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Giovedì, 28 Marzo 2024

Coronavirus e mente, la psicologa: "Tanti disturbi del sonno, attenti alla gestione del tempo"

Intervista a Gabriella Gallo, dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell'Ausl di Bologna che guarda anche alla fase due

Un paio di settimane e già 160 persone hanno chiesto aiuto allo sportello che offre un servizio di supporto psicologico a distanza in favore dell'intera cittadinanza, delle persone seguite dai servizi di Salute Mentale e i loro familiari. Il progetto si chiama "Parla con noi comunità in connessione" ed è diretta dalla psicologa Gabriella Gallo, dirigente del Dipartimento di Salute Mentale: "Un numero di telefono è a disposizione della cittadinanza per affrontare questo momento tragico. A turno un gruppo di 18 psicologi fanno l'analisi dei bisogni delle persone che si rivolgono a noi: si va dal disturbo del sonno all'ansia, dagli attacchi di panico ai disordini alimentari, che con paura e isolamento ci mettono molto alla prova". 

Quali sono le problematiche e i disturbi più frequenti per i quali le persone si rivolgono a voi psicologi? "Come dicevo ci segnalano soprattutto disturbi del sonno con difficoltà ad addormentarsi e continui risvegli notturni, sballamenti del ritmo sonno/veglia e stati depressivi, oltre ai molti attacchi di panico e in generale una grande ansia e angoscia. Questi sono gli effetti non solo dell'isolamento, ma anche dell'interruzione della propria vita quotidiana, che costringe ad avere momenti di vuoto che spaventano molte persone, ma che (attenzione) può essere vista anche come occasione". 

A proposito di timori e paure: spaventa di più il presente e questa clausura forzata o l'incognita del futuro? "In questo momento la difficoltà più grande è quella dell'isolamento forzato. Ma comincia ad affacciarsi anche l'angoscia per il futuro. Un aspetto molto importante è che dopo questa grande crisi avremo anche un momento di possibilità di cambiamento e quindi un messaggio positivo c'è. Non siamo abituati a sacrificarci così tanto come stiamo facendo oggi, ma siamo proprio sicuri di voler riprendere le nostre vite di prima così come erano? Siamo in un momento di reset e dobbiamo pensare anche a soluzioni creative e innovative. Ora siamo ancora in una fase delicata a dobbiamo stare molto attenti, ma non è vero che non possiamo fare nulla. Rispettiamo intanto le regole che ci tengono al sicuro e poi pian piano potremo ricominciare a riprendere in mano le nostre vite, magari migliorandole". 

Si avverte una maggiore aggressività. Da cosa dipende? "In generale è possibile che sia aumentata visto che tutte le vie di fuga che avevamo prima adesso mancano quasi completamente e siamo obbligati a relazioni più strette non solo con i propri conviventi, ma anche con noi stessi. Adesso siamo obbligati a guardare sinceramente alle nostre vite e le nostre relazioni. Preservare la salute mentale è importantissimo, è un bene prezioso e collettivo, non solo per chi sviluppa patologia psichiatriche, ma per tutti". 

Si può delineare il target di chi si sta rivolgendo a questo servizio? "La fascia sta fra i 30 e i 50 anni, ci hanno però contattato anche dei ragazzini, non tantissimi certo, ma la cosa ci ha fatto molto piacere perchè sappiamo che per loro questo è un momento della vita molto difficile, una fase di progettualità che viene interrotta e quindi a rischio. Per quanto riguarda il sesso, tendenzialmente riceviamo più chiamate da donne". 

Quanto è importante la buona gestione del tempo per stare bene? "Ha centrato il punto: è fondamentale per la salute mentale. Intanto l'interruzione lavorativa che sta riguardando moltissime persone crea difficoltà perchè per noi è un elemneto di grande strutturazione identitaria e un'importante scansione del tempo. Anche lavorare nel contesto domestico in smartworking a volte crea confusione e disagio. Dunque la cosa corretta da fare sarebbe mantenere ritmi di vita regolari e affrontare le giornate organizzandosi come se si andasse fuori: ci si lava, ci si prepara, ci si trucca...insomma, ci si fa del bene. Quello che conta di più ovviamente è la regolarità del sonno e dell'assunzione di cibo, fondamentale non stravolgere i ritmi del sonno, cosa che fa male all'organismo e anche all'umore. Il vantaggio in tutto questo è il non  dover correre continuamente tutto il giorno". 

Come sarà il 'dopo'? Quali sono gli aspetti più preoccupanti della fase due dal punto di vista della salute mentale? "Dipenderà da noi: da come ognuno pensa la ripresa: un non deve tornare tutto come prima' o 'non si può fare più nulla' o ancora 'tutti sono dei nemici perchè possono infettarmi'. Io suggerisco di cercare quell'adattamento in cui bisogna avere un contatto con la realtà (una realtà in cui il problema esiste) ma non è vero che non si possa fare qualcosa per affrontarlo: si parte dal rispetto delle regole e la salvaguardia della salute". 

Come e quanto informarsi? Guardare la televisione e leggere i giornali fa bene o male? "Anche qui non possiamo dare una buona pratica che valga per tutti: dipende dai bisogni individuali e se c'è chi si ha necessità del controllo dell'informazione e si sente meglio a seguire dibattiti ben venga, a patto che si riescano a distinguere le fonti attendibili e accreditate scartando quelle che non lo sono. Chi invece da questo si sente angosciato è bene che guardi un film invece del telegiornale, magari una soap opera. Bisogna conoscersi". 

Facciamo un salto di un anno: come immagina l'aprile del 2021? "Vedo uno scenario nel quale ricominciamo a popolare le strade con gradualità, niente folle nelle piazze. Dovremo ancora  rinunciare alla festa del 25 aprile e al concerto del 1°maggio, ma daremo spazio alla nostra creatività per farci sentire vicini l'un l'altro come fossimo in una piazza". 

Lei e i suoi colleghi cosa avete imparato da questa pandemia? "Anche per noi questa è stata anche un'occasione per imparare tante cose e conoscere strumenti di lavoro alternativi e altrettanto efficaci. Partiamo da una cosa pratica: abbiamo visto che è possibile fare delle riunioni Lifesize risparmiando un sacco di tempo e senza che nessuno resti in mezzo al traffico per raggiungere un luogo fisico. Inoltre, cosa importantissima, prima lavoravamo in modo settoriale anche se dalla Regione Emilia-Romagna era arrivato l'imput del fare 'rete', modello che paradossalmente abbiamo realizzato nel mezzo dell'emergenza, mettendo in rete tutte le risorse e mettendole a disposizione del cittadino che non sta bene". 

"Parla con noi comunità in connessione"

Per sostenere le persone seguite dai Servizi di Salute Mentale, i loro familiari ed ogni cittadino che lo richieda, gli Psicologi del Dipartimento di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Bologna, insieme alla rete delle Associazioni del CUFO e con la collaborazione della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università di Bologna, hanno attivato il progetto PARLA CON NOI  - COMUNITA’ IN CONNESSIONE.

Con questo progetto si intende creare diversi canali di contatto per utenti, familiari e cittadini, attraverso:
•    un sistema di supporto telefonico con un numero dedicato: lunedì- venerdì dalle 10 alle 17 allo 051 659 7234
•    la mail info@sogniebisogni.it
•    contatti attraverso il Sito www.sogniebisogni.it 
•    gruppi facebook: Coronavirus stare bene a casa

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