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Cronaca

Coronavirus, testimonianze da China-Town: "Noi impegnati a raccogliere fondi per aiutare i nostri connazionali"

Hu Guiping e Zhang Min spiegano come la comunità cinese sta vivendo questo momento

Siamo nella China-Town bolognese, al Quartiere Navile. Una chiacchierata con Hu Guiping, in Italia dall'87, tre lauree conseguite all'Università di Bologna (dove oggi insegna) e chiamata da tutti gli amici italiani più comodamente Ping, è utile a spiegare come sta vivendo questo momento di allerta per il diffondersi del coronavirus la comunità cinese di Bologna. Intanto le abbiamo chiesto se fra i suoi connazionali che vivono qui ci sono anche delle persone che provengono dall'area Wuhuan: "Siamo tranquilli perchè la situazione come tutti sappiamo è sotto controllo e per adesso, non abbiamo da segnalare alcun episodio di discriminazione o di diffidenza nei nostri confronti. Per quanto riguarda la provenienza dei cinesi-bolognesi, siamo praticamente tutti originari dalla zona di Shangai e nessuno da Wuhuan". 

La medicina cinese è una pratica antica seguita anche da molti occidentali. Voi cittadini cinesi vi affidate alla nostra sanità pubblica con fiducia? "Certamente! Fatta eccezione per qualche integratore o prodotto erboristico che può essere utile per esempio per i primi sintomi di un raffreddamento ci affidiamo e ci fidiamo totalmente alla sanità pubblica italiana". 

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Anche Zhang Min, presidente dell’associazione culturale cinese Asso Min conferma un clima di preoccupazione e solidarietà per i connazionali interessati da questa tremenda epidemia, ma di assoluta tranquillità all'interno della comunità bolognese: "Sappiamo che in Italia siamo fuori pericolo e a livello nazionale ci siamo autoimposti una regola che possa proteggerci: chiunque torni dalla Cina per il bene  di tutti deve stare in isolamento per 14 giorni. Anche io confermo che di cittadini cinesi a Bologna provenienti da Wuhan non ce ne sono e che eventualmente potrebbero essere turisti o studenti. Questo virus fa paura perchè in qualche modo invisibile, ma non bisogna cadere nella trappola della paura perchè non ce ne è ragione. Pittosto abbiamo raccolto dei fondi e acquistato 10.500 mascherine da mandare a chi ne ha bigogno, in Cina.  

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La Regione "ha già attivato tutte le misure stabilite dal ministero" per tutelare i cittadini, "in stretto raccordo con le Aziende sanitarie. Le misure assunte, si legge in una nota "sono di carattere precauzionale e comprendono, oltre al collegamento con il numero verde nazionale 1500 - funzionante 24 ore su 24 - e l'attivazione, come laboratorio di riferimento, del Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche e virologiche (Crrem) del Policlinico Sant'Orsola di Bologna; nel in caso di sospetto di infezione da Coronavirus verranno attuate tutte le procedure previste dal ministero della Salute". 

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