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Concerto gospel di Natale per realizzare la “soft room”

Il 21 dicembre, la prima “tappa” del progetto di sensibilizzazione alle problematiche dell’anziano del Rotary Club Bologna

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Bologna - Una serata di grande musica per un progetto a favore delle persone affette da demenza senile o da morbo di Alzhaimer. Il 21 dicembre, alle ore 21.00, gli Spirituals Ensemble si esibiscono Bologna, nella Chiesa San Paolo di Ravone di Via Andrea Costa, 89. Il gruppo, sulla scena dal 1982, è noto per la forza travolgente dei suoi spettacoli: gli artisti si esibiscono sempre dal vivo, accompagnati dalla loro band. Nulla è registrato, il coinvolgimento del pubblico è assicurato. Proporranno pezzi classici (da “This little light of mine” a “Oh happy day”), moderni (come “Again I say rejoice” di Israel Houghton e “Every praise” di Hezekiah Walker) e interpretazioni con arrangiamenti originali. Al concerto sarà presentato il progetto di attenzione e di sensibilizzazione alle problematiche dell’anziano da parte del Rotary Club Bologna. L’obiettivo è l’allestimento di una Soft Room, un’area predisposta per effettuare una terapia non-farmacologica dedicata ai pazienti affetti da demenza. Sarà realizzata nella Casa Residenza Anziani - Convivenza per Anziani Maria Ausiliatrice e San Paolo di Via Carlo Zucchi 8 e sarà pronta ad aprile 2019. La Struttura, che si trova in uno dei quartieri più densamente popolati di Bologna, è anche un Centro diurno per anziani. L’Area sarà perciò disponibile non solo per gli ospiti “fissi” della Residenza ma anche per le persone che non dormono all’interno della Casa. Si rafforza così la vicinanza della parrocchia San Paolo di Ravone - a cui fa capo la Struttura - e del Rotary Club Bologna, ai cittadini del quartiere e della città. Cos’è una Soft Room? «E’ un’area allestita all’interno di un ospedale o di una struttura privata, in cui l’illuminazione, gli arredi, i suoni e gli aromi sono calibrati sui bisogni specifici del paziente», spiega il professor Marco Zoli, direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università di Bologna, direttore U.O. Medicina interna al Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna e parte del Consiglio direttivo della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. «L’anziano si trova quindi in un ambiente che agevola le percezioni positive, predisposto per aiutarlo a superare i momenti di disagio legati alla patologia». I risultati sono incoraggianti: i pazienti superano i momenti di crisi più facilmente; qualche volta, addirittura, senza l’utilizzo di farmaci. «Le Soft Room non invertono la progressione del morbo di Alzheimer o di altre forme di demenza senile - precisa il professore - ma migliorano la qualità della vita del paziente; inoltre, rendendo la persona più ricettiva nei confronti della terapia farmacologica, ne ottimizzano i risultati». Il progetto di attenzione e di sensibilizzazione nei confronti dell’anziano da parte del Rotary Club Bologna si svolge in tre “tappe”. Dopo il concerto Gospel sono previsti, infatti, altri due appuntamenti: un Convegno medico-scientifico sui processi patologici propri dell'età senile; l’inaugurazione e taglio del nastro della Soft Room.

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