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Cronaca

Civis. Irisbus fa ricorso, Colombo gela: "E' infondato e temerario"

L'azienda produttrice del tram su gomma chiede risarciemnto dopo stop ai lavori. L'assessore: "Il Comune e i cittadini gli unici ad aver subito danni: dopo 8 anni ancora nessun filobus funzionante"

Irisbus - azienda produttrice del contestatissimo tram monorotaia bolognese - non demorde e fa ricorso al tar del Lazio inseguito allo stop del Civis, chiedendo un maxi risarcimento danni da 230 milioni di euro.
Il Comune non di Bologna pare non fare una piega e l'assessore alla mobilità Andrea Colombo senza appello sentenzia che non esitono ragioni valide e che il contraddittorio è sempre stato garantito: "L'assenza  di  Irisbus  nella Commissione di sicurezza è una contestazione del  tutto  strumentale  e  per  di  più  tardiva,  quell'organismo è stato istituito  nel  lontano 2005 nel pieno rispetto della legge quanto alla sua composizione,  tanto  che  Irisbus  non  ha  mai chiesto di farne parte, né avrebbe  potuto, essendo il produttore del veicolo oggetto delle verifiche. Tra  l'altro,  il  contraddittorio  è  sempre  stato  garantito  tramite la richiesta  di  documentazione  tecnica,  che  però  è  risultata gravemente lacunosa e non in grado di dimostrare l'affidabilità del Civis".

Il ricorso, poi, sarebbe "totalmente infondato e perfino temerario" secondo Colombo che aggiunge: "che il sistema di  guida  ottica  non funzioni e sia pericoloso, come afferma la relazione impugnata,  lo dimostrano palesemente le prove negative compiute su strada, le  richieste  di modifica ordinate da ATC fin dal 2005, e il sequestro dei mezzi  da  parte  della  Procura della Repubblica."

Le motivazioni sarebbero così "pretestuose" che  "il Ministero dei Trasporti nemmeno ha risposto al ricorso gerarchico" presentato da Irisbus prima di riproporlo ora al TAR, puntualizza l'assessore per il quale "in  questa  vicenda,  infine,  gli  unici  ad aver subito una danno sono il Comune di Bologna e i suoi cittadini, che dopo 8 anni non hanno ancora i 49 filobus  funzionanti  previsti dall'appalto. Da parte di Irisbus c'è dunque un  grave  inadempimento contrattuale, che, prima ancora che nel verbale di sospensione  dei  lavori,  è  stato  riscontrato dall'indagine penale della magistratura  con l'accusa di frode in appalto".

Il Comune e ATC,  avvisano, sono "pronti  a  far  valere  fino in fondo i propri diritti in tutte le sedi, se Irisbus  non  dimostrerà  nella  trattativa  in  corso  la  disponibilità a crimediare con una radicale modifica o sostituzione del mezzo Civis".

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