Coronavirus: 250 studenti di medicina in campo contro il Covid-19
E' l'iniziativa “A UN METRO DA TE”. Ecco le loro mansioni
Controllare che le persone che accedono agli ospedali Maggiore e Bellaria non abbiano sintomi influenzali, parainfluenzali o comunque riconducibili al COVID, aiutare le direzioni sanitarie nella gestione dei posti letto, coadiuvare il laboratorio di microbiologia per la gestione dei flussi dei campioni da analizzare e nei prossimi giorni anche garantire una presenza in PS per orientare i pazienti nei percorsi previsti per sospetti COVID e non.
Ecco alcuni dei compiti che i 250 studenti della facoltà di medicina che si sono offerti volontari hanno cominciato a svolgere "per permettere ai sanitari di dedicarsi maggiormente ai compiti che imprescindibilmente devono essere svolti da personale altamente qualificato. In questo modo gli studenti potranno contribuire, coerentemente alle proprie competenze e conoscenze, alla risposta messa in campo dal SSR e dare “un po’ di respiro” al personale già occupato in tali mansioni", fa sapere Auls Bologna.
Nei giorni scorsi due delle Associazioni studentesche del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Gruppo Prometeo e Student Office, hanno offerto la propria collaborazione e così è nato “A UN METRO DA TE”, un progetto gestito da un gruppo di studenti in coordinamento con la direzione generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna e dell’Azienda USL di Bologna, con il contributo della Fondazione S. Orsola.
"A un metro da te"
Gli studenti hanno deciso di unirsi sotto lo slogan “A UN METRO DA TE” per dimostrare la volontà di essere vicini agli operatori impegnati in prima linea e alla popolazione, richiamando allo stesso tempo il rispetto delle precauzioni per prevenire il contagio.
Si è poi costituito un team organizzativo composto da studenti provenienti da anni diversi e con backround variegati. Le attività pensate per il progetto "sono a misura di studente e prevedono le precauzioni per evitare l’espansione del contagio e garantire la massima sicurezza possibile per i volontari e gli assistiti. La parola d’ordine che guida i lavori rimane in assoluto “prudenza”. In quanto studenti di medicina o neolaureati, i volontari sono chiamati ad agire seguendo le più rigorose indicazioni sanitarie, per riuscire in una impresa che vuole essere un utile aiuto alla battaglia che tutti stiamo combattendo", si legge nella nota Ausl.