Coronavirus e lavoro: chiusura imprese metalmeccaniche "a metà", sindacati pronti allo sciopero
L'ultimo decreto del presidente del consiglio chiude molte attività ma alcuni commi lasciano spazio interpretativo a proroghe delle attivtà
All'indomani della firma dell'ultimo decreto governativo sul coronavirus, tira aria di sciopero tra le file dei sindacati metalmeccanici. In una nota unitaria, a livello regionale, dei settori metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil si dicono pronte allo sciopero generale.
Non sono piaciute alle rappresentanze dei lavoratori confederali nell'industria metalmeccanica i lunghi elenchi di eccezioni alla chiusura della produzione allegata dal decreto di Conte, tra i quali -ma non solo- va noverata tutta la filiera del packaging plastico degli alimenti, che nel bolognese e in Emilia conta migliaia di addetti.
Peraltro, nei giorni scorsi, e dopo alcuni scioperi spontanei da parte dei lavoratori, erano stati gli stessi sindacati a spendersi per mantenere aperte le fabbriche, puntando piuttosto sul far rispettare le disposizioni di sicurezza all'interno degli stabilimenti che fare fermare le produzioni, con un apposito accordo raggiunto con il governo nei giorni scorsi.
L'incalzare dell'epidemia e il decreto partorito da Palazo Chigi nel fine settimana però ha stravolto la logica in essere fino a poche ore prima e ora le sigle confederali, in una nota congiunta, chiedono una stretta su tutti i comparti.
"In attesa del Decreto Legge e delle necessarie precisazioni attuative dello stesso -si legge in una nota- riteniamo che le aziende debbano agire per mettere in sicurezza gli impianti e, se confermato poi dal decreto, prepararsi per il fermo produttivo".
In altre parole i sindacati sono convinti che non ci sono "le condizioni minime tra le lavoratrici e lavoratori di serenità e tranquillità tali per tornare al lavoro. Per queste ragioni Fim, Fiom e Uilm Emilia Romagna sono a sollecitare tutte le imprese e lo loro associazioni di rappresentanza a optare per una fermata generale nelle giornate di domani (oggi, ndr) lunedì 23 marzo e martedì 24 prossimi utilizzando la cassa integrazione ordinaria Covid-19. Sono fatte salve le attività necessarie per mettere in sicurezza gli impianti ed altre, eventuali inderogabili e documentabili attività. Nelle aziende nelle quali non si riscontrerà tale disponibilità si agirà lo sciopero confermato a livello nazionale da Fim Fiom e Uilm. Quanto sopra è valido, a maggior ragione, nelle aziende nelle quali non siamo presenti con i nostri delegati. Dove non ci sarà responsabilità da parte delle imprese, sarà sciopero a tutela di lavoratrici e lavoratori".