organizzazione sui territori a noi assegnati. Da oggi le squadre sospenderanno ogni operazione di gestione".

La questione si trascina da anni: mentre gli agricoltori e alcuni residenti delle zone più remote dell'Appennino vedono con favore un controllo della fauna selvatica, spesso lamentando carenze di attenzione da parte delle istituzioni, gli animalisti guardano con attenzione le soluzioni messe in campo, molto critici verso l'uso della caccia come strumento.

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