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Cronaca

Coronavirus e fase due, rischio ingorgo di auto: la proposta di ciclisti e ambientalisti sulla mobilità

Il timore degli addetti ai lavori e che con la riapertura, i mezzi pubblici vengano abbandonati a favore delle auto private. L'idea di piste ciclabili temporanee e sconti sul bike sharing

Ciclabili temporanee, isole pedonali ampie dove poter mantenere la distanza di sicurezza, più bike sharing (a tariffa ridotta) e una campagna di comunicazione per "contrastare la disinformazione sulla sicurezza del trasporto pubblico".

Anche le associazioni ambientaliste e di ciclisti a Bologna vogliono la 'loro' fase 2, con un piano di mobilità di emergenza chiesto a gran voce a Comune, Città metropolitana e Regione in vista della ripartenza del sistema produttive. Le proposte ricalcano il documento nazionale sottoscritto da 40 tra associazioni e docenti universitari inviato ieri al premier Giuseppe Conte e a Vittorio Colao, coordinatore della task force nazionale per la fase 2.

Proprio ieri a Bologna la Consulta della bicicletta ha dato vita a una videoconferenza a cui hanno partecipato "oltre 90 persone tra associazioni, cittadini e rappresentanti delle istituzioni" per discutere di questo problema. Presenti, tra gli altri, il capogruppo Pd in Comune Roberto Fattori, il consigliere comunale Andrea Colombo e l'assessore alla mobilità di San Lazzaro, Luca Melega.

"Gli 850.000 abbonati al tpl ferro e gomma che si muovono nella città metropolitana- mette in guardia la Consulta- potrebbero decidere, con la ripresa delle attività in fase 2, di abbandonare il tpl in favore dell'auto privata, creando una congestione permanente di traffico e smog sulle nostre strade".

Da qui deriva la preoccupazione delle associazioni e la richiesta di interventi urgenti "per prevenire un disastro sicuro in termini di salute pubblica, già duramente provata dall'epidemia". In questo senso, afferma la Consulta, la bicicletta è un "mezzo sicuro per il distanziamento sociale e utile anche a rafforzare le difese immunitarie". 

La prima proposta in elenco, quindi, è realizzare "ciclabili temporanee per incrementare l'uso della bicicletta, che vadano a ricalcare le direttrici già pianificate dal Biciplan, da realizzarsi subito in via emergenziale".

A questo andrebbe affiancato un "incremento del bike sharing elettrico e normale con una tariffazione ribassata", a cui aggiungere la "creazione di isole pedonali che consentano di camminare a piedi mantenendo le distanze". Infine, secondo la Consulta bolognese è necessaria una "campagna di comunicazione dal basso per spiegare i vantaggi della bici e contrastare la disinformazione sulla sicurezza del Tpl".

Dal canto suo, Melega ha proposto la nascita di una "task force di assessori alla mobilità dei Comuni di cintura". Ma secondo le associazioni servirà anche "un tavolo di consultazione di emergenza tra portatori di interesse, per pianificare insieme i provvedimenti necessari, compresi quelli che riguardano direttamente il tpl e la sharing mobility". Tutte queste proposte saranno portate sul tavolo in particolare agli assessori alla Mobilità di Comune e Città metropolitana di Bologna, Claudio Mazzanti e Marco Monesi. (San/ Dire)

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