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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Truffe in A14: c'è udienza in tribunale, ma salta per coronavirus

Alcuni testimoni dell'accusa, anziani, provengono dalla Lombardia e dal Veneto. In tribunale la circolare che rinvia le udienze non indifferibili per chiunque provenga dai comuni nella zona del focolaio

C'è anche una udienza del processo alla cosiddetta 'banda delle campanelle' in A14, tra i processi rinviati per coronavirus. Questa mattina nell'aula del tribunale dove si svolgevano le battute iniziali del dibattimento per una nota vicenda di cronaca risalente al 2016, è stato chiesto e ottenuto il rinvio dell'udienza. Il motivo? L'indisponibilità di alcuni testimoni dell'accusa -in aula ve ne erano altri, arrivati appositamente da altre parti d'Italia- di recarsi a Bologna per deporre, bloccati a casa per il rischio 'coronavirus'.

Tutto è stato messo a verbale, e il giudice Renato Poschi ha richiamato espressamente la apposita circolare emessa nei giorni scorsi dal presidente del tribunale Francesco Caruso, che prevedeva appunto il rinvio di tutti questi procedimenti che in qualche modo richiedevano la presenza di persone provenienti da alcuni territori a rischio, come Lombardia e Veneto.

E' stato il caso anche in questo procedimento con alcuni testimoni, anziani, provenienti dal padovano e dalla Lombardia appunto. L'udienza è stata rinviata per essere debitamente ricalendarizzata al 19 marzo 2020. Del caso di occupa il pm Marco Forte. 

Processi rinviati per coronavirus, salta udienza per banda 'campanellari' in A14

Il caso al quale fa riferimento il procedimento riguarda un gruppo di persone, considerate dagli inquirenti, una associazione a delinquere -questa l'accusa- finalizzata a ingannare gli ignari 'clienti' con il gioco delle tre campanelle: il gioco-truffa sarebbe stato perpetrato presso l'area di servizio Sillaro tra il 2014 e il 2016, con vittime gli automobilisti di passaggio, in tutto un centinaio di persone.

Sempre secondo l'accusa, il gruppo -13 gli arresti iniziali, ma gli imputati sono saliti fino a 26, con due posizioni stralciate e 24 persone arrivate a processo in aula- non avrebbe esitato a ricorrere anche alla forza per entrare in possesso delle cifre perse dai giocatori.

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