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Caso Carabellò, Simona Volpe condannata: «Il testamento è falso, lo sapevamo dal 2016»

Il giudice ha deciso per la condanna: il testamento falsificato è quello di Elisabetta Filippini, compagna di Biagio, uomo scomparso da quasi tre anni dalla Bolognina

E' stata condannata a due anni per aver falsificato il testamento di Elisabetta Filippini ereditando immobili e valori per diverse centinata di migliaia di euro: il giudice Renato Poschi ha deciso così ieri pomeriggio per Simona Volpe, la donna coinvolta nelle indagini per la scomparsa di Biagio Carabellò, amica della compagna dell'uomo sparito nel nulla dalla Bolgnina deceduta per una malattia nel 2010. 

«Grande soddisfazione per questa condanna. E' stato riconosciuto dal Tribunale quello che noi abbiamo sostenuto fin dall'aprile del 2016 - commenta l'avvocato dei Carabellò Barbara Iannuccelli - Il testamento è falso ed è stato falsificato da Simona Volpe. Per quanto riguarda la prescrizione sulla distruzione e l'occultamento del testamento olografo è ovvio che leggeremo le motivazioni della sentenza. Per quanto riguarda l'avere quanto ci spetta in base al testamento del 2009 a favore di Biagio, agiremo sul piano civile». 

L'avvocato della famiglia Carabellò era ottimista: «Cambieranno le carte in tavola»

La decisione è stata presa ieri dal giudice Renato Poschi dopo la richiesta di condanna avanzata lo scorso 9 ottobre, quando nell'aula di tribunale l'avvocato della famiglia Carabellò Barbara Iannuccelli aveva ripercorso i quasi tre anni trascorsi dalla scomparsa del 46enne. Secondo il legale questa condanna potrebbe aprire le porte alla verità e portare finalmente allo sciogliemento di quello che è un giallo a tutti gli effetti. 

L'esame grafologico

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La consulenza grafologica sul testamento della Filippini era stata disposta dal Pm Stefano Orsi, titolare del fascicolo coordinato anche dal Procuratore Giuseppe Amato. Il primo provvedimento nei confronti di Simona Volpe fu il sequestro preventivo dei beni: la donna avrebbe falsificato il testamento di Elisabetta Filippini, fidanzata dello scomparso Biagio Carabellò, per poi riceverne il cospicuo patrimonio in eredità.

E' caduta in prescrizione per la Volpe l'accusa di distruzione e occultamento di testamento.

Caso Carabellò: in casa di Biagio a caccia di indizi

IL GIALLO DEI DUE TESTAMENTI. Fra il giugno e il luglio del 2009 Elisabetta Filippini, malata di cancro da tempo, scrive il testamento che è stato trovato a casa di Biagio Carabellò e di cui una copia è conservata nelle stanze dei Salesiani, visto che la donna voleva destinare parte dei suoi beni a una missione in Africa. Un anno dopo, il 30 giugno del 2010, 'Betta' muore. Nel dicembre 2012 la donna che le era stata vicina negli ultimi giorni della sua vita presenta un nuovo testamento nel quale è citata come destinataria dell'eredità. Alla stessa donna, nel dicembre 2010 (quindi pochi mesi dopo il decesso, in uno dei momenti più duri della sua vita) Biagio consegna il 'primo' testamento allegato a una lettera nella quale le chiede di bruciarlo. Poco dopo Biagio tenterà il suicidio. Lo sc

Le ricerche di Biagio Carabellò

orso novembre infine la scomparsa di Biagio. 

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