Coronavirus, accordo alla Ima: mix tra stipendio anticipato, cassa integrazione e banca del tempo
Il noto gruppo del packaging si avvia verso una fase transitoria di un mese, ma non ha mai fermato la produzione
Sei ore in stabilimento e due in cassa integrazione, salari anticipati ma con un sistema di banca ore negativa per recuperare il tempo non lavorato fino al 2026. E' il mix di misure contenute nel nuovo accordo tra il gruppo Ima e i sindacati, che coinvolgerà anche i dipendenti in smart working.
L'azienda, che fa parte dei settori non fermati per l'emergenza coronavirus -produce macchine per imballaggi, destinati anche a medicinali e alimenti- ha avviato una diversa turnazione e un ricorso parziale alla cassa integrazione dal 14 aprile al 15 maggio prossimi
Lo strumento della cassa integrazione sarà utilizzato anche, si legge nella nota diffusa dai sindacati- "per ridurre l’orario giornaliero (anche per chi opera in smart work) e anche per realizzare un sistema di turnazione (con 6 ore di lavoro e 2 di cassa) che eviti il più possibile la concentrazione dei lavoratori negli stabilimenti".
Introdotto anche il meccanismo condiviso di recupero delle ore di Banca Ore Negativa (Bon) – che ha permesso ai lavoratori di rimanere a casa retribuiti al 100% fino al 13 aprile 2020 – il quale prevede tempi lunghi di recupero (fino al 2026 nei casi di massimo accumulo) e la trasformazione della maggiorazione dovuta per le ore eccedenti il normale orario di lavoro in tempo (per favorire un recupero più veloce delle ore accumulate).
Tra i punti approvati, quello dove l'azienda anticipa per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici (operai e impiegati) degli importi di cassa integrazione, nonché la maturazione (a prescindere dal numero di giorni di cassa integrazione) integrale degli istituti contrattuali: ferie, permessi, e tredicesima.