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Cronaca

Il covid ferma la cultura: "Ripartenza a rischio, abbiamo bisogno di pubblico per essere vivi"

Come ha inciso il blocco totale, come comunicare con colleghi e allievi e, soprattutto, come si vede la ripartenza? Bologna Today lo ha chiesto a registi, attori, danzatori e insegnanti del panorama bolognese

Spettacoli e concerti annullati, cinema e musei chiusi, corsi e prove sospesi. Insieme al turismo, la cultura è tra i settori più colpiti dall'emergenza sanitari, una vera "Tempesta", per ricordare il più illustre tra i drammaturghi, ed è difficile immaginare come si rialzerà, comportando, per definizione, l'aggregazione delle persone, anche se in tempi di emergenza sanitaria da coronavirus si chiama "assembramento", per semplificare. Il Ministero dei beni culturali dovrà fare quindi un lavoro gigantesco dopo il lockdown, ma nel frattempo, l'ingegno non manca. 

Oltre agli spettacoli in streaming, come le opere liriche del Teatro comunale e le mostre al Mambo, a Bologna attori e appassionati di palcoscenico hanno "aperto" alcune pagine Facebook per tenersi in contatto, recitare e postare performance, realizzate necessariamente tra le mura di casa. "The Show Must Go HOME", iniziativa del teatro San Salvatore del teatro degli Angeli di Bologna e "Artisti di casa", ad esempio, si prefiggono di unire gli ingegni e continuare a fare e mostrare arte. Quindi, ci si cimenta in letture, musica, canti e danze anche, senza grossi problemi, tra sfondi domestici, librerie, tute, pigiamoni e pettinature non proprio curate. 

Come ha inciso il blocco totale, come comunicare con colleghi e allievi e, soprattutto, come si vede la ripartenza? Bologna Today lo ha chiesto ad alcuni registi, attori, danzatori e insegnanti del panorama bolognese: Francesca Pierantoni, regista di "Officine Guitti", Orfeo Orlando, attore, a Silvia de Ronzo, danzatrice, direttrice della scuola "Tarantarte" di Bologna, Eugenio Maria Bortolini, attore e direttore artistico, e ad Alessandro Leo, attore e regista, il più giovane di tutti. 

Come vive un artista la lontananza da palchi e colleghi?

Francesca Pierantoni: "Male. Come tutti i lavoratori senza lavoro, e come tutti gli artisti senza arte. In più, come fa dire Tom Stoppard al Capocomico di 'Rosencrantz e Guilderstern sono Morti', siamo attori, abbiamo bisogno di un pubblico per essere vivi. Quindi, per chi fa il mio mestiere, è essere un po' più morti degli altri, in una situazione oggettivamente complicatissima per tutti. 

La situazione attuale ha costretto allo stop di tutti gli allestimenti in corso: Dracula, Smith and Wesson, Arsenico e Vecchi Merletti,  Molto Rumore per Nulla, La Sirenetta, Il Matrimonio Perfetto, Forget Paris e Carezze.
Speriamo di poter ricominciare le prove in tempo utile a poter organizzare le rappresentazioni, magari in estate, magari all'aperto, con tutte le attenzioni alle regole anti contagio". 

Orfeo Orlando: "Prima dell’attore viene l’uomo che soffre la mancanza del contatto con i figli, i genitori, gli amici, gli allievi e perché no anche di qualche ( non tutti...) collega. Manca ovviamente il contatto con il tuo lavoro, per precario che sia, che si svolga sulle tavole teatrali o davanti ad un set cinematografico, televisivo, pubblicitario".

Eugenio Maria Bortolini: "Personalmente essere lontano dalla scena, non poter entrare nel mio teatro, non aver la possibilità di vivere di quell’atmosfera unica e magica delle tavole del palcoscenico, è molto difficile. Per un artista, per un attore, stare lontano dalla scena è un po’ come non poter vivere totalmente. Noi uomini siamo animali sociali, noi italiani ancora di più e, senz’altro, l’attore lo è in assoluto. L’artista ha bisogno del contatto con le persone, del pubblico sostanzialmente. La condivisione con gli altri è parte essenziale del suo lavoro; forse ne è addirittura il senso. Mi manca il teatro e quindi mi manca l'Emozione. Non credevo di dover provare, nella vita, la Malinconia delle Emozioni".

Silvia de Ronzo: "E' molto grave la situazione che stanno vivendo le scuole di danza e i danzatori professionisti in questo momento. Mi confronto quotidianamente con le mie colleghe, per tanti anni abbiamo investito per poter dare dignità a questo lavoro, creando delle strutture associative in regola, una compagnia di danza etno-contemporanea, aprendo un centro culturale nel basso Salento, una scommessa dove finisce la terra, imparando a fare le segretarie di noi stesse, le promotrici, a scrivere progetti, a barcamenarsi nella burocrazia, intendersi di ritenute d'acconto e calcolo iva. Niente, siamo ferme. Il primo pensiero è stato da subito come poter aiutare le persone in difficoltà. Dunque un'azione concreta: l'associazione Tarantarte ha effettuato due donazioni, una alle terapie intensive degli ospedali salentini e un'altra alla Fondazione Sant'Orsola grazie agli allievi della scuola di Bologna che hanno devoluto le quote già versate delle lezioni perse. Poi l'attesa... Attesa che succedesse qualcosa, che qualcosa si sbloccasse. Infine la presa di coscienza. I progetti artistici sono rimandati a data da destinarsi, due bandi ministeriali vinti dalla nostra associazione Tarantarte sono bloccati, i corsi di danza chiusi. C'è tanta amarezza. C'è chi perde la voglia o l'ispirazione. Invece, personalmente credo che si debbano trovare delle risorse: è il tempo di studiare, di riflettere, scrivere, osservare con nuovi occhi, muoversi in nuovi spazi. Tutto sembra fermo: la creatività è nelle nostre pance che scalcia come un bimbo che ha fretta di venire al mondo. Ed ecco che si ricomincia, frugando negli archivi, scrivendo newsletter, cercando ispirazione per video clip... sperando che questa pausa forzata finisca presto e che l'arte torni nei luoghi a lei deputati, teatri, sale di danza e da concerto, nelle strade, nelle nostre tanto amate feste popolari.

Alessandro Leo: "La nostalgia del set è tanta. Bisogna, però, cercare di superare quel comune senso di solitudine e di abbandono per guardare oltre e cercare nuovi stimoli creativi. Assistiamo a scenari a dir poco apocalittici che in passato erano materiale esclusivo per operatori della fantascienza e che oggi sono diventati una nuova stranissima realtà che siamo chiamati a vivere. In quarantena ho ideato e creato “Artisti Di Casa”, un’iniziativa social con la quale ho invitato gli artisti ad inviare le opere create nelle loro abitazioni in questo difficile periodo, che vengono poi postate sulle nostre pagine Facebook ed Instagram. E’ stato un grande successo che ha visto e sta vedendo l’adesione di tanti artisti talentuosi. Da loro e da questa esperienza carica di umanità sto imparando molto e sto avendo la fortuna di cogliere spunti straordinari per il mio lavoro. Grazie alle enormi potenzialità dei social sto anche portando avanti, per quanto possibile, i progetti iniziati prima della quarantena". 

Riuscite a seguire gli allievi? Come avete passato la quarantena?

Francesca Pierantoni: "In modo virtuale, attraverso chat di gruppo, videochiamate e lezioni online, che per quanto lascino un po' il tempo che trovano, sono un modo per stare insieme e continuare una consuetudine che per chi fa teatro diventa vitale: quella della condivisione.La cosa più difficile nel cercare di fare teatro online è proprio questa. Non avere un contatto visivo e fisico: la recitazione, per come la insegno io, è uno scambio vivo di energia, che per la natura stessa dei mezzi tecnologici non permette una vera condivisione.

Orfeo Orlando: "Durante la quarantena ho girato ed interpretato un cortometraggio, scritto dal giornalista Marco Tarozzi,assolutamente realizzato tutto tra le mura domestiche, che parteciperà a breve a un importante festival qui in Emilia-Romagna.

Il covid ferma teatri, danza e scuole di Bologna

Eugenio Maria Bortolini: "Il contatto con i miei colleghi è costante. Come tutti, utilizziamo i mezzi informatici per poterci vedere e scambiarci idee. Ritengo sarebbe deleterio, in questo momento, affossare la parte creativa che è in tutti noi. Ecco allora che nascono nuovi progetti, nuove collaborazioni che, spero a breve, vedranno la luce. Sto scrivendo diversi spettacoli. Insieme a Lorenzo Ansaloni abbiamo terminato la stesura di una nuova commedia, dal titolo "Due gocce d'acqua", da mettere in scena non appena riapriranno le sale. Sto inoltre pianificando alcuni spettacoli da realizzarsi all’aperto per la prossima stagione estiva (se sarà realizzabile) e anche per il prossimo inverno. Insieme ad Andrea Santonastaso e Lorenzo Ansaloni abbiamo ricominciato a scrivere e girare la web serie B.A.R. (FB @barlaserie); ovviamente la giriamo da casa ognuno davanti al proprio computer. Non è la stessa cosa, ma sembra funzionare. 

Un’altra iniziativa nata in questo periodo è stata l’apertura di un gruppo Facebook che si chiama "The show must go HOME". Si tratta di un contenitore multimediale che ha lo scopo di unire le forze e gli ingegni degli Artisti e di tutti coloro che hanno qualcosa di artistico/culturale da condividere o segnalare e che, in questo momento, possono esprimersi solamente dal divano di casa propria. Chiunque può inviare e pubblicare i propri contributi purché, appunto, fatti da casa e che abbiano un contenuto artistico/culturale e/o di intrattenimento (intelligente). Una foto artistica? Un commento ad un quadro? Una lettura? Una barzelletta? Una poesia? Anche solo un pensiero è gradito, purché lasci qualcosa, un segno, uno spunto di riflessione, anche solo una risata. La cosa è piaciuta molto e ha trovato un grande riscontro; nel giro di poche settimane, gli iscritti sono migliaia e stanno ogni giorno crescendo. Sono stato contattato da Matteo Lepore, Assessore alla Cultura di Bologna, che si è interessato all'iniziativa ed abbiamo iniziato una collaborazione con il Comune di Bologna che in questo periodo si sta dimostrando molto concreto ed attivo, anche nel cercare di trovare iniziative (https://agenda.comune.bologna.it/cultura/che possano alleggerire questo momento di permanenza in casa.

Silvia de Ronzo: "Dopo un mese esatto di stop dei nostri incontri settimanali, io, con l’insegnante Anna Maria Cetrone, abbiamo deciso di sperimentare un incontro-lezione con una videochiamata di gruppo. La nostalgia delle nostre lezioni, ma anche il bisogno di guardarci di nuovo negli occhi al di là del messaggio su whatsapp, di rinsaldare i rapporti tra allievi e insegnanti, di ricreare quell'atmosfera di amicizia, serenità e fiducia ci ha portato così a ripristinare il nostro appuntamento settimanale, h 18.30 tutti i mercoledì. E' un modo per confortarci a vicenda, riprendere una routine anche se in modo differente, prendersi cura di noi stessi e degli altri: ci si sistema i capelli e ci si mette un bel vestito, c'è chi propone un brindisi perché nel nostro gruppo siamo stati tutti fortunati... proviamo a fare un abbraccio virtuale? Le nostre braccia formano un' unica linea idealmente a formare il nostro cerchio danzante, che nel Salento si chiama ronda. Un paio di pezzi preparatori per sgranchirsi braccia e gambe e infine una danza liberatoria.

Una pizzica ad alto volume per scacciare simbolicamente il veleno odierno, la paura di cosa sarà, la malinconia. Il rito funziona ancora oggi, lo sapevano le tarantate di una volta che la musica e la danza possono curare. Ci si saluta con il fiatone, i nostri polmoni chiedono nuova aria, nuova vita. Siamo molto contente di aver ripreso i nostri incontri che a livello umano ci danno veramente molta gioia e soddisfazione. Li chiamo incontri e non lezioni di danza poiché è veramente difficile riuscire attraverso uno schermo a fare una vera e propria lezione".

Alessandro Leo: "Questo è il tempo della riflessione, dell’osservazione, della preparazione all’enorme lavoro che si dovrà fare alla ripresa. Ci troveremo tutti a 'spingere' con la nostra voglia di fare, con il nostro desiderio di rivincita per il tempo perduto e con quel carico di irrequietezza che ognuno cercherà di nascondere come può. Sarà il grande imbuto della vita dove in tanti si affacceranno anche se dalla stretta di quell’imbuto si passa un po’ per volta. In questo periodo sono nati alcuni progetti importanti e in particolare un lungometraggio tratto dal libro di un noto scrittore italiano. Sto anche scrivendo un cortometraggio riguardo un delicato tema di attualità giovanile. Ma le idee sono veramente tante". 

Come immagini il futuro per la cultura?

Francesca Pierantoni: "Spero che le realtà più piccole, le piccole scuole come la mia, non ne risentano più di tanto. Sarebbe un peccato perdere tanta passione e tanto impegno. Ma io sono un'ottimista per natura, quindi credo che appena tutto questo sarà passato, piano piano si tornerà alla normalità. Del resto il teatro è, col meretricio e l'agricoltura, uno dei mestieri più antichi al mondo. L'uomo ha sempre avuto bisogno di raccontare e raccontarsi, dai tempi delle caverne, coi disegni delle scene di caccia, ai video dei ragazzini di Tik Tok. Il teatro nasce come vera propria cura al tempo dei Greci, l'antica Epidauro, centro di guarigione più grande e importante del mondo antico, comprendeva vari nosocomi per curare il corpo, e un teatro da 16mila posti per curare l'anima. 
Da allora, con alterne vicende, è sempre esistito. Non credo sarà questo virus a spazzarlo via dal pianeta". 

Orfeo Orlando: "Spero di sbagliarmi, ma vedo il futuro di cinema, teatro e anche per certI versi delle scuole, a tinte molto fosche. Questa pandemia ha fatto saltare una intera stagione cinematografica, con gravissimi danni produttivi (il prossimo anno non avremo nessun, o quasi, film girato nel 2020, con gravissime ricadute su tutti attori, registi,  maestranze, produttori, professionisti dei vari settori che lavorano nel cinema o per il teatro.

Il distanziamento successivo al coronavirus porterà al dimezzamento della capienza delle sale (es: una da 300 bene che vada avrà 150 posti....) con grave disagio per molte sale e gestori che rischiano fortemente di chiudere o di non riaprire proprio. Ovviamente lo stesso dicasi per coloro che gestiscono i teatri. Saranno anni difficili per tutti quelli prossimi, ma per il settore spettacolo,senza un massiccio intervento economico, di stato e istituzioni,considerando anche che purtroppo per molti, anche e soprattutto a livello governativo, questo settore è stato per anni, molto a torto, non considerato fondamentale, senza una idea nuova della politica nei confronti di tutto il sistema spettacolo,la vedo grigia parecchio grigia, con molte sale e sipari resteranno chiusi. Il discorso scuole, senza un vaccino, si fa vieppiu complicato, come fai a tenere a distanza ragazzi che devono lavorare a stretto contatto tra loro come natura stessa di cinema e teatro richiedono? In sintesi ci attendono anni molto molto complicati". 

Eugenio Maria Bortolini: "Il teatro, il cinema, le piazze per i concerti e le scuole stesse, insomma tutti i luoghi di assembramento avranno inevitabilmente una ripresa lunga e complessa. Esigeranno una ridefinizione strutturale molto profonda. Anche se ovviamente giuste, le misure di distanziamento sociale stridono con la filosofia e il senso stesso di questi luoghi, deputati appunto a raccogliere persone. È purtroppo difficile in questo momento fare previsioni, si possono solo fare ipotesi, ma ho molta fiducia nella gente. Non credo si dimenticherà della 'cultura'; dovremmo trovare una soluzione affinché il pubblico possa continuare a fruire dell’Arte e delle sue manifestazioni e noi, operatori del settore, per continuare a creare, a produrre, a lavorare, senza smarrire il senso etico della nostra attività.

Per riuscire a ripartire, sarà però indispensabile un concreto supporto da parte dello Stato che dovrà aiutare economicamente un settore, che è stato il primo ad essere bloccato e che sarà l'ultimo a ricominciare a muoversi. È comunque ormai chiaro che questo periodo porterà ad un inevitabile cambio dell’approccio comportamentale di ognuno di noi. Ci sono stati eventi che nella storia dell’uomo, ne hanno cambiato il corso: forse questo è uno di quei momenti. Sarà questione di trovare un nuovo equilibrio, di abituarsi. Sono fiducioso che, non senza difficoltà, comunque ce la faremo. D’altronde l’uomo, si sa, per sopravvivere è sempre stato abituato ad indossare tante maschere e noi attori sappiamo bene cosa vuol dire...

Silvia de Ronzo: "Domanda difficilissima. Corpo-Spazio-Dinamica-Relazione sono gli elementi fondamentali della danza. Ripensare agli spazi? Sostituire le relazioni? La danza è espressione dell'animo umano: e allora cosa danzeremo nel nostro futuro? Intanto noi danziamo, danziamo, negli armadi, sui balconi, in cucina,chi è più fortunato danza nei giardini e in campagna a contatto con la natura... “Dance, dance, otherwise we are lost”, Pina Bausch. 
Abbiamo chiesto ai nostri allievi perchè, per cosa danzano in questo momento. La mia danza per "Sentirmi libera di tornare a me, la vita che vince, un futuro finalmente diverso...Migliore, stare a casa, dare allegria a tutti, per ricongiungersi alla terra, me è l'aria sulla faccia quando tiri giù i finestrini della macchina dopo un turno h24, me è la birretta sul terrazzo in compagnia del mio abbraccio quotidiano, sfidare la timidezza, rinascere, dare vita al mio spirito di libertà, accorciare le distanze, prendere una boccata d'aria, stringerci più forte, portare il sorriso, tutte le forme d'arte, portare in casa un po' di primavera, l'anima, chi è lontano da Casa, il bisogno dell'anima di trovare bellezza... ". 

Alessandro Leo: "L’essere umano ha la grande capacità di adattarsi ai cambiamenti e trovare le soluzioni che inizialmente sono di sopravvivenza e che poi, piano piano, diventano nuove realtà. Ci si dovrà adeguare a nuove regole sanitarie e protocolli fino a quando sarà necessario. I set cinematografici potrebbero prevedere meno personale, modalità di distanziamento per la troupe e meno giorni di riprese, per cui il lavoro dovrà essere riadattato alle nuove disposizioni con la necessità di maggiore impegno per mantenere gli stessi risultati qualitativi di prima.

Per un po’ di tempo il cinema dovrà limitare l’uso delle grandi partecipazioni sceniche e dovrà avvalersi sempre di più della tecnologia. Dal punto di vista del pubblico mi affascina l’idea che si possa tornare a vedere un film con la modalità drive-in per qualche tempo, tutti insieme ma allo stesso tempo ognuno in sicurezza nella propria auto. Certamente molto meglio di un cinema con tante poltrone vuote per rispettare il distanziamento. Il teatro potrebbe trovare nuova linfa da questa situazione. Penso a più repliche per meno persone, in un’esperienza più intima, anche se una platea mezza vuota non è mai bella da vedere e certamente non appagante per gli artisti. 

La scuola ha un’opportunità eccezionale di rinnovarsi proponendo corsi più brevi, più dinamici, più pratici e classi meno affollate che preparino veramente i giovani al mondo della professione e del lavoro. Programmi snelli con fini concreti, competitivi con le altre realtà europee e mondiali". 

E infine un consiglio. Come un attore, un allievo, un danzatore può esercitarsi in questo periodo di quarantena?

Francesca Pierantoni: "Esercizi tecnici, di vocalità, fonetica e dizione, volendo. Io però sto lavorando su altri temi che mi stanno più a cuore, e che ritengo più interessanti e fruibili per i miei allievi attori. Sto proponendo la lettura di monologhi tratti da film e pieces teatrali, di cui studiamo approfonditamente la drammaturgia, e il contenuto del testo, in modo da capire tutti gli aspetti e le sfumature che quel dato pezzo contiene. Una volta studiato il monologo in modo approfondito, si potrà rispondere alla domanda fondamentale che si deve fare un attore: perchè il mio personaggio dice proprio questa battuta, proprio in questo modo, proprio con queste parole? Quando si saprà rispondere a questa domanda, si avrà il personaggio e la sua storia in mano, e la famosissima, atroce domanda "come la dico questa battuta" sarà scongiurata per sempre

Orfeo Orlando: "Come sempre suggerisco In primis a me stesso e anche ai miei ex allievi, il nostro mestiere/passione, è per certi versi assimilabile a quello dello sportivo professionista e cioè che l’allenamento, la pratica quotidiana, lo studio di varie metodiche sono fondamentali, per non perdere usando appunto la metafora sportiva, il passo. E quindi tutto ciò che può aiutare a non perdere questo passo: studio dei testi, prove video di recitazione, ricerca della dizione, corretta articolazione, memoria emotiva e sensoriale, tutto questo viene utile all’esercizio attoriale anche in regime di quarantena.

Eugenio Maria Bortolini: "Personalmente non faccio esercizi specifici, intendo quelli legati alla respirazione o mimico-facciale, per fare un esempio. Invece leggo molto, con attenzione, lentamente, cercando di soffermarmi, più a lungo del solito, sul senso ed il contenuto della lettura. È un buon esercizio, che consiglio, rilassante ma nel contempo stimolante: le idee nascono, molte volte, proprio nella riflessione e nella lentezza. Per rispondere alla sua domanda, direi quindi che il mio esercizio è soprattutto 'creativo'”.

Silvia de Ronzo: "Bisogna assolutamente fare esercizio. Io tutte le mattine, appena sveglia, faccio facili esercizi di
allungamento e respirazione con il mio bimbo che mi imita. E' esercizio e diventa un gioco. Bastano anche pochi minuti. In questo periodo ci sono molti tutorial in rete. I miei consigli: affidatevi a qualcuno che già conoscete e non esagerate: rischiate di farvi male! Inoltre è sempre una buona idea mettere tutti i giorni della musica: tutte le nostre faccende quotidiane possono diventare una danza. Dove c'è movimento c'è vita! 

Ho notato innanzitutto che il corpo assume una certa staticità dovendo costantemente guardare un piccolo schermo e i movimenti nello spazio diventano minimi; inoltre si possono assumere anche posture sbagliate, come protendere il collo sempre in avanti. Dunque gli esercizi proposti sono molto semplificati e reiterati per poter permettere a tutti di osservare, far proprio il movimento e effettuarlo in maniera corretta. Inoltre, per noi che facciamo danze popolari, che sono fondamentalmente danze di coppia e di comunità, decade uno degli elementi fondamentali e cioè la relazione. E'attraverso di essa che le nostre danze diventano veri e propri racconti, diversi ogni volta che li si compie, racconti di amicizia, di corteggiamento, di sfida, di devozione, di festa. E' con l'altro che moduliamo i nostri passi attraverso una costante mediazione di stati d'animo, dalla timidezza all'euforia, tra improvvisazioni e schemi tradizionali". 

Alessandro Leo: "In momenti come questo è importante l’esercizio introspettivo nella di ricerca di spunti e idee. A livello pratico, per la recitazione svolgo esercizi di vocalità, respirazione di rilassamento e di impostazione della voce. In un contesto casalingo si deve proteggere la corretta dizione italiana che può essere contaminata da inflessioni geografiche e dialettali dei famigliari. Per la regia sto continuando lo studio del linguaggio cinematografico. Ho anche molto tempo per leggere testi biografici di grandi personaggi del cinema, in particolare in questo momento sono immerso tra le pagine di un libro su Stanley Kubrick. Altro esercizio molto utile è la visione di film e serie tv che offrono spunti su tecniche ed idee oltre a farci render conto degli errori da evitare. Recitazione e regia sono come suonare uno strumento, necessitano di studio quotidiano per mantenere, esercitare e migliorare capacità e conoscenze". 

Ne abbiamo parlato con:

Francesca Pierantoni. Nasce teatralmente come improvvisatrice, poi si avvicino al teatro su testo attraverso un primo studio sulla drammaturgia  con Francesco Brandi. Studio recitazione dal 2006, tra i miei maestri Pietro Floridia (Compagnia dell'Argine di Bologna), Roberto Turchetta (Popular Shakespeare Kompany), Antonio Sebastian Nobili (Accademia Arte Drammatica di Roma), Giuliana Musso, Sara Armentano. Approfondisce gli studi di regia con i grandi registi Cesar Brie (2014) e Cesare Ronconi (2015). Nel 2008 ha fondato la Compagnia GuittiSenzArteNeParte, e dal 2011 ho aperto Officine Guitti - Costruzioni Teatrali, una piccola bottega artigiana che offre corsi e stages ad allievi di ogni livello di esperienza e produce in proprio gli spettacoli che nascono dai laboratori. Il teatro è la cosa che amo di più al mondo. Il mio lavoro è trasmettere questo amore a chi recita con me.

"La scuola Officine Guitti presta particolare attenzione - oltre alla didattica - alla realizzazione artistica dello spettacolo. I corsi si articolano su più livelli di esperienza, da quella base, alle masterclass per attori professionisti: collaborano con Officine Guitti grandi protagonisti della scena teatrale italiana. I corsi possono essere annuali: da ottobre a maggio, oppure intensivi: brevi e approfonditi. La peculiarità di Officine Guitti è che lavora come una vera e propria compagnia. I testi da rappresentare vengono scelti a inizio stagione, in modo da poter fare scegliere agli allievi-attori di quale cast fare parte. Officine Guitti produce spettacoli veri, non saggi di fine corso: la messa in scena viene curata nei minimi particolari, dalla scenografia, ai costumi, alla tecnica. Grande importanza viene data alla promozione di quelli che sono veri e propri spettacoli, seppur fatti da non-professionisti, con un accurato ufficio stampa, trailer video di presentazione, e foto professionali il giorno dello spettacolo. Le Officine Guitti sono la scuola di recitazione del Teatro San Salvatore, un piccolo gioiello da scoprire nel cuore di Bologna. 

Orfeo Orlando. Nato a Bologna nel 1958, lavora nel cinema, televisione e teatro. Film e tv: Zoolander, L'uomo che verrà, La terra buona, Forse é solo mal di mare. Un passo dal cielo 4, Don Matteo 6, Nebbie e Delitti 2, Boris, Un medico in famiglia, Coliandro. In teatro: Cuoio, Erba, Sudore, Tributo a Pierpaolo Pasolini, Samson et Dalila, A.A.A..Bolognese Cercasi, Galilei. E' anche regista di cortometraggi . Ha ricevuto numerosi premi in Italia e all'estero. 

Silvia de Ronzo di "Tarantarte": di origini salentine si trasferisce per motivi di studio a Bologna nel 2000. Studia danza sin da bambina e si appassiona alla pizzica pizzica nelle feste popolari della sua terra. E' educatrice professionale e pedagogista e direttrice della scuola di danze popolari del sud Italia TarantArte di Bologna. Dopo essersi formata come insegnante e performer all'interno della scuola Taranta Power Bologna , fondata nel 2001 da Eugenio Bennato, Silvia Coarelli e Maristella Martella, nel 2009 fonda Tarantarte, occupandosi di ricerca, formazione e arte performativa legate alla pizzica pizzica e alle danze popolari del sud Italia. 

Ha danzato e danza per vari gruppi di musica popolare tra cui Officina Zoè, Nidi D’Arac, Arsura, Mascarimirì ... e sul palco della Notte della Taranta ed 2011/2013. Con la compagnia di danza etno contemporanea Tarantarte – , partecipa a numerosi festival di danza e musica in Italia e all'estero con gli spettacoli Furie e Fauni - Taràn_Danze - Taràn Tarante d' Amore, di Lotta, di Euforia, di Trance - La danza del Labirinto - Passo a Sud – Premesse a Kore  ultima produzione della compagnia. Nel 2013 la compagnia produce con Oleo film la docu-fiction 'KORE La danse de Perséphone' . Nel 2015 si realizza il progetto dell' asd Tarantarte al Castello Carlo V di Lecce D.A.M.A, un archivio multimediale e un laboratorio permanente sulla musica e la danza popolare salentina.

Lavora come educatrice per il Comune di Bologna, progetta e conduce laboratori di espressione musicale e corporea per le scuole, collabora con le amministrazioni del territorio bolognese e con la rete di associazioni e locali della città di Bologna per la promozione e la diffusione della musica e della danza popolare.

Eugenio Maria Bortolini: bolognese. Nel 1986 si diploma alla Bottega teatrale con Vittorio Gassman, nel 1991 si laurea in Lingue e Letterature straniere all'Alma Mater. Dal 1993, docente Teatro d'impresa e dal 1997 autore SIAE. 
Dal 2003 al 2008 referente artistico Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica (BO), Dal 2019, referente artistico per Polizia Postale (BO). È tra gli organizzatori del palinsesto del Teatro Italia di Castenaso (BO). Attore, nella fiction La Certosa di Parma per la regia di Cinzia Th. Torrini, (RAI 1-France 3). Nel 2014 gira, al Billionaire, Malindi Beach di Flavio Briatore, in Kenya, intitolato ''Trip Coach'' programma/reality sul turismo. Attore nel film per la tv tedesca Urlaub mit mama della ARD con Anja Kling per la regia di Florian Froschmayer. Testimonial negli spot della Co.Ta.BO Taxi Bologna. Attore nella serie L'ispettore Coliandro dei Manetti Bros. - RAI2. Attore nel film DIABOLIK dei Manetti Bros. in uscita nelle sale nel 2020. Dal 2008, Direttore Artistico del Teatro San Salvatore di Bologna

Alessandro Leo: attore e regista, classe 1999. Ha frequentato il corso di teatro presso la Scuola di Teatro del Navile e  “Il piccolo principe” presso la Scuola di Teatro Colli. E poi workshop di recitazione cine-televisiva. Ha recitato in “Il fulgore di Dony” – Regia di Pupi Avati e in diverse piece e drammi teatrali. Ha diretto e recitato nel 2019 in “Indescrivibile”, cortometraggio che ha ottenuto numerosi premi anche in Canada, Germania e USA. 

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